PRACCHIA – PONTE DELLA VENTURINA
L’itinerario si svolge lungo la solitaria dorsale a cavallo tra la valle del Reno e la valle della Limentra di Sambuca. Attraversando borghi e piccoli paesi incastonati in mezzo a boschi di castagni e faggi. Sulle tracce ancora evidenti della civiltà montanina che ha popolato questi luoghi fino al dopoguerra.
Data: 29 Maggio 2025
Partenza: Dal paese di Pracchia.
Raggiungibile con la Sr 66, quindi con la Sp Traversa di Pracchia. Oppure con i
mezzi pubblici, treno o bus.
Note: Il percorso non
presenta difficoltà. Ma per la lunghezza e per i dislivelli è necessario essere
ben allenati. Consigliata la traccia gps!
Fonti: Lungo il percorso si
trovano numerose fonti.
Sentieri: CAI 169, CAI 163.
Itinerario: Arrivo a Pracchia con il treno, attraverso il paese (dove riempio la borraccia a q. 612 WP1), alla cui fine in località Setteponti (in questa località sono partito per questa escursione) seguo a destra in discesa con il sentiero CAI 169, il quale inizia sotto i cartelli di confine regionale. Sottopasso la ferrovia Porrettana, attraverso il fiume Reno per poi continuare a sinistra sul sentiero che costeggia una costruzione, sede di un vecchio mulino. In salita su asfalto oltrepasso Frassignoni a q. 722 WP2, e ignorando le laterali arrivo alla fine della strada in località Case Rospi. Ignorando la bella e facile carrareccia in salita a destra, con attenzione mi inoltro nel bosco in leggera discesa. Dal piccolo spiazzo seguo a destra a q.768 WP3 oltrepassando alcuni alberi che ostruiscono il sentiero. Supero in sequenza una sorgente a q.733 WP4, i ruderi del Podirolo, testimonianza di un vecchio insediamento, e la Forra di Lagacci. Percorro in diagonale il piccolo campo sportivo prima di arrivare a Lagacci a q. 693 WP5, il paese dei proverbi scritti sui muri delle case. In paese è presente un piccolo esercizio commerciale. Attraversato il paese percorro la larga carrareccia, quindi con lo stretto sentiero proseguo in falsopiano tagliando il fianco del monte Pidocchina, dentro ad un fitto bosco di faggi. A Canal di Sasso, dove il sig. Piero facendomi accomodare nel suo giardino nel quale è presente una fresca sorgente a q. 706 WP6, mi riempie di consigli sul percorso che mi rimane da percorrere. Dalla piccola e intatta borgata comincia l’impegnativa salita che mi porterà al paese di Posola a q. 909 WP8, sul crinale che divide la valle del Reno, da quella della Limentra. Dando seguito ai consigli di Piero, evito di seguire a sinistra con il CAI 163, che proviene dalla Collina Pistoiese, e che ho percorso in questa occasione. Continuo su asfalto in discesa fino a ritrovare, in corrispondenza di un tornante a destra, il sentiero CAI 163 che seguo a sinistra. Oltrepassate le piccole borgate di Casale, Cà di Gamba e Serra dei Sarti arrivo a Sambuca Castello con la bella fontana a q. 703 WP9. Il paese è famoso per aver ospitato Selvaggia dé Vergiolesi dopo la fuga da Pistoia in seguito alla vittoria dei Guelfi di parte nera, e musa ispiratrice dei poemi di Cino da Pistoia. In paese è presente un ostello. Con la via Francesca della Sambuca, dopo aver costeggiato il borgo di Capanna a q. 696 WP10, arrivo a Pavana a q. 491 WP11, paese nel quale vive Francesco Guccini, il quale ha decritto luoghi e vita di persone del luogo e della valle. A causa della chiusura del sentiero che seguiva a sinistra della grande fontana, sono costretto a tornare indietro. Al bivio vado a destra seguendo sempre il CAI 163, con il quale uscendo dal bosco attraverso il borgo di Fondamento, per poi arrivare a Ponte della Venturina, alla fine del percorso. Attraverso il ponte e vado alla fermata del bus, con il quale torno a Pistoia. Ultreya.
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