Camogli - Portofino
Giugno: 25 Aprile 2019
Itinerario: E vai! dopo due volte che è stata rimandata per brutto tempo, l’escursione nel parco di Portofino si farà. A dire il vero le previsioni non promettono niente di buono, ma staremo a vedere. L’appuntamento con gli amici del CAI di Pistoia è fissato alle sei in Piazza Oplà, me la prendo comoda mentre attraverso a piedi la città che ancora dorme. Arrivo al pullman sul quale quasi tutti i partecipanti hanno già preso posto, infatti pochi minuti dopo partiamo. Il viaggio trascorre tra racconti vari di escursioni: "un" ti ricordi di quando…, di raccomandazioni per il giorno odierno e di domande rivolte a me, sulle difficoltà del percorso. (Anni fa ho fatto S. Margherita L., S. Fruttuoso, Camogli, che per gran parte ricalca il percorso odierno). Attraversiamo Camogli per raggiungere l’estremo lembo del paese in corrispondenza della caserma dei Carabinieri, dove inizia la mulattiera che, costeggiando il Torrente Gentile, sale a scalini, circa 900 e che, dopo aver coperto 180 metri di dislivello, sbuca sul sagrato della chiesa di S. Rocco dove possiamo ristorarci e rifocillarsi (con la famosa e buonissima schiacciata) al ristoro allestito per il Trail Running “Via Del Mare”. Dal sagrato della chiesa si segue la stradina asfaltata che costeggia la fonte WP1 a q. 222, molto panoramica, peccato per la giornata coperta da foschia, altrimenti la vista spazierebbe su tutto il Golfo Paradiso fino a Genova, sulla tonnara e su altre bellezze. Oltrepassiamo il piccolo borgo de La Mortola e dopo circa 40 minuti di saliscendi poco impegnativi nei quali attraversiamo una vegetazione che alterna oliveti, talvolta abbandonati, leccete, carpini neri e pini d’Aleppo, arriviamo alla località Batterie, dove si trovano i resti dei bunker costruiti durante la seconda guerra mondiale. Da qui il percorso procede tra le rocce che guardano il tratto di mare tra Punta Chiappa e Punta Budego. Giunti al Passo del Bacio il cammino si fa più impegnativo per alcuni tratti sulla roccia a strapiombo sul mare. L’uso delle catene facilita il passaggio, soprattutto in alcuni tratti in cui la roccia presenta pochi punti di appoggio per il piede. Sono anni che non arrampico più, ma l’occhio è sempre allenato nel vedere gli appoggi giusti, le scaglie di roccia da consigliare alle persone più titubanti. Superati i tratti più impegnati, il panorama si apre su Cala dell’Oro e Punta Carega mentre il sentiero procede tortuoso per poi inoltrarsi in mezzo al bosco e raggiungere in ripida e faticosa salita il valico della Costa del Termine. La discesa avviene in mezzo alla vegetazione che ogni tanto si apre lasciando intravedere la cala di S. Fruttuoso, il borgo e l’omonima abbazia. Arriviamo alla baia alle 14:00, molto in ritardo sulla tabella di marcia e, come aveva previsto il meteo, Giove pluvio ci regala un bel temporale. Troviamo un riparo di fortuna e mentre ci godiamo la pausa pranzo facciamo la conta su chi vuole continuare a piedi e chi vuole prendere il battello. Una venticinquina di persone, nonostante una fastidiosa pioggerellina decidono di continuare a piedi, per cui, animo! Si riparte in ripida salita nel bosco reso infido e scivoloso dalla pioggia e dopo una serie di tornanti arriviamo a base zero, usata come postazione militare nella seconda Guerra Mondiale. Ignoriamo il sentiero per raggiungere Pietre Strette e continuiamo per Portofino con il sentiero che addentrandosi nella macchia mediterranea si fa più pianeggiante. Arrivati a Case di Prato ammiriamo le tipiche terrazze coltivate e il mare di olivi che degradano verso il mare. A S. Sebastiano oltrepassiamo a sinistra un cancello WP2 dove troviamo l’asfalto in discesa, quindi in località Palara inizia una lunga gradinata con cui, con le ginocchia che chiedono riposo, arriviamo alla nostra meta. Arrivati a Portofino, dopo una sosta al bar, attraversiamo il paese nel silenzio creato dalla brutta giornata, con gli occhi pieni delle immagini assorbite lungo il percorso, le gambe stanche e l’animo leggero, appagato da tanta bellezza.
Stretto tra il mare e la
montagna, il sentiero si fa strada tra fasce di olivi, boschi e rocce a
strapiombo sul mare, passando da S. Fruttuoso, piccolo gioiello nel Parco di
Portofino. Percorrendo il panoramico e particolare sentiero delle Batterie.
Giugno: 25 Aprile 2019
Partenza: Da Camogli, che si raggiunge
percorrendo l’autostrada A11, quindi la A12 con uscita a Recco.
Note: Itinerario panoramico, adatto
ad escursionisti esperti ed allenati. Il tratto del sentiero delle Batterie con
le catene non è particolarmente difficile, ma non banale. Bell'itinerario dal punto di vista naturalistico
e paesaggistico. Questa è la Liguria che ci piace.
Fonti: S. Rocco, S. Fruttuoso.
Sentieri: Il sentiero e contrassegnato con due palle rosse.
Itinerario: E vai! dopo due volte che è stata rimandata per brutto tempo, l’escursione nel parco di Portofino si farà. A dire il vero le previsioni non promettono niente di buono, ma staremo a vedere. L’appuntamento con gli amici del CAI di Pistoia è fissato alle sei in Piazza Oplà, me la prendo comoda mentre attraverso a piedi la città che ancora dorme. Arrivo al pullman sul quale quasi tutti i partecipanti hanno già preso posto, infatti pochi minuti dopo partiamo. Il viaggio trascorre tra racconti vari di escursioni: "un" ti ricordi di quando…, di raccomandazioni per il giorno odierno e di domande rivolte a me, sulle difficoltà del percorso. (Anni fa ho fatto S. Margherita L., S. Fruttuoso, Camogli, che per gran parte ricalca il percorso odierno). Attraversiamo Camogli per raggiungere l’estremo lembo del paese in corrispondenza della caserma dei Carabinieri, dove inizia la mulattiera che, costeggiando il Torrente Gentile, sale a scalini, circa 900 e che, dopo aver coperto 180 metri di dislivello, sbuca sul sagrato della chiesa di S. Rocco dove possiamo ristorarci e rifocillarsi (con la famosa e buonissima schiacciata) al ristoro allestito per il Trail Running “Via Del Mare”. Dal sagrato della chiesa si segue la stradina asfaltata che costeggia la fonte WP1 a q. 222, molto panoramica, peccato per la giornata coperta da foschia, altrimenti la vista spazierebbe su tutto il Golfo Paradiso fino a Genova, sulla tonnara e su altre bellezze. Oltrepassiamo il piccolo borgo de La Mortola e dopo circa 40 minuti di saliscendi poco impegnativi nei quali attraversiamo una vegetazione che alterna oliveti, talvolta abbandonati, leccete, carpini neri e pini d’Aleppo, arriviamo alla località Batterie, dove si trovano i resti dei bunker costruiti durante la seconda guerra mondiale. Da qui il percorso procede tra le rocce che guardano il tratto di mare tra Punta Chiappa e Punta Budego. Giunti al Passo del Bacio il cammino si fa più impegnativo per alcuni tratti sulla roccia a strapiombo sul mare. L’uso delle catene facilita il passaggio, soprattutto in alcuni tratti in cui la roccia presenta pochi punti di appoggio per il piede. Sono anni che non arrampico più, ma l’occhio è sempre allenato nel vedere gli appoggi giusti, le scaglie di roccia da consigliare alle persone più titubanti. Superati i tratti più impegnati, il panorama si apre su Cala dell’Oro e Punta Carega mentre il sentiero procede tortuoso per poi inoltrarsi in mezzo al bosco e raggiungere in ripida e faticosa salita il valico della Costa del Termine. La discesa avviene in mezzo alla vegetazione che ogni tanto si apre lasciando intravedere la cala di S. Fruttuoso, il borgo e l’omonima abbazia. Arriviamo alla baia alle 14:00, molto in ritardo sulla tabella di marcia e, come aveva previsto il meteo, Giove pluvio ci regala un bel temporale. Troviamo un riparo di fortuna e mentre ci godiamo la pausa pranzo facciamo la conta su chi vuole continuare a piedi e chi vuole prendere il battello. Una venticinquina di persone, nonostante una fastidiosa pioggerellina decidono di continuare a piedi, per cui, animo! Si riparte in ripida salita nel bosco reso infido e scivoloso dalla pioggia e dopo una serie di tornanti arriviamo a base zero, usata come postazione militare nella seconda Guerra Mondiale. Ignoriamo il sentiero per raggiungere Pietre Strette e continuiamo per Portofino con il sentiero che addentrandosi nella macchia mediterranea si fa più pianeggiante. Arrivati a Case di Prato ammiriamo le tipiche terrazze coltivate e il mare di olivi che degradano verso il mare. A S. Sebastiano oltrepassiamo a sinistra un cancello WP2 dove troviamo l’asfalto in discesa, quindi in località Palara inizia una lunga gradinata con cui, con le ginocchia che chiedono riposo, arriviamo alla nostra meta. Arrivati a Portofino, dopo una sosta al bar, attraversiamo il paese nel silenzio creato dalla brutta giornata, con gli occhi pieni delle immagini assorbite lungo il percorso, le gambe stanche e l’animo leggero, appagato da tanta bellezza.
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