MARESCA - MANDROMINI
Appennino… Una volta ancora. Da
Maresca un anello che attraversa la maestosa foresta
del Teso, per poi risalire la valle del Verdiana con l’abbandonato abitato di
Mandromini.
Data: 27 Luglio 2019
Partenza: Dal paese di Maresca,
raggiunto con i mezzi pubblici del COPIT.
Note: Itinerario privo di
difficoltà. Adatto a persone allenate.
Fonti:
E’ sempre bene partire provvisti di acqua, anche se, come in questo caso si
trovano diverse fonti.
Sentieri: CAI 3-1, CAI 1, CAI 00, CAI
2, CAI 20, CAI 3, CAI 3-1.
Itinerario: I sentieri della Montagna Pistoiese credo di conoscerli
abbastanza bene, ma alcuni di essi, per motivi vari li ho percorsi poco. Quindi
oggi con questo anello voglio approfondire la conoscenza con due di essi.
L'itinerario comincia dal centro del paese di Maresca, davanti
alla bella fontana, dove riempio la borraccia. Prendo a destra e percorse poche
centinaia di metri in salita in via del Teso, seguo a sinistra con il CAI 3-1,
con il quale entro nel bosco. In breve arrivo alla sorgente della Volpe a q.
895 WP1, ed in successione costeggio due
bei laghetti e la scenografica sorgente della Chiocciola a q. 904 WP2. A q. 934 prendo a destra WP3 per poi arrivare sull’asfalto in
corrispondenza dell’ex vivaio della forestale, dove una cooperativa coltiva frutti di bosco. Proseguo sull’asfalto, al cui lato un cartello dà il benvenuto
nella foresta del Teso e poco dopo in corrispondenza di una curva a destra torno su
sterrato nel bosco con il CAI 1 con il quale in ripida salita arrivo in
località Il Merizzino a q. 1110. Il sentiero non da tregua, superato un piccolo
fosso a q. 1288 WP4, seguo a dritto
e subito a destra, e in costante irta salita arrivo ad incrociare il segnavia
MPT che proviene dalla Casetta Pulledrari. Sul quale trovo anche i segni
azzurri del bellissimo itinerario Pracchia Abetone, da me percorso qualche anno fa. Supero il passo della
Maceglia a q. 1430, dove un Cippo e una Croce ricordano i caduti per la Resistenza, “14 Luglio 1944”. Qui passava la Linea Gotica. Raggiungo e
oltrepasso il rifugio di Pratorsi, purtroppo chiuso, e continuo a scendere
sulla strada asfaltata per poco più di due chilometri, fino ad arrivare a
prendere a destra con il CAI 2 a q. 1087 WP5, in
corrispondenza di una curva a sinistra. Il piacevole sentiero attraversa un
bosco di faggi prima di arrivare ad una carrareccia, sulla quale supero un
piccolo guado, per poi arrivare in ripida salita a Ca’ Selvori, o Podere Nuovo
di Mandromini a q. 1079 WP6. Nucleo
abitativo di notevole fattura che comprendeva stalle e abitazioni, purtroppo in
totale stato di abbandono, oggi usato come rifugio di fortuna. Il percorso
azzurro per l’Abetone prosegue a sinistra in direzione del Butale, mentre io continuo
a dritto con il CAI 2, che risale la vallata del torrente Verdiana con molti
tratti in ripida salita. A q. 1198 WP7 lascio il largo
sentiero per continuare a sinistra e poco dopo mi accorgo di aver
oltrepassato un bivio che dovevo prendere a destra, controllo il gps che mi conferma che ho sbagliato, ma poco sopra ritroverò il sentiero giusto. Prendo
a sinistra a q.1343 WP8, mentre i tuoni si
fanno sempre più vicini e minacciosi, ed il cielo comincia a coprirsi. A q.
1469 riempio la borraccia alla bella sorgente, mentre il bosco inizia a
diradarsi lasciando spazio a piccole praterie di mirtilli e di lamponi.
Cominciano a cadere i primi goccioloni mentre in ripida salita supero il limite
della vegetazione, scoprendo i monti che mi circondano, con il Cupolino e il
Corno alle Scale che giocano a nascondino con la nebbia. La pioggia si infittisce
quando raggiungo il bivio con il CAI 20 a q. 1620, quindi prendo a destra
riparandomi sotto i faggi che coprono il sentiero, e vista l’ora mi accomodo su
di un sasso e mi “pappo” un bel panino. Riparto mentre il cielo si riapre e
torna azzurro e in breve arrivo al rifugio del Montanaro a q. 1567, dopo avere
oltrepassato la fonte del Cacciatore a q. 1590. Quindi con il segnavia 3, dopo avere
superato a destra il Rombiciaio a q. 1362 e una fonte a q. 1206 arrivo alla
Casetta Pulledrari, mentre il cielo si rifà nero e ricominciano i tuoni.
Continuo a scendere sempre con il CAI 3 costeggiando il Capannone, un albergo
ristorante attualmente abbandonato. Tornato sulla strada asfaltata in
corrispondenza dell’ex vivaio forestale copio il percorso d’andata e in circa
quindici minuti arrivo a Maresca. Mentre il mercatino che stamattina montava i
propri banchi, cerca di andare via il più in fretta possibile per paura del
temporale, che per fortuna non arriverà.
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