IL CAMMINO DELL’ACQUA
La valle del ghiaccio. Alla scoperta di un cammino dell’acqua, alle porte della Montagna Pistoiese. Di sorgente in sorgente, si va per antichi sentieri, alla scoperta di storie di luoghi, dove “la roccia si trasforma in acqua”. Un itinerario ad anello, con partenza ed arrivo dal paese di Le Piastre.
Data: 31 Gennaio 2024
Partenza: Dal paese di Le Piastre, raggiungibile
con la SR 66, oppure con il bus di Toscana Trasporti.
Note: Il percorso non presenta difficoltà. Ci sono pochi
cartelli che indicano il percorso, nel primo tratto non ce ne sono proprio. Io
ho sbagliato più volte. Quindi è consigliabile la traccia GPS. Gli ultimi 3,5
km sono su asfalto. Se dovessi percorrerlo di nuovo, lo farei al contrario di come
l’ho fatto.
Fonti: Lungo il percorso si
trovano molte sorgenti, e fonti nei paesi e borghi.
Sentieri: CAI 00, Cammino S. Bartolomeo, Ecomuseo Trekking.
Itinerario: Con la conoscenza di
una parte del territorio, più un pieghevole, sul quale è disegnata la traccia, le
varie sorgenti e nient’altro. Inoltre la voglia e la curiosità di percorrere
questi antichi sentieri che lambiscono queste sorgenti dimenticate, ma per
nostra fortuna recuperate, mi fa decidere a partire alla volta del paese di Le Piastre.
Inizio dalla fontana Campari a q. 760 WP1, posta sul valico, detto Il Poggiolo, e
costeggiando il museo della bugia scendo vero il centro del paese, prendo la
prima a destra, davanti alla piazzetta, seguendo i segni bianco rossi del CAI.
Poco dopo arrivo in località Erba Minuta, prendo a sinistra in leggera discesa
e poco dopo arrivo alla sorgente del CERRO a q. 763 WP2, posta poco in alto a destra, semisepolta da terra e foglie. La sorgente
non butta acqua, il rivolo che scende viene da una polla nel bosco. Continuo sul
largo sentiero, per prendere poco dopo a sinistra in discesa in corrispondenza
di un bivio. Seguo il tracciato del Ecomuseo trekking e i segni gialli del
cammino di S. Bartolomeo in una breve salita e una successiva discesa per poi
arrivare ad un guado sul Fiume Reno. Aldilà del quale c’è la Ghiacciaia della Madonnina, unica testimonianza rimasta di un’epoca lontana, ma molto fiorente
in questo lembo di terra. Nella Valle del Reno da sempre ci sono due elementi
naturali, oltretutto a costo zero, l’acqua e il freddo. Fino alla metà del
‘900, grazie ad un ingegnoso sistema di canali e laghi artificiali, i quali
convogliavano l’acqua del Reno, in questa valle si producevano tonnellate di
ghiaccio. Archeologia industriale. Poche decine di metri sulla strada asfaltata
(attenzione) in direzione del paese, ed arrivo alla sorgente dei CAMPANELLONI a
q. 736 WP3. Tornato alla ghiacciaia salgo pochi metri sulla sinistra, alla sorgente
TRE FONTANE a q. 745 WP4. Il posto è molto bello e merita a
prescindere una visita, ma il freddo si fa intenso, per cui mi rimetto in
marcia percorrendo il sentiero che sotto strada della regionale 66 risale la
corrente del fiume, cambiando sponda più volte tramite ponticelli. Passa sotto
quello che era il mulino dei Campanelloni, il quale fronteggia l’omonima
sorgente. Costeggia due ponti, uno dei quali porta inciso sul cartiglio sopra
la chiave di volta l’anno di costruzione: 1769. Arrivato all’inizio del
sentiero, in un grande spiazzo, attraverso la strada e il ponte a destra per
prendere una strada asfaltata in salita. Poche decine di metri e seguo a destra
ancora in salita il largo sentiero, dal quale si gode un bel panorama sul paese
delle Piastre. Più tratti di lastricato in pietra sicuramente stanno ad
indicare l’importanza che aveva questo tracciato, il quale in sali scendi e
quindi in salita arriva alla sorgente LE FONTANELLE a q. 857 WP5. Dopo aver ristorato il corpo e lo spirito (chi farà questo giro capirà),
riparto e facendo molta attenzione poco dopo prendo a sinistra e subito ancora
a sinistra in corta e faticosa salita, alla fine della quale continuo a destra
per raggiungere la sorgente IL BELLINO a q. 874 WP6. Torno indietro e cercando di interpretare il pieghevole e soprattutto il
gps continuo sul largo sentiero, prima in salita e poi in discesa, costeggiando
bellissimi castagneti, arrivo al paese di Vivaio, baciato dal sole e con la
bandiera italiana al vento a q. 870 WP7. Interrompo qui l’itinerario, si è fatto
tardi, e non sapendo come prosegue è meglio fermarsi, quindi a domani. Dopo due chiacchiere con alcuni abitanti a cui
chiedo conferma per dove procedere, prendo a destra in salita su un tratto
cementato, tornando nel bosco. Facendo attenzione a non sbagliare arrivo ad un
trivio da cui si gode un ottimo panorama sul passo della Collina, Pian Martelli
e giù fino a Pistoia. Vado a dritto e fatto poche decine di metri arrivo alla
sorgente SERRIPOZZO a q. 992 WP8. Torno al trivio e prendo a destra in
discesa arrivando in breve a prendere ancora a destra su asfalto, giungendo
poco dopo ad attraversare il paese di Botro. Continuo in discesa e percorse poche
centinaia di metri arrivo alla sorgente PRATICHELLE a q. 875 WP9 al lato della strada. Continuo
sempre su asfalto in discesa con vista su Prunetta in alto e sulle Piastre in
basso, arrivando a prendere a destra nel bosco per arrivare alla sorgente
FONTANA VECCHIA a q. 840 WP10. Tornato su asfalto sempre in discesa
giungo a Le Forri a q. 814 WP11, quindi costeggiando il borgo di Pian di
Nenne arrivo a prendere a sinistra in via di Piastre e Prunetta. Poche
centinaia di metri mi separano dal parcheggio delle Piastre, e dalla fonte del
CERBIATTO a q. 760 WP12, e facendo pochi metri, con il paese alle
spalle, con attenzione seguo la strada per arrivare all’ultima sorgente LE
PILLOLE a q. 755 WP13. Bello, bel itinerario, non è stato
sempre facile, a causa della cartellonistica scarsa o assente, spesso mi sono
trovato in difficoltà, alcune volte ho sbagliato, nonostante questo sono felice
di averlo percorso, e lo consiglio. Ultreya.
CAMINAR ES ATESORAR
I NEVER WALK
ALONE
Nessun commento:
Posta un commento