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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

22 ottobre 2021

 

  ANELLO DEI CRINALI

Escursione ad anello nell’alto Appennino Fiorentino. Itinerario suggestivo ed impegnativo, che percorre aspri crinali, per poi scendere al rifugio I Diacci attraversando pascoli e faggete. In un ambiente naturale incontaminato all’interno del complesso Demaniale Giogo – Casaglia.

Data: 17 Ottobre 2021

Partenza: Dall’amena località di Piedimonte, nelle vicinanze di Palazzolo sul Senio. Che si raggiunge con l‘autostrada A11, quindi la A1, con uscita a Barberino del Mugello. Si percorre inoltre la S.p.131, la S.s.65, la S.p.129, la S.p.551, la S.r.302, la S.p.477.

 Note: L’itinerario si presenta abbastanza impegnativo, sotto l’aspetto fisico. Si percorrono crinali boscosi a tratti in ripida salita, alternati a balzi di roccia sia in salita, ma soprattutto in ripida discesa. In un contesto naturale incontaminato.

Fonti: Si trova solo una fonte all’inizio, a Piedimonte. Chiedendo alla proprietà. Quindi è opportuno partire provvisti di acqua.

Sentieri: CAI 607, CAI 701, CAI 739. E altri sentieri non segnati. Come sempre si consiglia di camminare con le tracce gps e la cartina della zona che intendiamo percorrere.

Itinerario: Approfitto dell’approssimarsi della fine della stagione al rifugio di Portafranca, che anche quest’anno mi ha visto molto presente, per compiere un’escursione con gli amici del CAI di Pistoia. L’itinerario si snoda nell’alto appennino fiorentino, in odore di Romagna, un territorio che conosco molto poco, ma che per gli aspetti naturali incontaminati che presenta mi incuriosisce e affascina molto.

L’alzataccia e il lungo viaggio di trasferimento non toglie il buonumore, quindi in totale rilassamento e allegria raggiungiamo la località di partenza dell’escursione. Piedimonte, amena località posta alla fine di una piccola e verde vallata, vicino a Palazzolo sul Senio, ultimo lembo di Toscana.

Dopo aver fatto rifornimento d’acqua WP1 partiamo dalla bella chiesetta in una fresca ma bella mattinata, imboccando il CAI 607, che sale sul crinale di Galestro tra boschi, radure e tratti totalmente spogli. Dai quali lo sguardo può spaziare sulla valle di Campanara, sul passo della Sambuca, sui monti Carzolano e Castellaccio e bearsi della bellezza che ci circonda. Circa a metà della salita si notano in basso a sinistra i ruderi di Ciriegiolo, un antico insediamento della zona. Viene naturale una considerazione, e cioè di quanto doveva essere dura la vita in tempi neanche troppo lontani, e di quanto siamo fortunati adesso, in cui diamo tutto per scontato. Con il tipico “elastico” che avviene quando il gruppo è numeroso avanziamo in ripida salita, con alcuni tratti da percorrere tra grandi massi e con un divertente passaggio che si avvale di una scaletta per superare un alto scoglio. Percorsa una faggeta e successivamente un’abetaia, in discesa arriviamo ad una larga strada forestale di crinale, contrassegnata come CAI 701. Seguiamo a sinistra verso il passo della Sambuca in leggera e facile salita, e raggiunta un’ampia conca prativa superiamo per poi richiudere un cancello, il quale delimita un pascolo. Proseguiamo a destra con il CAI 739 ancora in leggera salita, alla fine della quale costeggiamo un laghetto e i ruderi dell’Altello, per poi in facile discesa arrivare in breve al bel rifugio dei Diacci, dove effettueremo la sosta pranzo. Il rifugio è composto da più edifici, e vista la vicinanza ad un parcheggio è frequentato da un bel numero di persone (non oso immaginare cosa ci può essere nei mesi estivi). Ripartiamo in salita con la strada sterrata che proviene dal vicino parcheggio. Lo superiamo a sinistra ripercorrendo un breve tratto del CAI 701, fino all’imbocco a destra del sentiero non segnato, in corrispondenza di una grossa pietra, che ci riporterà al punto di partenza. Si scende nel bosco lungo il crinale parallelo a quello percorso in mattinata, a tratti molto ripido, nei quali è necessario prestare molta attenzione. Oltrepassiamo il piccolo rifugio non gestito di Riaccio, per poi allentare la tensione percorrendo la larga e comoda sterrata, con la quale attraversiamo il fondovalle e i prati che circondano la chiesetta di Piedimonte.

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12 ottobre 2021

 

POPIGLIO - PRATO BELLINCIONI

PIAN di NOVELLO

Da Popiglio con la strada dei cacciatori, per poi percorrere la sterrata del Vallone, e la forestale di Pian di Rasoi. Arrivando al Prato Bellincioni con il CAI 100 di crinale. E arrivare alla fine dell’escursione con quella che d’inverno diventa la pista da sci di fondo di Pian degli Ontani e di Pian di Novello. 

Data: 29 Settembre 2021

Partenza: Dal paese di Popiglio, che si raggiunge con la S.R. 66 e successivamente con la S.S. 12. E' servito dai mezzi pubblici del COPIT, che anche questa volta ho usato per raggiungere il paese di partenza.

Note: Il percorso nel primo tratto non presenta difficoltà che invece troviamo percorrerndo il CAI 100. Avendolo trovato all’inizio con segni vecchi (dopo cambia in meglio) e ostruito da tantissimi rami spezzati, per cui il progredire è risultato difficoltoso. Ritengo utile e necessario avere buon colpo d’occhio, e la traccia GPS. 

Fonti: Si trovano due fonti all’inizio e quattro alla fine. 

Sentieri: Strade forestali, CAI 100 – Sentiero MPT, CFS 6.

Itinerario: Parto dalla piazza antistante alla bella chiesa di Popiglio, alla quale dedico una visita, che merita ampiamente. Riempio le borracce WP1 a q. 522 e dalla parte opposta della piazza seguo in ripida salita via del Convento, quindi a sinistra in pari via dell'Arco Lungo. Con via delle Monache oltrepasso l'arco sotto al quale “veglia” una Madonnina, percorro via C. di Proceppolo, con la quale arrivo alla fine della strada lastricata. Continuo a sinistra in salita sempre su lastricato percorrendo il sentiero del “pastore” (L'antica strada che collegava la fortezza con Popiglio) arrivando ad una strada asfaltata, proseguo a dritto sempre in salita con via Piastra giungendo in una piazzetta nella parte alta del paese. Seguo a sinistra via Ferrari, poche decine di metri e continuo su sterrato a destra in salita con la strada dei cacciatori a q.632 WP2. All’inizio in ripida salita, poi più dolce, arrivo ad uno spiazzo in corrispondenza di una strada asfaltata, che lascio subito per continuare a sinistra su larga sterrata. La strada con ampi tornanti segue la verde vallata e costeggia alcune abitazioni WP3 a q 841, per concludersi a casa Vallone, dove incontro Mario, il padrone di casa e della tenuta, il quale mi da molte dritte sul percorso che voglio fare. Proseguo oltre la sbarra con la larga forestale, e mentre penso alle informazioni avute, non mi accorgo del bivio con il CAI 100. Poco male, lo intercetterò più su con il sentiero MPT che seguirò a sinistra poco più avanti a q. 1102 WP4. Piano piano guadagno quota, fino a raggiungere il crinale, che seguo con qualche difficoltà dovuta ai tanti rami e alberi caduti che ostruiscono il sentiero ed ai segni bianco rossi sbiaditi, vecchi, ma per fortuna, ho il gps che mi aiuta. Dopo un pò, continuo sul lato opposto del crinale, sul lato ovest costeggiando i ruderi di una piccola costruzione, forse usata come rifugio dai carbonai di una volta. Continuo con vari saliscendi godendo di panorami stupendi a q.1272 WP5 e a q. 1307 WP6, su cui spicca l’inconfondibile sagoma del Balzo Nero. Adesso più di prima bisogna prestare molta attenzione e tra segni poco visibili o inesistenti e rami caduti, sbaglio seguendo un evidente sentiero, per fortuna mi accorgo presto dell’errore. Tornato a q.1336 WP7 seguo a destra e subito a sinistra in salita a q. 1324 WP8 e, tornando fuori dal bosco, arrivo al bivio per Fonte Fredda, che ignoro. Aggiro il m. Caligi e m. Piramide dove i segni CAI sono molto freschi ed evidenti, ma in compenso sono aumentate le difficoltà nel progredire a causa dei moltissimi rami caduti. Per fortuna alla fine di una discesa arrivo in località Prato Bellincioni a q. 1428, dove posso allentare la pressione e mi posso riposare consumando il pranzo ad uno dei tavoli. Prato Bellincioni è una grande radura, un enorme prato dove spiccano alcuni alberi secolari e, a giudicare dai molti tavoli e dalle varie attrezzature per picnic, deve essere molto frequentato, per fortuna oggi c’erano pochissime persone, 6 in tutto! Il sentiero CFS 6 non mette pressione come quello percorso in precedenza, per cui scendo in tranquillità, arrivando poco dopo a percorrere la pista di fondo di Pian degli Ontani  e Pian di Novello che si sviluppa in poche e dolci salite e lunghe e blande discese, che ho percorso durante la bella escursione Popiglio – Abetone. Faccio scorta d’acqua a q. 1180 in località Lagacciolo WP9, una bella struttura della forestale, ubicata nella Riserva Biogenetica di Pian degli Ontani. Poco dopo arrivo all’orto di Giovannino a q.1241 WP10, dove oltre alla fonte, alcuni artisti hanno lasciato opere scultoree da loro create. Molto bello e interessante. Ritrovando l’asfalto oltrepasso altre due fonti, a q. 1161 WP11, e a q. 1157 WP12, prima di arrivare al piazzale di Pian di Novello.

L’escursione è risultata molto impegnativa a causa delle difficoltà incontrate, nonostante fosse da tempo che desideravo farla, molte volte mi sono domandato chi me lo aveva fatto fare! E’ anche vero che se non l’avessi fatta mi sarebbe rimasto il rammarico di non averla percorsa, quindi va bene così.

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  POPIGLIO - ABETONE

Da Popiglio ad Abetone. Con le due torri di sentinella, per poi percorrere le strade forestali di Pian di Rasoi, La Piastra – Fonte Fredda, l’anello forestale di Pian degli Ontani e di Pian di Novello e i viali di Regina Elena e Regina Margherita.

Data: 6 Settembre 2021

Partenza: Dal paese di Popiglio, che si raggiunge con la S.R. 66 e successivamente con la S.S. 12. E' servito dai mezzi pubblici del COPIT, che anche questa volta ho usato per raggiungere il paese di partenza.

Note: Non ci sono particolari difficoltà, ma per i tanti chilometri è adatto a persone allenate. Si percorrono comode strade sterrate e strade forestali. Ritengo sempre consigliabile percorrere i sentieri con le tracce GPS. 

Fonti: Fare rifornimento in paese, non si trovano più fonti per un lungo tratto. Dopo se ne trovano cinque in pochi chilometri!

Sentieri: Cammino di S. Bartolomeo, Strade forestali, CFS 14.

Itinerario: Parto dalla piazza antistante la bella chiesa di Popiglio, alla quale dedico una visita, che merita ampiamente, purtroppo il museo d’arte sacra è ancora chiuso. Riempio le borracce WP1 a q. 523 e dalla parte opposta della piazza seguo in ripida salita via del Convento, quindi a sinistra in pari via dell'Arco Lungo. Successivamente con via delle Monache oltrepasso l'arco sotto al quale “veglia” una Madonnina, percorro via C. di Proceppolo, con cui arrivo alla fine della strada lastricata. Continuo a sinistra in salita sempre su lastricato percorrendo il sentiero del “pastore” (L'antica strada che collegava la fortezza con Popiglio), arrivando ad una strada asfaltata, proseguo a dritto sempre in salita con via Piastra giungendo in una piazzetta nella parte alta del paese dalla quale continuo a sinistra in via Ritondolo e con ampi gradoni arrivo alla fine del paese, dove c’è la possibilità di prendere acqua WP2 a q. 630. Oltrepassato l’arco proseguo a dritto su sterrato e percorse alcune centinaia di metri continuo ancora a sinistra in salita nel bosco a q. 661 WP3. Seguendo la traccia gps e i segni gialli del cammino di S. Bartolomeo, da me percorso in passato, quando muoveva i primi passi, raggiungo un pianoro su cui spicca la prima torre e successivamente salgo alla seconda torre. Sotto gli alti faggi inizia un bel sentiero che superata una catena arriva ad uno spiazzo e successivamente, sulla strada asfaltata che lascio subito per continuare a sinistra, su larga sterrata. La strada segue con ampi tornanti la verde vallata e costeggia alcune abitazioni, dove in località Lapideto troviamo una fonte WP4 a q.804 (non se ne trovano altre se non alla fine) per concludersi a casa Vallone. Proseguo oltre la sbarra con la larga e comoda forestale, con la quale continuo in località Pian di Rasoi a q. 1086, ignorando i sentieri laterali. Alcuni speroni rocciosi interrompono il bosco per un breve tratto. Una corta e ripida salita per poi continuare in una lunga discesa nel comprensorio La Piastra – Fonte Fredda, fino ad arrivare ad una sbarra. Proseguo a sinistra in salita nell’anello forestale di Pian degli Ontani e di Pian di Novello, alla cui fine torno a percorrere una strada forestale in una lunga e dolce discesa. Faccio scorta d’acqua a q. 1206 in località Lagacciolo WP5, una bella struttura della forestale, ubicata nella Riserva Biogenetica di Pian degli Ontani. Poco dopo arrivo all’orto di Giovannino a q.1227 WP6, dove oltre alla fonte, alcuni artisti hanno lasciato opere scultoree da loro create. Molto bello e interessante. Ritrovando l’asfalto oltrepasso altre due fonti, a q. 1184 WP7, e a q. 1181 WP8, prima di arrivare al piazzale di Pian di Novello. Volendo potremmo interrompere qui l’escursione, il paese è servito dai mezzi pubblici del COPIT, oltre ad offrire altri servizi. Io continuo costeggiando dall’alto il campeggio percorrendo la S.p. 20, per fortuna poco transitata, oltrepasso una zona picnic WP9 a q. 1255 e la strada laterale per l’Orto Botanico, per poi arrivare al Lago Bacciolo, con fonte e zona picnic WP10 a q.1300. Proseguo con il CFS 14-Regina Elena, prima in salita e quindi in discesa, alla cui fine seguo a sinistra con il percorso dell’Amicizia-Regina Margherita in corrispondenza della caserma dei CC Forestali. La strada forestale prosegue in leggera salita, ed è punteggiata da varie installazioni artistiche. Attraversando un magnifico bosco di abeti, in breve arrivo alla fine del percorso, in piazza all’Abetone.

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ABETONE-LAGO NERO-TRE POTENZE

M. GOMITO-ABETONE

Escursione ad anello nell’alto appennino pistoiese – modenese. Con salita all’Alpe Tre Potenze passando dal Lago Nero, e traversata al m. Gomito salendo i Balzi della Fariola. Percorrendo quest’ultimo tratto con il CAI 00, consigliato ad escursionisti esperti.

Data: 22 Settembre 2021

Partenza: Dal paese di Abetone, che si raggiunge con la S.R. 66 e successivamente con la S.S. 12. E' servito dai mezzi pubblici del COPIT, che anche questa volta ho usato per raggiungere il paese di partenza.

Note: Il percorso fino al Lago Nero non presenta nessuna difficoltà. La salita all’Alpe Tre Potenze, e la salita al monte Gomito richiedono buoni polmoni, nervi saldi e assoluta mancanza di vertigini. Quest’ultimo pezzo di sentiero è classificato EE, per escursionisti esperti. Anche se facili si devono superare arrampicando tre sbalzi di roccia. Nel primo tratto del percorso si costeggiano alcune installazioni artistiche.     

Fonti: Si trova un solo punto dove fare rifornimento di acqua, poco prima del Lago Nero, all’intersezione tra il CAI 102 e il CAI 104. Ci sono stati anni in cui d’estate la sorgente non buttava. Quindi è bene partire con abbondante scorta. 

Sentieri: CAI 80, CAI 102, CAI 104, CAI 100, CAI 00.

Itinerario: Escursione molto bella e gratificante, con il bosco e la montagna che stanno assumendo i caldi colori autunnali, in una bellissima giornata settembrina. In una parte di appennino rimasto ancora integro.

Parto dalla piazza dell’Abetone a q.1380 e dopo essere salito alla piazzetta del Comune, seguo a sinistra inoltrandomi nel bosco con la forestale viale Regina Elena, dove diversi artisti hanno installato alcune opere. Prima in falsopiano e poi in discesa arrivo a prendere a destra il viale Regina Elena - CAI 80 su asfalto in corrispondenza della caserma dei CC Forestali. Superata una sbarra continuo con la larga forestale in leggera salita. Al bivio continuo a dritto evitando la discesa al lago Bacciolo, attraverso una pista da sci e a metà di una corta salita in mezzo al bosco, continuo con il CAI 102 che proviene dalle Regine, arrivando ad un bivio con una panchina in pietra. Seguo a sinistra in falsopiano con il CAI 102 e poco dopo supero il Balzo di Peppone, una parete rocciosa adibita a palestra di roccia. Continuo sempre dritto evitando tutte le deviazioni mentre il sentiero si allarga e diventa a tratti sconnesso, arrivo in corrispondenza di un ponticino con un corso d’acqua alla destra e una ripida e sconnessa salita di fronte. Poco dopo la fine della dura salita arrivo ad incrociare il CAI 104 che proviene da sinistra, dal parcheggio del Sestaione. Riempio la borraccia alla sorgente WP1 a q. 1601, è l’unica, non se ne trovano altre su tutto il percorso. Proseguo con il CAI 104, che evito di seguire quando continua a destra in salita costeggiando un corso d’acqua, e continuo seguendo il largo sentiero non segnato. Con il quale con un giro un pochino più lungo, ma più comodo, ritrovo i segni bianco rossi e una bella veduta sulle Tre Potenze. Una corta ma dura salita in mezzo al bosco di faggi, alla fine della quale arrivo ad un bel pianoro, e seguendo a destra in pochi minuti giungo al Lago Nero, a q. 1730. Bellissimo, particolarmente in questa stagione, dove prevale il colore rosso ruggine che le piante di mirtillo stanno assumendo preparandosi all’inverno. Sono solo in mezzo a tanta bellezza, seduto ad un tavolo davanti al rifugio e a questo grande anfiteatro che da Campolino arriva al m. Gomito. Riparto tornando indietro e seguendo il CAI 100 arrivo a q. 1751, Foce dei Mori, dove prendo seccamente a destra e seguendo il filo di crinale arrivo ai 1940 m. dell’Alpe Tre Potenze. 360° di bellezza, il Lago Nero, il Lago Piatto, l’imponente struttura dell’ing. Lapo Farinati, il passo di Annibale, Foce a Giovo e la grandiosa strada Ducale, Il m. Giovo e il Rondinaio, e più lontano le Apuane. Che meraviglia! La discesa mi porta ai 1786 m. del passo della Vecchia, evito di prendere il CAI 519, che segue il crinale e continuo con il CAI 00 che aggira il versante est dei Denti della Vecchia, dove alcuni passaggi richiedono la massima attenzione. Ai 1770 m. del passo della Fariola devo nuovamente decidere tra il sentiero basso che taglia il costone della montagna, o quello che seguendo il crinale supera i balzi della Fariola e arriva in cima al m. Gomito. Ed è classificato EE, per escursionisti esperti. Il desiderio di arrivare alla Croce del m. Gomito, mi fa decidere per quest’ultimo. Quindi, via, uno dietro l’altro supero i balzi di roccia, di 1° e 2° grado, per poi arrivare in cima al m. Gomito a q.1892 dove svetta il grande impianto sciistico. In breve arrivo ai 1889 m. dove si innalza la grossa Croce, dove alcuni anni fa sono passato d’inverno, con le ciaspole. Torno indietro per poi scendere al rifugio della Selletta a q.1713 ritrovando il CAI 00 che segue lo stradello di raccordo e che d’inverno diventa una pista da sci. Mi siedo ad uno dei tavoli esterni, il sole è ancora alto e caldo, il cielo è di un azzurro intenso, quasi mi dispiace tornare giù. Con calma scendo seguendo la pista da sci della Selletta, con la quale torno al punto di partenza.

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