LIBRO APERTO (Da Rivoreta)
Lungo il sentiero CAI 8, che da Rivoreta sale ai
1937 m. del Libro Aperto. Con i facili passaggi sulle roccette di cresta prima
delle “pagine” sommitali. Un tratto di 00 di crinale, per poi scendere di nuovo
con il CAI 8 attraverso la bella tenuta dei Taufi.
Data: 16
Settembre 2019
Partenza: Da
Pistoia con i mezzi pubblici del Copit seguendo la S.R. 66 e successivamente la
S.S. 12 fino al paese di Pianosinatico. Quindi a piedi percorro i ca. 3 km di
strada, seguendo a destra le indicazioni per Rivoreta.
Note:
Itinerario con dislivello importante, che prevede qualche facile passaggio sulle
roccette di cresta sul CAI 8. Da prestare attenzione anche al tratto, non
banale, di crinale, e al ripido tratto di discesa su sfasciume, sul quale è
facile scivolare. ASSOLUTAMENTE da non fare con brutto tempo, o peggio sotto
l’acqua. Merita una visita il museo della gente della montagna di Rivoreta.
Fonte: Rivoreta,
Area picnic La Fontana (quando sono passato io la fonte non buttava), Area
picnic Fonte del Capitano.
Sentieri: CAI 8, CAI 00, CAI 8.
Itinerario: Sceso dal bus a
Pianosinatico seguo a destra le indicazioni per Rivoreta, facendomi a piedi i
circa 3 km di strada che mi separano dal paese. Riempio la borraccia alla fonte
in piazza, dove con tristezza noto che ha chiuso “l’appalto”, il negozio del
paese. Dietro l’abside della chiesa, dove tra i vari cartelli stradali spicca
quello del Cammino di S. Bartolomeo, seguo via degli Scoiattoli, con la quale
arrivo a prendere a destra in località Il Serretto. Dopo circa 15 minuti oltrepasso
il piccolo borgo de Il Podere, al quale arrivo dopo aver attraversato una bella
radura, una grande e bellissima spianata verde posta a 1100 m., che sarà
visibile da più punti lungo il percorso. Poco oltre in corrispondenza della
località Serrata termina la strada asfaltata e oltrepassata una catena continuo
su larga forestale. Un cartello posto su un bel faggio avverte che oltre la
catena il sentiero non sarà banale, ed è consigliato ad escursionisti esperti.
Più avanti scambio qualche battuta con alcune persone che effettuano degli scavi
per successivamente posare le tubazioni di un acquedotto. Continuo sulla larga forestale
attraversando boschi di faggio, abetaie e boschi misti, fino a q. 1356, dove seguo
a destra con il CAI 8 WP1. Lo stretto
sentiero sale ripidamente e guadagna quota con una serie di tornanti, a q. 1462
proseguo a destra WP2 mentre incrocio alcuni
cercatori di funghi. Tra gli alberi scorgo spicchi di cielo azzurro e frammenti
di crinale mentre supero Costa Bianconi. Il sentiero piega decisamente a
sinistra godendo di ottimi panorami sulla vallata dell’Abetone, e sul gruppo
dell’Alpe delle Tre Potenze, mentre il bosco comincia ad assumere i colori
dell’autunno. Esco dal bosco poco oltre i 1600 m. di fronte ad un pinnacolo
roccioso che aggiro sulla sinistra, dal quale si può vedere tutto il crinale
fino al Corno alle Scale, e molto altro… Poco oltre piego a sinistra, arrivando
sotto la cresta rocciosa, i segni bianco rossi sono pochi e poco visibili,
(sarebbe stato uguale) per cui decido di salire a vista. (Salendo ho notato che
i passaggi più ostici si effettuano a sinistra). I passaggi su roccia sono
facili, niente di trascendentale, ma per me che per moltissimi anni ho
arrampicato, toccare la roccia è pura felicità, un ambiente familiare, è come
tornare a casa. Arrivare alla sella a q. 1856, posta tra i 1896 m. del monte
Belvedere e i 1937 del Libro Aperto (monte Rotondo) e quindi in vetta a
quest’ultimo è una semplice formalità. Assediato da una quantità industriale di
mosche, che da un po' mi seguono, decido di ripartire seguendo il sentiero CAI
00 di crinale. Stando attento a dove
metto i piedi, procedo con animo sereno, mentre la vista spazia a 360° in un
ambiente meraviglioso, noto ancora una volta che la vegetazione sta assumendo i
primi caldi colori autunnali, mentre le praterie di mirtilli hanno già assunto
il bel colore rosso. Proseguo mentre scambio un saluto con l’escursionista che comodamente
seduto si gusta il pranzo mentre si gode il panorama, io lo farò più tardi.
Arrivato alla sella che precede il monte Lancino a q. 1677 continuo a destra
con il CAI 8 WP3, che scende tagliando il
costone della montagna. Poco oltre la discesa si fa più ripida e camminando su
sfasciume diventa più insidiosa. A q. 1471 trovo l’area attrezzata con fonte de
La Fontana, (sfortunatamente non butta) dove decido di consumare il mio frugale
pranzo, imitato pochi minuti dopo da altri tre camminatori, i quali, conoscendo
bene la zona, si meravigliano di trovare la fonte asciutta. Il sentiero
attraversa i pascoli dei Taufi, dove una volta, condotti dai pastori
confluivano numerosi greggi. A testimoniare i tempi passati lungo il sentiero
ci sono ancora alcuni faggi secolari, alberi che i pastori lasciavano come
fonte di riparo e di frescura quando ripulivano i pascoli. Adesso su questi
prati pascolano liberi e felici gli animali dell’azienda agrituristica I Taufi, che produce prodotti di eccellenza. Poco oltre arrivo ad una seconda area
attrezzata, la Fonte del Capitano a q. 1375, qui di acqua ce ne è a volontà, e
buona, come sta scritto sul cartello di fianco alla sorgente. Sgorga ad una
temperatura di 5,5°C., e per le sue eccellenti qualità organolettiche sono
stati eseguiti sondaggi e lavori preliminari per verificare la possibilità di
imbottigliamento. Oltrepasso un grande abbeveratoio prima di lambire I Taufi in località Pianello. Attraverso la strada e
continuo a scendere, supero Poggio Arsiccio, dove trovo la segnaletica del
sentiero azzurro Pracchia Abetone arrivando poco dopo sulla strada asfaltata
in località La Casetta. E’ presto, quindi con calma mi avvio verso Il Melo,
dove riprenderò il bus per tornare a casa, e dove arriverò dopo essermi fermato
in riva al torrente a rinfrescarmi e a mettere i piedi a mollo.
Nessun commento:
Posta un commento