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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

26 luglio 2021

 

Valle di Mandromini

Il sentiero dimenticato. Anello con base a Maresca, percorrendo il sentiero che dal passo della Maceglia a q.1430, dopo essere confluito nel CAI 20, arriva al passo del Cancellino a q. 1632.  

Data: 21 Luglio 2021

Partenza: Da Maresca, che raggiungo con i mezzi pubblici del copit. 

Note: Per la lunghezza e per i dislivelli l’itinerario è adatto a persone allenate. Inoltre il sentiero MPT Valle di Mandromini, essendo pochissimo frequentato, si presenta ostruito da rami e alberi caduti a causa della tanta neve caduta lo scorso inverno.

Fonti: Lungo il nostro itinerario troviamo molte fonti o sorgenti.

Sentieri: CAI 1-3, MPT della Maceglia, MPT Valle di Mandromini, CAI 20, CAI 5, CAI 35, CAI 20, CAI 3, CAI 1-3.


Itinerario: E’ la prima volta che torno a camminare seriamente in montagna da quando il 15 Ottobre 2020 mi sono operato con una protesi d’anca. Fino ad adesso ho percorso itinerari in pianura, e ultimamente ho frequentato la montagna andando al rifugio di Portafranca, rifugio gestito dai volontari del CAI di Pistoia. Il rifugio si trova nell’alta valle dell’Orsigna a 1580 metri slm, e chi presta servizio ci arriva percorrendo con la jeep una forestale fino ai 1400 m. di Pian Grande. Successivamente in 20/30 minuti, zaino in spalla raggiungiamo il rifugio. Quindi l’allenamento non è molto, per questo ho in mente di fare un percorso non troppo impegnativo. Ma, mai dire mai, l’appetito vien mangiando… 

L'itinerario comincia dal centro del bel paese di Maresca, davanti alla grande fontana dove riempio la borraccia, percorro poche centinaia di metri in salita in via del Teso, per poi seguire a sinistra con il CAI 1-3, con il quale entro nel bosco. Riemergo dai miei pensieri mentre arrivo alla sorgente della Volpe a q. 895 WP1, ed in successione costeggio due bei laghetti e la sorgente della Chiocciola a q. 931 WP2. Poco dopo prendo a destra per arrivare sull’asfalto in corrispondenza dell’ex vivaio della forestale. Percorse poche decine di metri un cartello da il benvenuto nella foresta del Teso, nella quale entro con il sentiero a destra. In breve arrivo a Il Capannone, un fabbricato turistico in stato di abbandono, che costeggio sul retro, e successivamente intersecando più volte la strada asfaltata arrivo nei pressi del campeggio del Teso, con il grande parcheggio. Costeggio dal basso il piccolo villaggio turistico della Casetta Pulledrari, a q. 1220, in totale stato di abbandono. Mi assale una profonda tristezza nel saperlo abbandonato a se stesso. Ultimamente però qualcosa si sta muovendo, in attesa di una grande e onerosa ristrutturazione degli immobili, (speriamo che non siano solo parole), è stata aperta una baita dove è possibile rifocillarsi e prendere a noleggio le bici con la pedalata assistita. E’ comunque un piccolo presidio del territorio. Riparto percorrendo la larga carrareccia oltre la sbarra, che inizia con l’itinerario azzurro Pracchia Abetone, da me percorso anni fa. Oltrepasso la fonte a q. 1199 WP3, al bivio seguo a dritto con l’MPT della Maceglia, alla quale arrivo più fresco di quanto credevo. Saluto le tre persone in bici mentre mi sento rivolgere la domanda, ma sei Franco? Ritrovo un amico che non vedevo da tantissimi anni. Dopo i tanti, ...ma ti ricordi, inforcano le loro bici e in un attimo spariscono dietro una curva. Nella piccola pausa mentre mi rifocillo, mi stupisco del mio stato fisico, pensavo di essere più stanco, felice di questo decido di allargare il giro. Dopo una occhiata al gps prendo il sentiero MPT Valle di Mandromini, con il proposito di interromperlo poco dopo nel caso in cui mi sentissi stanco o avessi altri problemi. Il sentiero è bello grande e si snoda con piccoli sali scendi, supero una area di sosta a Pian della Pozza e zizzagando per evitare gli ostacoli posti sul sentiero arrivo a Pian di Pozze, dove avevo deciso di fare il punto delle mie condizioni fisiche e valutare il da farsi. Ignoro il sentiero a destra in salita che in breve mi avrebbe riportato indietro accorciando il giro e decido di andare avanti. Il sentiero diventa stretto e rapidamente scende di quota WP4 e, mentre procedo penso che poi dovrò risale, ma le gambe girano bene e il morale è alle stelle, quindi avanti. Dai piccoli spazi che il bosco lascia aperti posso vedere il profilo dei monti, il crinale che dal Libro Aperto arriva al Poggio dei Malandrini. I piccoli zig zag di prima, adesso diventano dei larghi giri per evitare gli alberi e i rami caduti per il peso della tanta neve caduta nell’inverno passato. Il mio buon orientamento e il gps sono di grande aiuto per non perdere il sentiero (consiglio di non avventurarsi a chi ha poca esperienza o sprovvisto di traccia). Il sentiero esce dal bosco e in salita, oltrepassata una sorgente WP5, attraversa delle mirtillaie e arriva ad intersecare il CAI 20, con il quale arrivo al Passo del Cancellino a q. 1632. Riparto dopo una breve pausa, prossima sosta al mio amato rifugio di Portafranca a q. 1580 WP7, al quale arrivo percorrendo il CAI 5 e superata la fonte dell’Uccelliera a q. 1672 WP6 il CAI 35. La leggera brezza gonfia le bandiere che due giorni fa non abbiamo tolto dal pennone, mentre una giovane coppia si gode il sole. Sono le una del pomeriggio, mi siedo ad un tavolo e consumo un veloce pranzo, pensando a tutti i lavori fatti nelle ultime settimane. Piccoli e grandi lavori, che sommati ai nuovi infissi gli hanno dato un aspetto nuovo riportando ai vecchi splendori il rifugio. Tutto questo è costato fatica e molto impegno, ma ne è valsa la pena, e i complimenti degli avventori ci ripagano ampiamente degli sforzi profusi. Il rumore lontano di tuoni mi riporta alla realtà, chiudo lo zaino e riparto, le prime gocce mi raggiungono al Passo della Nevaia a q. 1635, mentre i tuoni si fanno sempre più vicini e rumorosi. Il bosco mi fa da ombrello, oltrepasso il rifugio del Montanaro a q. 1567, cominciando a scendere di quota rapidamente, ma per mia fortuna il temporale cambia direzione. Ai 1362 m. del Rombiciaio seguo a destra arrivando a percorrere a ritroso il percorso dell’andata fino ad arrivare al punto di partenza, il paese di Maresca. Le gambe che da un po' davano segno di stanchezza, adesso sono proprio sfinite, non ne hanno più. Stanco morto, ma strafelice raggiungo la fermata del bus, con il quale torno a casa.

Come recita una canzone di Vasco Rossi: IO SONO ANCORA QUA, EH GIA’.

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