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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

6 dicembre 2015


Anello Di Ghizzano ( E )
Anello di Cedri n. 5 



Nel comune di Peccioli ci sono alcuni itinerari ad anello che trasportano chi li percorre in un mondo di pace e di tranquillità. Lontano dalla frenesia delle città per vivere a 4 km l'ora.

Data: 6 Dicembre 2015

Partenza: Usciamo dall'autostrada A12 (Firenze-Mare) ad Altopascio e prendiamo in direzione di Bientina, quindi seguiamo le indicazioni per Pontedera e poi per Peccioli. Giunti ad una grande rotonda prendiamo per Ghizzano, dove all'inizio del paese, in prossimità della chiesa possiamo parcheggiare.

Note: Itinerario privo di difficoltà che si snoda sulle belle colline dell' Alta Val d'Era, percorrendo dolci saliscendi su strade asfaltate e strade bianche.
Fonti: Ghizzano, località Cedri.


Itinerario: Lasciata l'auto al parcheggio in prossimità della chiesa, prendiamo a dx in via Mercantino WP1, oltrepassiamo il bar alimentari e seguiamo via di Monti su asfalto per circa due chilometri, fino ad incrociare a destra una strada sterrata (via di Monti dal 50 al 58) WP2 in direzione “Cedri”. Percorriamo la bella carrareccia per circa due chilometri ed al bivio prendiamo a destra, WP3 superata una ripida salita svoltiamo a sinistra,WP4 (da questo bivio, andando a dritto possiamo accorciare l'itinerario, ma consigliamo di non farlo) continuiamo in pari e tenendo la destra entriamo nel bosco. Proseguiamo in facile salita e teniamo sempre la sinistra, usciamo dal bosco in cima al colle e prendiamo a destra WP5 su larga strada bianca, lasciandoci alle spalle una bella villa con parco. Percorrendo la piacevole carrareccia possiamo ammirare il bellissimo panorama sulla campagna circostante, arrivati in corrispondenza di un rudere svoltiamo seccamente a destra in via Cedri.WP6 Percorriamo circa due chilometri nei quali costeggiamo alcune abitazioni e il cimitero prima di giungere alla località Cedri,WP7 dove nella piazzetta possiamo fare una sosta, godendo della pace e della tranquillità del borgo. Riprendiamo il cammino su strada asfaltata, per fortuna poco transitata, fino ad incrociare la strada provinciale, WP8 la seguiamo a destra facendo attenzione al traffico. La percorriamo fino ad incrociare a destra l'indicazione per GhizzanoWP9 seguiamo la carrareccia in salita (via Santa Maria) che all'inizio costeggia alcuni recinti per cavalli e che oltrepassando un Tabernacolo WP10 ci porterà al punto di partenza.





25 novembre 2015

Abetone Monte Gomito ( EEAI )


Anello del Monte Gomito, con salita alla Croce a q.1889 con le ciaspole. Con partenza e arrivo dall'Abetone.

Data: 25 Novembre 2015

Partenza: Con la strada statale 66 si raggiunge il paese di Abetone, da dove comincia l'itinerario.

Note: Camminare sulle piste da sci è vietato (quindi passibili di multa), per cui è corretto tenersi rigorosamente poco fuori dal bordo pista. Può essere utile avere con se i ramponi.


Itinerario: Dal parcheggio WP1 si percorre la strada asfaltata a sinistra in leggera discesa, in direzione Le Regine, oltrepassato il Ponte alle Lime si prende a destra il largo viale Regina Elena,WP2 costeggiando il muro di cinta della Forestale, in direzione Lago Nero. Superata l'ultima abitazione e oltrepassata una sbarra di metallo ci troviamo immersi in una natura meravigliosa, tutelata dalla Riserva Biogenetica Statale dell'Abetone. Si passa sotto l'impianto di risalita, al bivio successivo si ignora la laterale a sinistra e dopo poche decine di metri si prende a destra in salita la pista da sci Chierroni WP3. La si risale fino a raggiungere la stazione di arrivo della funivia, si scende al sottostante rifugio della Selletta WP4, lo si costeggia e oltrepassato l'incrocio di piste si prosegue a sinistra in salita, si oltrepassa l'impianto di arrivo di uno skilift WP5 e in breve si raggiunge il crinale a q.1879 WP6. Adesso si segue a destra in direzione della grande stazione di arrivo della funivia del Monte Gomito a q. 1895 WP7. Oltrepassato l'impianto si prosegue in discesa per poi risalire in direzione della grande croce a q. 1889 WP8. Il panorama (tranne oggi) è grandioso; il Cimone, il Libro Aperto, lo Spigolino e il Corno alle Scale in lontananza, le Tre Potenze che sovrasta la Val Sestaione e la Val di Luce, il Rondinaio e il Monte Giovo più dietro.Si comincia a scendere in direzione nord senza passaggio obbligato, ma tenendo come riferimento i paletti con i segni bianco rossi del sentiero CAI 501. Dopo poco si arriva al rifugio Pulicchio a q.1666 WP9, si aggira la funivia passandovi sotto, si scende sulla pista da sci Seghi tenendo il bordo destro fino ad incrociare il sentiero CAI 16 WP10, che si inoltra nel bosco. (ATTENZIONE AI SEGNI BIANCO ROSSI CAI, POCO NUMEROSI). Dopo una leggera discesa si prende a sinistra su sentiero più stretto, si continua in falsopiano su CAI 16 tenendo la sinistra al bivio dei larghi sentieri WP11, si attraversa salendo leggermente a destra un largo sentiero WP12si prosegue facendo molta attenzione perché il sentiero è ridotto a traccia fino ad arrivare dietro le reti di protezione dove le due piste da sci (Zeno 3) si uniscono WP13. Le attraversiamo risalendole alcune decine di metri, fino a ricongiungerci al CAI 16 dalla parte opposta. Si continua sul largo sentiero, si passa sotto uno skilift WP14 e dopo aver attraversato la seconda pista da sci delle Zeno 2 WP15, si scende al sottostante bacino artificiale WP16. Si costeggia la chiusa e si comincia a risalire la pista da sci Stucchi. Giunti al bivio si prende a sinistra WP17 e poco dopo comincia una carrozzabile. Al civico 83 si costeggia una prima abitazione di Via del Pescinone, si oltrepassano due edifici in corrispondenza della pista da sci Riva con seggiovia WP18 ed in breve si arriva alla piazza del Comune dopodiché, percorsa la breve discesa, al parcheggio dal quale siamo partiti. 

                                                                                                                                                         


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27 settembre 2015

ANELLO MONTE PIGLIONE  (E)


Itinerario ad anello sopra il Camaiorese con salita sulle due vette del Monte Piglione con vista su tutte le Apuane Meridionali, sull'Appennino e sul mare.


Data: 27 Settembre 2015

Partenza: Da Pistoia si prende l'autostrada A11 Firenze-Mare e si esce a Camaiore che si attraversa seguendo la segnaletica per Lombrici e successivamente Casoli da cui inizia il nostro itinerario.



ItinerarioRaggiunto il centro di Casoli si prosegue un paio di curve costeggiando delle baracche di lamiera e si giunge ad uno spiazzo sulla destra in corrispondenza del quale scende una ripida strada asfaltata. Qui si parcheggia e si scende a piedi imboccando il sentiero CAI 2-112.



















Percorse poche decine di metri prendiamo a sinistra sul sentiero sterrato in Via di Trescolli, come segnalato da civico che incontriamo poco dopo


















fino a raggiungere una Marginetta in prossimità della quale prendiamo seccamente a sinistra in salita seguendo il sentiero CAI 2 che si separa dal CAI 112 dal quale arriveremo in senso opposto al ritorno



Per boschi di castagni risaliamo la vallata costeggiando alcuni ruderi e torrenti



fino ad arrivare ad una fonte dove prendiamo a dritto in salita


per giungere in prossimità di una curva al bivio poco segnalato che prendiamo a sinistra in piano che conduce a Grotta all'Onda (708 slm) distante 10/15 minuti dal sentiero CAI 2, posta alla base di una imponente parete calcarea nella quale sono stati ritrovati resti dell'uomo preistorico che oggi sono conservati presso il museo di Pietrasanta



















Ripercorriamo a ritroso il sentiero fino a rimmettersi sul sentiero principale CAI 2 che prendiamo a sinistra in salita



Continuando a risalire la valle scavata dal Fosso del Boschetto, si esce ben presto dal bosco godendo di una magnifica vista su Camaiore, sulla Foce del Crocione dove siamo diretti e sul Monte Prana.


Giunti a Foce del Crocione o del Termine (978 slm) importante svincolo di sentieri posto fra la Foce del Pallone e Campo all'Orzo


si continua a destra in salita sul sentiero CAI 103.
Al culmine della salita, dove uscendo da un boschetto lo stesso prosegue a sinistra, lo abbandoniamo per prendere a dritto in salita su sentiero non segnato indicato semplicemente da un sasso scritto








Giunti alla base del Monte Piglione prendiamo il sentiero che taglia e risale il fianco della montagna fino a raggiungere la sella dalla quale partono i crinali ed infine la sua lunga cresta caratterizzata dalle due vette con vista su tutte le Apuane Meridionali, sull'Appennino e sul mare (purtroppo c'era foschia e la vista non era molto limpida)




Ripercorriamo a ritroso i nostri passi fino a ritornare al bivio dove abbiamo lasciato il CAI 103 (base sasso) e prendiamo a sinistra prima in salita e poi in discesa il sentiero parallelo a quello dal quale siamo venuti


fino a giungere nuovamente a Foce del Crocione dove giriamo seccamente a sinistra su CAI 101 in piano, in direzione Campo all'Orzo (938 slm) caratterizzato dai ruderi della sua Chiesa che raggiungiamo dopo aver percorso Via La Lencia e costeggiato i ruderi dell'oratorio di S. Antonio.



Proseguiamo dritto e raggiunta la vicina Focetta di San Vincenzo


chiudiamo l'anello scendendo a destra lungo il pietroso sentiero CAI 112 in ripida discesa


conosciuto localmente come Le Scale Sante fino a raggiungere la Marginetta incontrata all'inizio del nostro percorso.
Ripercorriamo infine il percorso dell'andata fino a tornare al punto di partenza.









CASOLI

Merita una visita l'antico paese di Casoli situato a mezza montagna a 400 metri s.l.m., caratterizzato dai continui graffiti in affresco che adornano le case del suo borgo.

24 settembre 2015

SENTIERO DEI CAVALLEGGERI (E)



Panoramico itinerario ad anello sul promontorio di Piombino. Percorrendo il sentiero di crinale che unisce Reciso (Populonia) con Cala Moresca (Piombino) con ritorno a Baratti percorrendo l'antica Via dei Cavalleggeri che attraversa il promontorio sul lato del mare.

Data: 24 Settembre 2015

Partenza: Con l'autostrada A11 fino a Migliarino, quindi la A12 da cui usciamo a Rosignano. Continuiamo sulla S.S.1/E80 fino a San Vincenzo per prendere la S.P. Della Principessa, quindi seguire le indicazioni per Baratti.
Note: Percorrere il promontorio di Piombino darà l'opportunità di godere di splendidi panorami sul Canale di Piombino e sulle isole dell'Arcipelago immersi nella macchia mediterranea.
Sentieri: La Romanella, CAI 300, CAI 302.
Fonti: Baratti, nei pressi di Campo alla Sughera, Cala Moresca.


Itinerario: E' possibile iniziare il percorso da diversi punti, noi abbiamo deciso di iniziarlo dal Golfo di Baratti. Dopo avere lasciato l'auto al grande parcheggio all'inizio del paese, torniamo sul lungomare e dopo aver riempito le borracce prendiamo a sinistra Via della Romanella costeggiando il parcheggio dove abbiamo lasciato l'auto. Oltrepassato un grande albero, in breve giungiamo ad una ampia curva a sinistra ed anziché proseguire su asfalto prendiamo il sentiero a dritto (Via della Romanella – acropoli). Sopraggiunti ad una marginetta WP1 prendiamo a sinistra Via del Monastero per incrociare nuovamente la strada asfaltata in località Reciso. Oltrepassato il cancello a sinistra del parcheggio, ha inizio la “Via del Crinale” CAI 300 WP2 che attraversa il Promontorio di Piombino unendo Reciso con Cala Moresca, Salivoli. Proseguiamo sull'ampia strada sterrata fino a giungere ai ruderi della Chiesa di San Quirico WP3 oltrepassata la quale arriviamo a Campo alla Sughera WP4. Dopo aver toccato il punto più elevato iniziamo a scendere e prima di arrivare ad una ampia radura incontriamo un punto panoramico WP5 che ci permette di godere della vista di tutto il Golfo di Piombino. Proseguiamo sul sentiero 300 ignorando tutte le deviazioni laterali che ci permetterebbero di accorciare il percorso. Alla fine della radura continuiamo su sentiero CAI 300 WP6 che gira a destra e subito a sinistra in discesa WP7 su stretto sentiero non segnato che in breve ci porta a Cala Moresca WP8, dove molte persone approfittando del clima ancora estivo, stanno facendo il bagno. Per tornare al punto di partenza percorriamo nuovamente il promontorio, ma questa volta sul mare con il sentiero dei Cavalleggeri, segnavia CAI 302. Il sentiero prima largo, poi più stretto con continui saliscendi, immergendosi nella macchia mediterranea arriva a Fosso alle Canne WP9, una spiaggia di sassi. Prendiamo a destra della stessa costeggiando una proprietà privata seguendo il CAI 302. Oltrepassata la Fonte del Soldato proseguiamo a sinistra WP10 ed in ripida discesa arriviamo a Cala S. Quirico. Continuando a percorrere il sentiero arriviamo a Buca delle Fate WP11, scogliera e panorama semplicemente meraviglioso che merita una sosta. Con dispiacere riprendiamo il nostro cammino proseguendo a sinistra WP12 su sentiero in continui saliscendi e superata una recinzione attraverso una “aerea” scaletta proseguiamo sullo stesso fino ad incontrare il Faro della Marina Militare WP13. Oltrepassata una ulteriore scaletta ed un punto panoramico WP14, arriviamo al nostro punto di partenza.

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22 settembre 2015

Libro Aperto ( E )


Facile itinerario ad anello sulla cima e sulle pagine del Libro Aperto a q.1937 che domina il paese di Abetone.


Data: 22 Settembre 2015

NoteIl Libro Aperto è formato da due cime ed il suo nome sembra derivi dalla somiglianza, riscontrabile dal versante Toscano, con un libro dalle ampie pagine dischiuse sul dorso. Le due cime sono monte Rotondo, la più alta (1937 mt.) che comunemente è chiamata Libro Aperto, e monte Belvedere quella più bassa (1896 mt.) che non è riportata in nessuna carta escursionistica.
La sua forma particolare e la vicinanza all'Abetone ne fanno una delle mete più frequentate della montagna pistoiese. Dalla cima del monte Rotondo si ha una visuale splendida del vicino monte Cimone, del sottile filo di cresta e del Corno alle Scale.

Partenza: Con i mezzi pubblici percorrendo la strada statale 12 si raggiunge il paese di Abetone.



Itinerario: Dalla fermata dell'autobus WP1 si attraversa la piazza e si prende via Uccelliera. Percorse poche decine di metri si prende a destra la strada forestale WP2 contrassegnata dal cartello CFS 11, che in inverno diventa una pista da sci di fondo, arrivando dopo poco ad un punto di sosta con tavoli e fontana a q.1454 WP3. Si continua in pari con il sentiero grande a destra, CFS 11, ignorando la deviazione per Monte Maiori, si attraversa un meraviglioso bosco di faggi con numerose tabelle didattiche e in breve si raggiunge la località La Verginetta a q.1480 WP4, dove si incrocia il sentiero che scende da Monte Maiori. Si prende a destra in salita con il CAI 00 e si arriva alla Casetta di Lapo a q. 1513 WP5, un rifugio che nel periodo estivo offre un servizio di ristoro, posto in una grande radura. Anche se abbagliati dal sole si distinguono le due vette del “Libro”. Il sentiero adesso continua in forte salita, la fatica si fa sentire, ma tra macchie di erica e bei panorami si arriva alla sella che divide le due cime a q.1861 WP6. Risalendo a sinistra in ripida salita si arriva sulla cima più alta del Libro Aperto a q.1937 WP7. Purtroppo il tempo non aiuta, la nebbia che va e viene impedisce di godere di un bel panorama a 360°, peccato anche perché devo desistere dall'intento originario, quello di seguire il CAI 00 di crinale. Si scende seguendo a sinistra la facile cresta fino ad incrociare il CAI 00 che a destra WP8 tagliando il fianco della montagna torna alla sella a q. 1861. Facendo buon viso a cattiva sorte, per non rifare il percorso di salita si scende a dritto con il sentiero CAI 495 WP9 che si ricongiunge al CAI 00 alla Casetta di Lapo. La fortuna mi è amica, alcune marmotte in due tempi distinti, se ne vanno a giro sopra grossi massi godendosi il calore dei raggi del sole che scendendo di quota è riapparso. Giunti a La Verginetta a q 1480 si continua a dritto sul CAI 00 WP10 in salita verso Monte Maiori a q.1560 WP11, per arrivare di nuovo al punto di sosta con tavoli e fontana dell'andata. Si ignora la forestale dell'andata per seguire a destra in salita il sentiero CAI 00 WP12 che si inoltra nel bosco, per scendere poi in prossimità di un casetta di legno fino ad arrivare in piazza di Abetone.


 




15 agosto 2015

  ITINERANDO SULL'APPENNINO


                                      TOSCO EMILIANO




Erano chiamate vie Romee le strade che nel medioevo portavano i pellegrini a Roma, uno dei tre grandi centri della Cristianità, insieme a Santiago de Compostela e Gerusalemme. La via Francigena era (ed è ancora adesso) la via Romea più importante, ma la viabilità medioevale non utilizzava un unico percorso, bensì una serie di tracciati paralleli, i percorsi nascevano dove i pellegrini trovavano più sicurezza e ristoro per il corpo e per la mente. L'itinerario che da Nonantola, passando da Pistoia, giungeva a Fucecchio era molto importante, per più motivi. Nonantola era sede di una potente abbazia e crocevia di varie strade. Pistoia, oltre ad essere una città molto importante nel medioevo, nella sua cattedrale conservava già allora l'unica reliquia di Santiago (Giacomo il Maggiore, l'Apostolo di Gesù, venerato a Compostela in Spagna) esistente in Italia. Infine, l'Opera di S. Jacopo che tramite lo spedale del Ceppo offriva mura protettrici e un letto, dove cure e una minestra attendevano giorno e notte i passanti, e che accudiva i pellegrini anche economicamente. Da Pistoia per giungere a Fucecchio e quindi ricollegarsi alla Francigena principale, i pellegrini avevano due alternative, valicare il Montalbano e proseguire per Vinci e Cerreto Guidi o passare da Altopascio (altra città molto importante per l'accoglienza nel medioevo) e attraversare il padule di Fucecchio. Nel medioevo questo itinerario era una delle tante ramificazioni della Francigena principale, che transitava dal passo della Cisa, ed era utilizzato soprattutto da pellegrini e mercanti provenienti dal nord est dell'Italia, o che vi giungevano attraverso i valichi alpini.

Presentazione dell'Itinerario

L'obiettivo è quello di portare a conoscenza e invogliare i camminanti a percorrere antichi itinerari, permettendo di scoprire luoghi ricchi di bellezza e di storia e assaporare aspetti che altrimenti sarebbe difficile cogliere. Questo itinerario è rivolto agli amanti del “camminare” come contributo a percorrere in maniera consapevole questa parte di territorio, per fortuna in buona parte ancora incontaminato. Con il nostro andare lento avremo la possibilità di godere, quasi sempre nel silenzio, della varietà di paesaggi che incontreremo. Da quello agreste padano, ai calanchi della valle del Panaro, il verde dei boschi e dei prati dell'appennino Modenese, il severo appennino Pistoiese e superato il Montalbano ammireremo le dolci e armoniose colline coperte di olivi e cipressi per arrivare a Fucecchio e confluire nella Francigena.

Si percorrono alcuni dei sentieri e strade utilizzati dai pellegrini e viandanti mille anni fa provenienti dall'Europa del nord e dall'Italia del nord per andare “Ad Limina Petri” a Roma.

Visualizza i post delle singole tappe:
Tappa nr. 1: Nonantola - Vignola
Tappa nr. 2: Vignola - Ospitale San Giacomo
Tappa nr. 3: Ospitale San Giacomo - Abetaia
Tappa nr. 4: Abetaia - Porretta Terme
Tappa nr. 5: Porretta Terme - Pistoia (Sentiero di Fondovalle)
Tappa nr. 5 bis: Porretta Terme - Pistoia (Sentiero di Crinale) 
Tappa nr. 6: Pistoia - Vinci
Tappa nr. 7: Vinci - Fucecchio

                         ITINERANDO SULL'APPENNINO

                                                                      TOSCO-EMILIANO

 

Via Romea Nonantolana
 
            e via Francesca della Sambuca


Percorso Emiliano
Via Romea Nonantolana


Nel medioevo Nonantola era sede di una potente abbazia, i cui possedimenti si estendevano fino a Porretta Terme, era inoltre un importante crocevia in cui confluivano le direttrici che dall'Italia nord-orientale valicando gli Appennini conducevano alla Tuscia. Esistevano due vie storiche dirette a Pistoia, da Nonantola fino a Montalbano (poco dopo Samone) il percorso era lo stesso, da qui una direttrice passando da Fanano e Ospitale valicava gli Appennini presso il passo della Calanca; l'altra passando da Ospitale S. Giacomo e Castel D'aiano scendeva a Porretta Terme per congiungersi alla via Francesca della Sambuca.
L'itinerario che da Nonantola porta i pellegrini verso Pistoia è chiamato via Romea Nonantolana e risale al medioevo. La parte emiliana di fondovalle si svolge in territorio pianeggiante costeggiando canali, percorrendo strade secondarie, interpoderali e piste ciclopedonali. Percorrendo la pianura padana il panorama è quello classico di campi coltivati a cereali, intervallati da frutteti e da pioppeti. La maggior parte dei paesi attraversati sono piccoli agglomerati urbani, dove il tempo sembra immobile. Da San Cesario fino a Ponte Casona si costeggia il fiume Panaro con scorci suggestivi. Attraversato il fiume comincia la salita, prima su asfalto, poi nel fresco e rilassante bosco, dal quale la vista spazia sui caratteristici calanchi e su verdi prati, fino ad arrivare allo splendido panorama di Pieve di Trebbio con i magnifici colori e forme dei campi e la vista delle particolari conformazioni dei Sassi di Rocca Malatina. Procedendo ci inoltriamo in territorio di alta collina caratterizzato da boschi (prevalentemente di castagno) e prati. Da qui il percorso passando da Zocca (entriamo in territorio bolognese) non cambierà fino a Porretta Terme. Tutti i paesi che attraversiamo conservano memorie del passato e meritano una visita.



         ITINERANDO SULL'APPENNINO


                                                                                 TOSCO-EMILIANO



Via Romea Nonantolana

            e via Francesca della Sambuca



Tappa nr. 1: Nonantola - Vignola


Data: Agosto 2015

Partenza: Nonantola può essere raggiunta per mezzo della ferrovia fino alla stazione di Modena, nei cui pressi è possibile prendere il pullman (Compagnia Tper - linee 550/551/552 direzione Cento – Ferrara) per Nonantola.

Note: Tappa pianeggiante ma abbastanza impegnativa per la lunghezza. Lungo il percorso non si trovano fonti, pertanto è consigliabile partire con una buona scorta di acqua. Noi abbiamo viaggiato in autosufficienza, attrezzati di tenda. Comunque nei paesi più grandi c'è possibilità di vitto e alloggio.
Fonti: Area attrezzata di Marano. E' possibile rifornirsi nei paesi.
Sentieri: Via Romea Nonantolana


Nonantola – Rubbiara
Partendo dalla Piazza antistante il museo della Abbazia, si attraversa Piazza Caduti Partigiani e si prosegue per Via Roma costeggiando la Torre dei Modenesi (purtroppo ancora ingabbiata a causa dei danni subiti per il terremoto) fino al Viale delle Rimembranze.
Si svolta a sinistra, poi verso destra e si attraversa tutto il parcheggio posto sul lato destro della strada. All’inizio di Piazza Martiri di Tien An Men (un secondo parcheggio alberato) si imbocca la “pista ciclabile” che si percorre fino alla fine del parco, ignorando le deviazioni laterali e sbucando su Via Masetto. Si prosegue quindi verso destra per circa 1,5 Km., costeggiando il Canal Torbito. Al bivio si prende a sinistra (Via Ampergola). Dopo un po’ si prende a destra una stradina (Via Guazzaloca) contrassegnata da un cartello con segno bianco-rosso. Si avanza per circa 1 Km e oltrepassata Via Risaia, si prosegue dritti per via Chiesa di Rubbiara.

Rubbiara – Castelfranco Emilia
Alla fine di Via Chiesa di Rubbiara si prende a sinistra Via Imperiale Est (strada bianca). Poco dopo si gira a destra superando un ponticello ed una sbarra immettendoci in una stradina sterrata interpoderale (Via Temide) a q. 28 WP1. La si percorre attraversando il sottopasso della nuova ferrovia TAV incrociando una strada asfaltata (Via Pieve) a q. 33 WP2. Di fronte vediamo il vialetto alberato di ingresso di Villa Sorra che si percorre verso la villa. Si supera il cancello e si entra nel parco (adibito a parco pubblico) fiancheggiando il lato sinistro della villa. Sempre a sinistra costeggiamo la recinzione ed il cancello (solitamente chiuso) che da’ accesso al giardino. Alla fine della recinzione a q. 37 WP3 andiamo dritti attraversando il prato immettendoci a destra e subito a sinistra su una pista ciclabile che passando davanti al cancello di entrata della villa ci porta su una strada asfaltata (via Prati) che imbocchiamo a sinistra.
La percorriamo fino ad incrociare sulla destra Via Bixio che poco dopo lasciamo a sinistra a q. 34 WP4 per immetterci nella stradina che conduce al Castello di Panzano il cui retro ci rimane sulla destra. Si procede a destra lasciandoci alle spalle la chiesetta e il castello. Al primo incrocio prendiamo a sinistra la pista ciclabile di Via Pioppa. Si prosegue dritti e in località Pioppa dove è edificato un grazioso tempietto si incrocia la strada che porta a Castelfranco Emilia (Via per Panzano) che prendiamo a destra. Sempre percorrendo una pista ciclopedonale, poco prima di arrivare a Castelfranco Emilia si passa sotto la ferrovia Milano-Bologna. La strada prende ora il nome di Andrea Costa e incrocia la S.S. 9 Emilia (Corso Martiri) che attraversa Castelfranco Emilia.

Castelfranco Emilia - Spilamberto
Giunti alla rotonda si prende a sinistra Corso Martiri e subito a destra imboccando Via C. Prampolini, che più avanti diventa Via Correggio. Ad un incrocio si gira a destra per Via Bramante. Si prosegue e più avanti, in corrispondenza di una rotonda si trova Via Castiglione che percorriamo a dritto ed ad una seconda rotonda si va verso sinistra imboccando Via Boccioni. Oltrepassiamo il cavalcavia della tangenziale e alla fine della discesa teniamo la sinistra incrociando Via della Meccanica, noi giriamo seccamente a sinistra (praticamente ritornando indietro) prendendo Via Viazza a q. 42 WP5. Percorriamo la lunga pista cliclopedonale che costeggia il Canal Torbito fino a incrociare Via della Liberazione che prendiamo a destra e poco dopo a sinistra per Via Belfiore camminando sul cavalcavia che passa sopra l’autostrada Milano-Bologna. Proseguiamo dritti fino ad incrociare Via Modenese che imbocchiamo a sinistra entrando nel paese di San Cesario sul Panaro (cartello). Poco dopo si prende a destra per Via Degli Esposti che percorriamo fino ad arrivare ad una rotonda (Via Pioppe) che imbocchiamo a sinistra seguendo la pista ciclopedonale. Percorsi 100 mt., superato il civico 513, imbocchiamo a destra un sentiero sterrato che va verso l’argine del Panaro (percorso pedonale) a q. 56 WP6.
Lo percorriamo a dritto e quando lo stesso curva verso sinistra, per evidente strada bianca guadagniamo a dritto l'argine del fiume che seguiremo verso sinistra a q. 51 WP7 percorrendo una strada bianca polverosa che ci porta a superare una cava dismessa. Dopo aver ammirato garzette, aironi cenerini, una lepre che saltellando se ne va via, arriviamo ad una grande cava nel pieno della sua attività.
Lasciandocela alle spalle ci immettiamo in Via Roversi a q. 64 WP8, alla fine della quale si svolta a destra imboccando Via Spilamberto (molto trafficata) in località Altolà. Al bivio si va verso destra per attraversare il ponte sul Panaro. Alla fine della rampa in discesa si svolta a sinistra per Piazza Trento e Trieste e poi Via Obici a q. 69 WP9 arrivando così nella piazza di Spilamberto antistante la Rocca Rangoni.

Spilamberto – Vignola
Ripartiamo per raggiungere la fine della prima tappa del nostro cammino: Vignola. Da Spilamberto a Vignola e fino a Ponte di Casona, seguendo la sponda sinistra orografica del Panaro, percorreremo sentieri e strade sterrate, ammirando bei scorci sul fiume e bei giardini e parchi pubblici realizzati sul greto dello stesso. Il percorso si snoda per gran parte al riparo dal sole.
Percorriamo a ritroso il nostro percorso fino a raggiungere il ponte da cui siamo arrivati, ed al suo inizio si prende a destra a q. 68 WP10 in leggera discesa una stradina asfaltata alla fine della quale si gira a sinistra imboccando la stradina ghiaiata indicata come “Percorso Natura fiume Panaro” che segue con andamento dolce la sponda del fiume, costeggiando piccoli boschetti e frutteti carichi di buona frutta purtroppo non ancora matura. Incontriamo un bel gattone che dopo essersi preso tante coccole, ci segue per un po'. Dopo circa una decina di Km. si arriva ad un piazzale con parcheggio. Sopra di noi si vedono il castello ed il vecchio borgo di Vignola che raggiungiamo oltrepassando un tunnel pedonale e subito dopo salendo per una scalinata che termina in Piazza dei Contrari dove c’è il portico di accesso al castello. Se invece si attraversa la volta si giunge in Via Garibaldi dalla quale si diramano le viuzze del centro storico. Vignola e il suo castello meritano comunque una visita.