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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

25 febbraio 2023

 

MONTE AMIATA EAI

Di nuovo con le ciaspole, di nuovo con il CAI Pistoia. Questa volta sul Monte Amiata, purtroppo senza neve.   

Data: 19 Febbraio 2023

Partenza: Dalle pendici del Monte Amiata, dalla località La Marsiliana. Che si raggiunge percorrendo la A11, quindi la A1, la superstrada per Siena, e la E78 Siena Grosseto. Raggiunto Paganico si segue la Sp per Vetta Amiata.   

Note: Facile itinerario nei boschi del Monte Amiata, purtroppo senza neve. Partiti dalla località Marsigliana fino alla Croce di vetta, in una giornata grigia e nebbiosa.

Fonti: Sul percorso non si trovano fonti, ma in vetta si trovano tanti bar e ristoranti. 

Sentieri: CAI 650, CAI 650V. 

Itinerario: Alle 6:30 ci ritroviamo come al solito quando ci sono le uscite sezionali, arriviamo alla spicciolata e assonnati, siamo una quindicina. Per strada troviamo poche macchine, per cui, a parte i tanti autovelox incontrati, viaggiamo spediti. Ai 1450 m. della Marsigliana troviamo altre tre persone, con le quali abbiamo appuntamento, una delle quali è del CAI di Siena, che oggi ci guiderà.  Anche se la neve è scarsa, partiamo con le ciaspole ai piedi con il CAI 650 in facili e dolci saliscendi, e come temevamo poco dopo siamo costretti a toglierle. In località La Vecchiarella, punto panoramico sul Crino dei Pizzicatopi, ha inizio una lunga e ripida salita, fino a raggiungere la strada asfaltata in località Pian della Piscina a q. 1580. Dopo una piccola sosta ripartiamo con le ciaspole ai piedi ancora in ripida salita, in corrispondenza di una Via Crucis. Con la quale arriviamo sotto la statua della Madonna degli Scout, posta sopra dei grossi massi, a 1735 m., punto più alto del Monte Amiata. Pochi minuti ci separano dalla grossa Croce, oggi seminascosta dalla nebbia. Dopo la foto di rito, scendiamo poche decine di metri, per fermarci per il pranzo. Nel 2017 io e Claudia siamo partirti da qui, e percorrendo il Vetta Mare siamo arrivati a Porto Ercole sull'Argentario. Considerato la mancanza di neve, viene deciso di non completare il percorso previsto, e di prendere la via più corta per tornare al punto di partenza. Quindi prendiamo a scendere nel bosco avendo come punto di riferimento gli impianti sciistici. Sicuramente lo stile lascia un po a desiderare, anzi è molto “random”, però è molto efficace, oltre che divertente, (non per tutti) infatti in poco tempo arriviamo alle macchine. Rapido saluto, considerato il tempo che servirà per tornare a casa ci mettiamo subito in viaggio. Alla prossima.   

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18 febbraio 2023

 

CASA COPPI – FOCE A GIOVO – PASSO DI ANNIBALE – BALZO DELLE ROSE EAI

Bellissima escursione con le ciaspole, che permette di attraversare uno dei punti di maggior fascino dell’Appennino. In un ambiente di rara bellezza, reso unico e severo dalla neve. Con vedute suggestive a 360° del crinale Tosco-Emiliano.  

Data: 15 Febbraio 2023

Partenza: Da Casa Coppi. Raggiungibile percorrendo la Sr 66, quindi si segue la Ss dell’Abetone e del Brennero, con cui si supera il paese dell’Abetone, per poi scendere nel versante emiliano. Prima di raggiungere Fiumalbo, si segue a sinistra la strada per la Val di Luce.   

Note: Il percorso non presenta grosse difficoltà tecniche. Il tratto da Foce a Giovo al Passo di Annibale è adatto SOLAMENTE A PERSONE CON ESPERIENZA.      

Fonti: Non si trovano fonti sul percorso. 

Sentieri: CAI 507, CAI 519, CAI 515, CAI 515A.

Itinerario: Ennesima uscita con le ciaspole insieme a Raffaello e Roberto, destinazione il Balzo delle Rose. Partiamo dai 1357 m. di Casa Coppi, imboccando la via Ducale, identificata con sentiero CAI 507. Percorrendo gli stretti tornanti guadagnamo quota, e, mentre procediamo decidiamo di tentare un’impresa, che conoscendo il territorio sappiamo essere impossibile, ma mai direi mai… E’ una bellissima giornata, il sole comincia a scaldare, così ci alleggeriamo con il vestiario, mentre scherziamo su chi stasera avrà l’abbronzatura migliore. Sbucati da una curva si parano davanti a noi, maestosi come sempre il monte Giovo e il Rondinaio, che brillano sotto il sole. Arrivati ai 1645 m. WP1 oltrepassiamo il piccolo rifugio Foce a Giovo, per arrivare poco dopo alla piccola Cappellina di Foce a Giovo a q. 1664 WP2. Ripartiamo dopo una piccola sosta con il CAI 519, e subito cominciano le cose serie. Tratti di ripida salita e alcuni traversi per niente banali, e le due cose spesso coincidono, ci impegnano un po, però l’esperienza di anni di montagna ci permette di arrivare al passo di Annibale a q. 1783 WP3, senza problemi. Sotto di noi le piste da sci della Val di Luce, contornate dalla Femminamorta, dall’Alpe Tre Potenze, dal Dente della Vecchia e dal Gomito. Tutto reso più affascinante dall’atmosfera invernale, una meraviglia. Come temevamo il crinale verso il Balzo delle Rose non è praticabile, il rischio è troppo grosso, quindi dietro front, ma non per il solito percorso. Stando attenti a non fare cavolate ci buttiamo giù nella neve fresca, cercando di tagliare il percorso per tornare sulla strada del Duca. Come bambini che vedono la neve per la prima volta. Raggiunto l’obiettivo, torniamo indietro fino ad incrociare il CAI 515, con il quale raggiungiamo il crinale, che in questo punto, tranne qualche passaggio obbligato, è abbastanza largo. E successivamente il Balzo Delle Rose a q. 1739 WP4. Da cui si dominano a 360° le principali vette: il Rondinaio e il Giovo da una parte, il Gomito, il Dente della Vecchia e Le Tre Potenze dall’altra, formando infatti una cornice di paesaggi veramente incredibile. Inoltre, nitidamente si può ammirare la Pietra di Bismantova, mentre le Alpi in lontananza si vedono offuscate. Adesso non rimane altro che tornare al punto di partenza, mettendo fine ad una giornata meravigliosa. Ma prima di prendere la strada di casa, scendiamo a Pievepelago, dove ci concediamo un’ultima chicca, immergendoci in un punto vendita di un caseificio. Alla prossima.

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13 febbraio 2023

 LA VIA ROMEA DEL CHIANTI

“C’è un solo posto nel mondo dove il quotidiano si specchia così compiutamente nel sublime, in un mirabile intreccio di natura e cultura… E' la Toscana”                                             Stendhal

Via Romea Sanese: un antico cammino da Firenze a Siena tra i filari del Chianti.

Era una delle dieci “strate et vie maestre” della campagna fiorentina.

La via Sanese, o di Sanctus Donatus in Pocis, con riferimento al borgo di S. Donato in Poggio, che fu per tutto l’alto Medioevo, l’itinerario più importante e più breve che univa Firenze a Siena.  

Un itinerario che ha però origine ancora più antiche, il tratto iniziale coincideva con la strada regia romana, per poi separarsene e arrivare alla città del palio attraverso le colline.

Dal XIII secolo, con l’affermarsi dei pellegrinaggi verso Roma attraverso i passi appenninici del Mugello, la via divenne sempre più importante, poiché a Siena si ricongiungeva alla Via Francigena, con la quale i pellegrini raggiungevano la città dell’Urbe. (Ad Limina Petri)

La Comunità Toscana il Pellegrino ha riscoperto, segnato e valorizzato questo percorso, e l’ha chiamato La Via Romea del Chianti, (la via Sanese del Prof. Stopani). Romea, come tutte le strade che conducono a Roma, e del Chianti, perché attraversa una delle più belle e rinomate zone della Toscana.   

Il Chianti è un concentrato di bellezze naturali, d’arte, e di enogastronomia. Un susseguirsi di paesaggi collinari, di strade bianche e di sentieri che corrono in mezzo a boschi, vigneti e oliveti. E’ la scoperta di piccoli borghi, abbazie e castelli, viali bordati di cipressi che conducono ad antiche fattorie.

 

Visualizza i post delle singole tappe:

Tappa nr. 1: Firenze – S. Casciano VP

Tappa nr. 2: S. Casciano VP – S. Donato in Poggio

 

 

FIRENZE – S. CASCIANO V.P.

Data: 17 Settembre 2022  

Partenza: Da Piazza della Signoria a Firenze.  

Note: Il percorso non presenta difficoltà oggettive. Basta un minimo di allenamento.

Fonti: Lungo il percorso si trovano poche possibilità di fare rifornimento. Quindi è bene partire con le borracce piene.

Sentieri: Si percorrono le strade “murate” tipiche dei dintorni di Firenze, strade bianche e sentieri boscati segnati abbastanza bene con gli adesivi della Comunità Toscana il Pellegrino di Firenze. Per ogni evenienza le tracce gps è sempre bene averle.

Itinerario: Ad alcuni amici del CAI di Pistoia lancio l’idea di proporre un’escursione alla sezione. Per la vicinanza, per la relativa facilità nel percorrerla, ma soprattutto per la sua bellezza, la scelta cade sulla Romea del Chianti. Che ovviamente viene messa in calendario. L’itinerario Firenze Siena io l’ho percorso anni fa in tre giorni, ma per renderlo accessibile a tutti l’abbiamo diviso in quattro tappe. Per motivi di tempo quest’anno percorreremo le prime due, mentre il prossimo anno con le altre due tappe arriveremo in piazza del Campo a Siena.

Dopo le rinunce dell’ultimo momento, ci ritroviamo in 14 alla stazione di Pistoia. Nonostante che per qualcuna delle partecipanti sia molto presto, il viaggio si svolge in allegria. Dalla stazione ferroviaria di Firenze, a piedi attraversiamo il centro storico, per raggiungere il punto di partenza posto in piazza della Signoria, mentre la città si sveglia. In piazza ci aspetta Luca Roschi, il quale ci consegna le Credenziali, passaporto del cammino, che con gioia e sorpresa consegno ai “pellegrini”, i quali sono estasiati dalle bellezze che ci circondano non ancora prese d’assalto dalle orde di turisti. Partiamo carichi di allegria, gli Uffizi, il ponte Vecchio, piazza Pitti, e con porta Romana lasciamo dietro di noi il centro e il traffico che comincia a essere rumoroso. Con le “strade murate” arriviamo al Galluzzo, dove possiamo ammirare dal basso la bella e imponente Certosa di Firenze. Al culmine della breve salita seguiamo il sentiero sopra strada che costeggia l’Edicola Votiva della Madonna, protettrice di Firenze. Continuiamo a destra percorrendo una strada priva di traffico, oltrepassiamo il ponte, giunti al bivio continuiamo a destra in salita, e poco prima del piccolo borgo di S. Cristofano in Viciano, come ampiamente annunciato, comincia a piovere. Il cielo, che nel frattempo si è fatto completamente nero, non promette niente di buono, infatti il temporale ci coglie mentre costeggiamo il cantiere di una casa in costruzione, per cui, per fortuna abbiamo un riparo. Dopo un’oretta ripartiamo, ed in breve arriviamo alla strada provinciale che seguiamo a sinistra. Poche centinaia di metri e torniamo su sterrato oltrepassando una sbarra, seguiamo il sentiero a dritto in salita nel bosco, per poi tornare sulla provinciale, con la quale arriviamo a Chiesanuova, paese famoso per la schiacciata, e Giotto è l’interprete più rinomato. Ripartiamo seguendo una strada bianca, quindi un sentiero nel bosco, per poi tornare su asfalto, con cui arriviamo a S. Andrea in Percussina, paese famoso per aver dato i natali a Niccolò Machiavelli. Poco dopo oltrepassiamo il paese di Spedaletto e prima in discesa, poi in salita arriviamo al S. Casciano VP.  Pochi minuti ci separano dalla parrocchia di S. Cecilia a Decimo, dove passeremo la notte. La bellissima pieve, che Don Massimiliano ha messo a nostra disposizione è citata per la prima volta in un documento dell' 884. Doccia e riposo al solicello, che nel frattempo è tornato a splendere, poi a sera torniamo in paese per la cena al circolo della parrocchia, dove abbiamo mangiato molto bene, e ci hanno viziato in tutti i modi.

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 S. CASCIANO V.P. - S. DONATO in POGGIO

Data: 18 Settembre 2022

Partenza: Dal paese di S. Casciano V.P.

Note: Il percorso non presenta difficoltà oggettive, salvo prestare molta attenzione in alcuni punti del percorso. Le tracce gps aiutano molto. E’ necessario avere un buon allenamento.

Fonti: Lungo il percorso si trovano poche possibilità di fare rifornimento. Quindi è bene partire con le borracce piene.

Sentieri: Si percorrono strade bianche, sentieri boscati e pochissimo asfalto. Il percorso è segnato abbastanza bene con gli adesivi della via.  

Itinerario: Una bellissima alba preannuncia una stupenda giornata, bella perché sarà una giornata piena di sole, di passi e di allegria. E bella perché attraverseremo una parte di territorio che tutto il mondo ci invidia.

Lasciamo la bellissima Pieve alle prime luci del giorno per tornare in paese dove facciamo una bella colazione, mentre due amici arrivati da Pistoia si aggiungono al gruppo. Usciti da S. Casciano il nostro sguardo viene rapito da alcune mongolfiere che piano piano si alzano in volo e guadagnano quota. In corrispondenza dell’agriturismo Le Corti oltrepassiamo un cancello (che va richiuso) per poi seguire una lunga sterrata che costeggia coltivi e vigneti. Attraversata la provinciale continuiamo in ripida salita, per poi attraversare oliveti e vigneti con una strada bianca, con la quale arriviamo alla splendida Pieve di S. Stefano in Campoli. Seguiamo la sterrata di fianco alla chiesa, per poi attraversare un vigneto, alla cui fine seguiamo a destra su sentiero nel bosco. Il gps mi aiuta ad individuare il breve passaggio nel bosco, prima di arrivare al bellissimo borgo del Podere Tignanello – Fonte dei Medici, risalente al XIII secolo. Attraversiamo un territorio degli Antinori, che qui hanno alcune delle vigne che gli esperti considerano tra le più belle del mondo, le quali producono alcuni dei vini più famosi e buoni (e costosi), del pianeta. I viandanti che sono con me, sono a bocca aperta, estasiati e meravigliati da tanta bellezza. Ma non è ancora finita, la giornata è ancora lunga, altro ci aspetta. Seguiamo la strada bianca che serpeggia tra filari di viti e il bosco, poi all’improvviso, dietro una curva un coro di ooohhhh, annuncia l’arrivo alla Badia di Passignano, sito di inequiparabile bellezza e scrigno di tesori artistici di incomparabile bellezza. Si riparte in ripida salita alla fine della quale si continua sull’ennesima strada bianca di crinale, con cui si attraversa il piccolo borgo di Rignana. Poco dopo prendiamo a destra per arrivare ad attraversare il torrente Pesa, dove qualcuno ne approfitta per mettere i piedi a mollo. Adesso ci aspetta una lunga e faticosa salita nel bosco, anche perché giunta alla fine del percorso. Usciti allo scoperto costeggiamo una vigna e una marginetta, per arrivare poco dopo alla fine del nostro itinerario, a S. Donato in Poggio. In attesa che arrivi il bus che ci riporterà a casa, ci riposiamo al bar con la consueta birretta e consumando di tutto e di più, ripensando al percorso dei due giorni, beandoci di tanta bellezza. L’appuntamento è al prossimo anno, per percorrere le altre due tappe della Romea del Chianti, e concluderla nella città del Palio, unendo così piazza della Signoria di Firenze a piazza del Campo a Siena.

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CASETTA PULLEDRARI - PORTAFRANCA EAI

Di nuovo verso il rifugio di Portafranca, questa volta dal versante di Maresca. Dalla Casetta dei Pulledrari. Un percorso poco frequentato d’inverno, e per niente banale.

Data: 26 Gennaio 2023

Partenza: Dalla Casetta dei Pulledrari. Che si raggiunge percorrendo la Sr 66 fino a Campo Tizzoro, quindi si segue la Sp Lizzanese fino a Maresca, infine la via del Teso.  

Note: Percorso non banale, per escursionisti con esperienza. Comunque è bene prestare moltissima attenzione ed essere sempre equipaggiati del kit di ricerca dispersi, Artva, pala e sonda. 

Fonti: Sul percorso si trovano due fonti. La prima poco dopo la partenza, e l’altra al rifugio del Montanaro, (non sempre butta). 

Sentieri: CAI 3, CAI 35, CAI 3, CAI 00, Sentiero MPT. 

Itinerario: Ritorniamo al rifugio di Portafranca dopo l’insuccesso dei giorni scorsi, quando non siamo riusciti ad aprire la porta d’ingresso a causa del ghiaccio. Questa volta siamo attrezzati allo scopo e determinati. Decidiamo di non rifare il percorso da Casa Corrieri, come la volta scorsa, ma di partire dalla Casetta Pulledrari, con un percorso diverso. Partiamo dal parcheggio antistante il camping del Teso, e, come vuole la prassi e il buon senso, indossando l’Artva con pala e sonda dentro lo zaino. Altra neve fresca è caduta dalla volta scorsa, creando un paesaggio da favola, ciaspoliamo in un bosco fatato. Ancora una volta procediamo dove ancora non è passato nessuno. Libidine su libidine. Con il CAI 3 oltrepassiamo la sbarra (peraltro aperta), e piano piano saliamo di quota, poco dopo aver superato a sinistra il passo del Rombiciaio a q. 1362, procediamo a destra con il CAI 35, con il quale arriviamo a Piangrande. Il CAI 35 d’estate è un bel sentiero, è un piacere percorrerlo, all’inizio scende un pochino, per poi risalire, ma dolcemente, immerso in una bella faggeta. Ma d’inverno con la neve cambia completamente, diventa infido, il sentiero sparisce, diventando un unico pendio, e non è infrequente trovare dei traversi ghiacciati. Insomma esperienza e colpo d’occhio fanno la differenza. Da Piangrande in una mezzoretta arriviamo a Portafranca a q. 1580 e, se fino ad ora eravamo immersi nella bellezza, adesso siamo arrivati in paradiso. Subito ci mettiamo al lavoro per il quale siamo venuti e, anche se riluttante a farlo, alla fine la porta si apre. Il freddo è intenso, quindi per prima cosa accendiamo una stufa, per poi completare gli altri lavoretti, alla fine ci concediamo un po' di riposo mangiando qualcosa. Ripercorriamo il CAI 35 dell’andata, fino ad incrociare di nuovo il CAI 3, non è presto, ma la giornata è troppo bella per concluderla presto... Sguardo d’intesa e prendiamo a destra in salita per arrivare poco dopo al rifugio del Montanaro a q. 1567, quindi oltrepassiamo il passo dei Malandrini a q. 1662, per poi scendere zizzagando come ragazzini nella neve fresca fra i faggi fino al passo della Maceglia a q. 1424. Procediamo a sinistra con il sentiero MPT che piano piano perde quota, fino ad incrociare di nuovo il CAI 3 con il quale arriviamo al punto di partenza. Si sta facendo tardi, al parcheggio è rimasta solo la nostra auto, ripartiamo con il tramonto che si tinge di rosso, degna conclusione di una bella giornata.

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MONTE BUCCIANA

Itinerario ad anello, molto bello sotto l’aspetto naturalistico e paesaggistico, nella bellissima riserva Naturale Acquerino Cantagallo. Segno distintivo dell’area sono le estese faggete, fra cui spicca il secolare Faggione di Luogomano, la cui chioma copre una superficie di 900 mq. Nelle rare praterie regna il cervo, che qui vanta esemplari eccezionali per la loro maestosità.

Data: 18 Dicembre 2022

Partenza: Dalla Cascina di Spedaletto, che si raggiunge con la Sp 24, Pistoia Riola.

Note: Anche se in alcuni tratti i segni bianco rossi del CAI sono sbiaditi, e le abbondanti piogge dei giorni scorsi hanno creato alcune criticità, il percorso non presenta particolari difficoltà. Da considerare che la seconda metà dell’itinerario, dalla Cascina Le Cave è molto solitario, non ci sono punti di appoggio. Dalla Foce di Cerbiancana alla vetta del Monte Bucciana i segni del sentiero sono poco evidenti.

Fonti: Nella prima metà del percorso si trovano diverse fonti, al contrario dalla Cascina Le Cave in poi non ce ne sono più.  

Sentieri: CAI 32, CAI 00 GEA-CAI 36, CAI 13.

Itinerario: Dopo le abbondanti piogge dei giorni scorsi, si presenta un giorno di sole, per cui, via... E’ da un pò di tempo che penso di fare un giro nella Foresta dell’Acquerino, e più precisamente al Monte Bucciana. Anche se vicina a Pistoia, la riserva Naturale Acquerino Cantagallo, colpevolmente è da me trascurata, ed è un peccato, perché è molto bella, e piena di posti di assoluto interesse paesaggistico e naturalistico.

Scendo dall’auto e vengo investito da un forte e freddo vento, mentre molte persone del soccorso alpino si danno un gran daffare. Scopro che questi “angeli” stanno facendo esercitazione nella ricerca di dispersi, aiutati anche da unità cinofile. Giacchetto ben chiuso, cappello, guanti e parto, arrivando poco dopo al passo degli Acquiputoli. Evito il sentiero CAI 32 che si inoltra nel bosco e che ho seguito in questa escursione, preferendo la larga forestale che inizia oltrepassata la sbarra, con la quale arrivo alla fonte delle Pellacchie a q. 910 WP1, posta poco fuori dalla forestale. Evito la deviazione a destra del CAI 432 che conduce alla Cascina Le Barbe e al rio omonimo, da me seguito in altra occasione. Al bivio successivo prendo a sinistra in lieve salita ed al bivio seguente seguo a destra arrivando al Capanno del Bindini a q. 899 WP2, dove è presente una fonte. Al lato della fontana continuo con il CAI 32, il quale su stretto sentiero scende fino ad arrivare a guadare il Rio Bacuccio, che le recenti piogge hanno ingrossato, creando inoltre un gran pantano. Prima in salita, quindi in leggera discesa seguo i segni bianco rossi del sentiero, il quale dopo aver attraversato un bel castagneto arriva alla piccola Cascina di Cerliano a q. 806 WP3, con la sua fonte. Situata in una grande radura, dove è facile vedere animali selvatici pascolare. Continuo a destra con la larga forestale sopra il rifugio, oltrepasso una fonte a q. 822 WP4 per poi arrivare alla bella Cascina Le Cave a q. 795, immersa in un grande castagneto. La Cascina è gestita da due giovani, un ragazzo e una ragazza, si può mangiare e ha più di venti posti letto. I ragazzi ispirano fiducia e il posto è molto bello, quindi sicuramente è una esperienza da fare. Riparto tornando al tornante prima della Cascina, per riprendere il CAI 32 a destra, il quale si inoltra nel bosco in salita più o meno ripida, fino ad arrivare al quadrivio in località Fregionaia WP5. Seguo a sinistra, adesso sul sentiero 00 GEA-CAI 36, in direzione del Monte Bucciana. Poco dopo seguo a destra, oltrepasso la fonte di Fonterebbi per poi arrivare alla Foce di Cerbiancana a q. 1113. Continuo a salire a destra in direzione dei 1220 m. della vetta del Bucciana, alla quale arrivo in breve tempo. Scendo velocemente, anche perché si sta facendo tardi, e continuo sullo 00 GEA, e sul percorso dell’ecomarcia Da Piazza a Piazza, i cui cartelli vedo già da un po'. Costeggio la Croce del Tedesco, un soldato caduto in mezzo al nulla nel 1944, da qui passava la Linea Gotica. Avrà lasciato a casa sicuramente una mamma, una famiglia, forse una fidanzata o una moglie. E poi per cosa… Con la testa che pensa a quel povero ragazzo e alle atrocità della guerra, arrivo alla Madonnina di Culipiana, dove la GEA 00 continua a sinistra, io proseguo a dritto con il CAI 13, arrivando di nuovo alla Cascina di Spedaletto, chiudendo così l’anello. Dalla famiglia Iori, pastori alla Cascina compro dell’ottimo formaggio, per poi mettermi in macchina e tornare a casa. Ottimo giro, sono contento, ho colmato una lacuna: salire sul Monte Bucciana.

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 DOGANACCIA-L. SCAFFAIOLO-PORTAFRANCA-MARESCA

Itinerario classico sulla Montagna Pistoiese, in una veste inconsueta per questo periodo. Ma sempre bello e appagante, anche per la solitudine con cui ho camminato.

Data: 4 Gennaio 2023

Partenza: Dalla Doganaccia, che si raggiunge percorrendo la Sr 66, quindi da Casotti di Cutigliano si segue la Sp 37. Dal paese di Cutigliano ho preso la funivia fino alla Doganaccia. Io ho usato i mezzi pubblici.

Note: Il percorso non presenta particolari difficoltà. Per la lunghezza e per i dislivelli si richiede un buon allenamento.

Fonti: Nella prima parte non si trovano fonti, quindi si trova la Fonte dell’Uccelliera, Portafranca, Il Montanaro (non sempre butta) a q. 1227, e prima di Maresca. 

Sentieri: CAI 66, CAI 00, CAI 5, CAI 35, CAI 20, CAI 3.

Itinerario: Approfitto del meteo favorevole, e del fatto di dovermi recare al rifugio di Portafranca per fare un bel giro sulla nostra montagna. Purtroppo invece del bianco della neve, come dovrebbe essere in questo periodo, spiccano ancora le varie tonalità del marrone. Purtroppo, l’unico bianco presente è quello della brina.

Dalla stazione della funivia mi incammino verso i 1669 m. del passo della Croce Arcana, in una fresca ma non fredda mattinata, sotto un cielo azzurrissimo. Fa impressione vedere il crinale, fino al Cimone e al Libro Aperto senza neve. Quindi seguo il CAI 00 di crinale arrivando ai 1785 m. del Lago Scaffaiolo, dove faccio una piccola sosta. Arrivare allo Scaffaiolo è sempre piacevole, ma stamattina lo è ancora di più, a parte una ragazza con il proprio cane non c’è nessuno, gioia pura. Saluto l’unica persona presente, oltre il gestore del rifugio e mi incammino verso il Passo dello Stofinatoio a q. 1847. Ultimo sguardo verso il lago, quindi piano piano scendo al Passo del Cancellino a q. 1632, dove trovo un gruppo scout, con i quali scambio alcune parole. Riparto in salita sempre con il CAI 00, per poi salire ai 1810 m. del Monte Gennaio, da cui osservo che la nebbia si è “mangiata” il Corno alle Scale e continua ad avanzare. Scritto un pensiero sul libro di vetta discendo arrivando alla Fonte dell’Uccelliera a q. 1650 WP1, quindi poco dopo mi fermo al rifugio di Portafranca a q. 1580 WP2. Sbrigate le faccende per cui sono venuto, e fatto il pranzo, riparto alla volta del paese di Maresca, da cui riprenderò il bus per tornare a casa. Oltrepasso il rifugio del Montanaro a q. 1570 m. dove, dopo le abbondante piogge dei giorni scorsi, è tornata a scrosciare l’acqua dalla fonte. Ai 1362 m. del Rombiciaio seguo a destra arrivando poco dopo alla Casetta dei Pulledrari, dove poco prima c’è una bella sorgente WP3. In successione supero la fonte della Chiocciola WP4 e della Volpe WP5, per poi arrivare alla fine del percorso, a Maresca WP6. Nonostante conosca molto bene questi posti, l’escursione è stata bella e piacevole, e la mancanza di persone mi ha dato un gran senso di libertà.

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12 febbraio 2023

 

CASA CORRIERI – PORTAFRANCA EAI

Dopo le ultime abbondanti nevicate, eccoci di nuovo verso Portafranca, percorrendo la lunga strada forestale. Neve meravigliosa, soffice, e, tanta. In un paesaggio dove siamo i primi a calpestarla.

Data: 21 Gennaio 2023

Partenza: Da Casa Corrieri, che si raggiunge percorrendo la S.r. 66, quindi da Pontepetri con via Traversa di Pracchia, successivamente con via dell’Orsigna. In ultimo, fino alla fine della strada con via dei Lavacchini.

Note: Il percorso non presenta particolari difficoltà. Solo ripide salite con il CAI 25.   

Fonti: Non si trovano fonti sul percorso.  

Sentieri: CAI 25, CAI 5, CAI 35, CAI 35A.

Itinerario: Ennesimo intervento di manutenzione al rifugio, e visto le abbondanti nevicate degli ultimi giorni ne approfittiamo per fare una ciaspolata. Considerato che con la Jeep riusciamo a percorrere solo poche decine di metri della strada forestale, la lasciamo a Casa Corrieri, quindi ciaspole ai piedi e via.

Sono da poco passate le 9:30 quando partiamo, la giornata è grigia e fa molto freddo, in compenso la neve è spettacolare, e a parte alcune impronte di animali non c’è passato ancora nessuno. Per cui libidine a mille. Procediamo con calma, curva dopo curva sulla lunga forestale, la neve scricchiola sotto le ciaspole e dovunque ci sono candelotti di ghiaccio, a riprova del gran freddo di questi giorni. Arrivati alla curva della Fonte dello Spirito, dove cominciano i sentieri CAI 25 e CAI 35A, con i quali si accorcia il percorso, chiedo a Raffaello cosa ne pensa, con disinvoltura mi risponde, il 25. Obietto che è molto ripido a cose normali, figuriamoci con tutta questa neve. Comunque mi faccio convincere, piano piano, zizzagando per alleggerire la fatica e con alcune soste, arriviamo ad incrociare il CAI 5, e poco dopo arriviamo al rifugio. La neve sugli abeti e sui faggi, la neve intorno al rifugio e sui monti intorno, uno spettacolo meraviglioso davanti ai nostri occhi. Il gran freddo ci convince a smettere di fare foto e di entrare dentro il rifugio. Che il ghiaccio poteva bloccare la serratura lo potevamo pensare, quello che non avevamo messo in conto era di non riuscire a sboccarla. A niente sono valsi i numerosi tentativi. Sconfitti e demoralizzati prendiamo la via del ritorno, questa volta prendiamo la via più comoda, la forestale. Rimuginando su quanto successo scendiamo accorciando il percorso con il CAI 35A e tagliando nel bosco dove possibile, arrivando infine a Casa Corrieri. La consolazione, comunque, è quella di aver fatto una bella ciaspolata in un ambiente familiare, ma sempre bello e gratificante. Alla prossima

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