Magna
Via Francigena
Tappa
nr. 2: S. Cristina Gela - Corleone
Data: 15 Aprile 2018
Percorso tratta: 30% Asfalto – 70% Sterrato.
Partenza: Dal paese di S. Cristina Gela.
Note: L’itinerario non presenta
particolari difficoltà, ma per la lunghezza e per il notevole dislivello in
salita e in discesa, è adatto a persone allenate.
Fonti: Non si incontrano fonti, per cui è
necessario partire con buona scorta d’acqua. Comunque ci possiamo rifornire nei
borghi, nei paesi o chiedere alle abitazioni, i cui abitanti sono pronti ad
aiutare.
Sentieri: Il percorso è segnato
abbastanza bene. I segni bianco rossi e i cartelli sono molto presenti.
Itinerario: Dopo una cena abbondante segue una colazione altrettanto ricca, alla fine della quale arriva Franco che porta pane e dolci appena sfornati. Inutile il nostro no, grazie, per cui ognuno ne ha presa una parte e l’ha messa nello zaino. Riprendo il cammino insieme ai nuovi compagni dal paese di S. Cristina Gela, al quale Silvana ci ha riaccompagnato, con il cielo coperto e un po' di foschia. Usciamo dal paese seguendo la Regia Trazzera 28 che, costeggiando il lago dall’alto corre lungo la valle, per raggiungere il monte Giuhai e scollinare con la Portella S. Agata. Il valico è da sempre un punto privilegiato, permette la vista di panorami speciali e inaspettati, la via, prosegue diritta lungo la trazzera ancora oggi usata dai pastori per la transumanza. In discesa perdo il contatto con gli altri, che rimangono indietro, supero a sinistra una bella masseria per poi scendere al fondovalle che, facendo attenzione, percorro attraversando ampie praterie. Torno sulla strada asfaltata che seguo oltrepassando una vasta e brutta estensione di pannelli solari, per poi arrivare al Santuario di Maria S.S. del Rosario di Tagliavia. Superato il Santuario e la torre di avvistamento di Cozzo Saladino torno sulla S.S. 118, dopo aver guadato il fiume Belice sinistro. Con la ciclabile posta sul lato opposto seguo la S.S. tornando a salire con la R.T. 28 sulle alture di Pizzo Nicolosi e Rocca Argentiera, per poi scendere nuovamente intercettando una strada provinciale, che seguo a destra per poche decine di metri. Prendo la Trazzera a sinistra con la quale tenendo la sinistra scendo fino ad un piccolo guado, che anticipa una lunga, ripida e faticosa salita, una delle più dure di tutto il cammino. Dopo un meritato riposo riparto arrivando al paese di Corleone, dove mi fermerò per la notte, e dove Padre Luca premurosamente si accerta che non mi manchi niente. Molto più tardi, recuperati da Padre Luca arriveranno gli altri, che stanchi e sfiduciati per avere sbagliato strada due volte, hanno chiesto aiuto.
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