a

a
Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

13 maggio 2018


Magna Via Francigena


Tappa nr. 6: Cammarata – Sutera – Campofranco

Data: 19 Aprile 2018

Percorso tratta: 25% Asfalto – 75% Sterrato.

Partenza: Dal paese di Cammarata.

Note: L’itinerario non presenta particolari difficoltà ma è adatto a persone allenate. 
Fonti: Oggi si incontra una sola fonte, ad Acquaviva Platani, per cui è bene partire con buona scorta d’acqua. Comunque ci possiamo rifornire nei borghi, nei paesi o chiedere alle abitazioni, i cui abitanti sono pronti ad aiutare.  
Sentieri: Il percorso è segnato abbastanza bene. I segni bianco rossi e i cartelli sono molto presenti.


Itinerario: Parto dalle Suore di primo mattino insieme ai compagni bresciani, attraversando il paese di Cammarata e quello di S. Giovanni Gemini, che sono divisi solo da una strada. Dal paese di S. Giovanni Gemini, una strada interpoderale permette di uscire dal centro abitato e di imboccare la trazzera che scende giù verso il fiume. Costeggio a destra un depuratore, per poi seguire una strada asfaltata che segue parallela la statale e la ferrovia. Già da un po' proseguo solo, oggi si unisce al gruppo dei bresciani una amica di Diana, la Norvegese, ma ci sono stati alcuni problemi sul luogo dove avrebbero dovuto incontrarsi. Stonando ad alta voce percorro il fondovalle con ai lati infiniti campi di grano che si inerpicano fin sulla montagna, supero il fiume e, facendo attenzione, attraverso la S.S. 189 dove ha inizio una trazzera che sale a tratti ripidamente per alcuni chilometri per poi giungere al cimitero e successivamente con la strada asfaltata, all’abitato di Acquaviva Platani, con il suo bel fontanile all’inizio del paese a q. 521 WP1. Lungo la strada incontro Diana e la sua amica che si erano incamminate, scoprirò poi, senza avvertire gli altri. Al paese di Acquaviva faccio una sosta mangereccia, dialogando scherzosamente con alcune persone, che incuriosite dall’accento toscano mi fanno un sacco di domande. Nel frattempo arrivano gli altri, per cui ripartiamo insieme percorrendo una ex provinciale in disuso che ci porta lungo le trazzere che camminano in cresta alle colline che avvolgono Sutera e la Rocca di San Paolino. Paesaggi incantevoli che fanno da quinta scenica alle masserie lungo il percorso, come l’ultima prima di Sutera che conserva al suo interno le origini medievali dell’abitato. Arrivo a Sutera da solo, gli altri li ho persi poco dopo averli ritrovati, e con le strette viuzze giungo in piazza della Chiesa e constatato che la fontana non butta acqua, la chiedo ad un signore seduto davanti casa, che, con la generosità tipica dei siciliani, me ne regala due litri. Poco dopo, mentre riparto comincia a piovere, per cui torno indietro e mi riparo sotto le logge della chiesa, approfittando della circostanza per mangiare un panino. Smette di piovere e il cielo si riapre quando per alcune situazioni casuali ritrovo gli altri, dai quali mi faccio convincere a visitare il paese, soprattutto il Ràbato, che conserva ancora l’impianto urbano di tipo arabo, fatto di piccole vie e di case addossate una a ridosso dell’altra. Ma disattendere le previsioni che nel primo pomeriggio avevano previsto pioggia mi e ci costerà caro, infatti i circa due chilometri che ci separano da Campofranco, luogo dove passeremo la notte li faremo sotto un bel temporale, arrivando completamente bagnati. Proprio per evitare la pioggia sono partito presto da Cammarata, ma poi…ho tergiversato troppo! Non so se ridere o “piangere”, prendere l’acqua lungo la strada ci sta, fa parte del “gioco”, ma quando fai di tutto per prenderla allora sei proprio un pollo!




Nessun commento:

Posta un commento