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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

18 dicembre 2022

 

DOGANACCIA - L. SCAFFAIOLO EAI

Uscita sulla prima neve della stagione, su un classico itinerario della Montagna Pistoiese, il Lago Scaffaiolo.

Data: 12 Dicembre 2022

Partenza: Dalla Doganaccia, che si raggiunge percorrendo la Sr 66, quindi da Casotti di Cutigliano si segue la Sp 37.  

Note: Considerato la poca neve il percorso non presenta particolari difficoltà. Basta prestare un po' di attenzione.  

Fonti: Sul percorso non si trovano fonti.  

Sentieri: CAI 66, CAI 00,  

Itinerario: Approfitto della caduta della prima neve per fare un giro con le ciaspole, rapido giro di telefonate e si forma il trio. Il mattino mi ritrovo con Raffaello, e per strada recuperiamo Roberto, consultazione su dove andare, io propendo per il Libro Aperto, gli altri per il Lago Scaffaiolo. Sono le 9:00 quando partiamo dalla Doganaccia, la neve non è molta, ma le ciaspole comunque le prendiamo con noi. Procediamo piano piano con il CAI 66, oltrepassiamo il passo della Calanca a q. 1731, arrivando poco dopo allo Scaffaiolo. Dove svanisce la speranza di trovare un po' più di neve. E’ sempre molto bella la visuale del lago e del rifugio posto un pochino più in alto, ma con la neve è semplicemente spettacolare. E oggi, considerato le pochissime persone presenti, cosa non scontata, il senso di pace e di libertà è alle stelle. Scartiamo l’idea di arrivare al Corno alle Scale, per prendere la via del ritorno, che ovviamente non è quella dell’andata. Quindi, sempre con calma per godersi quanto più possibile la bella giornata, procediamo con il saliscendi del crinale, arrivando ai 1827 m. del Monte Spigolino. Dal quale, oggi si intravede il profilo delle Alpi, e dalla parte opposta una piccola porzione di mare. Con attenzione scendiamo al passo della Croce Arcana a q. 1639, e quindi torniamo alla Doganaccia, dove facciamo sosta al bar per qualcosa di caldo e una bella fetta di torta appena sfornata.

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27 ottobre 2022

 

PANIA DI CORFINO

Itinerario molto bello e panoramico, e i colori dell’autunno l’hanno reso spettacolare. Il percorso attraversa la Riserva Naturale Pania di Corfino, e il Parco dell’Orecchiella. Posti all’interno del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.   

Data: 18 Ottobre 2022

Partenza: Dal paese di Corfino, che si raggiunge con la Sr 66 fino al paese di La Lima, quindi con la Ss dell’Abetone e del Brennero. A Castelnuovo Garfrgnana si segue la Sp 72, e quindi la Sp 48.

Note: L’intero percorso non presenta difficoltà oggettive, solamente in alcuni tratti bisogna prestare molta attenzione ad individuare il sentiero, per segni sugli alberi scoloriti. Solo il tratto in discesa da noi fatto, che dalla cima della Pania porta al Centro visitatori del Parco dell’Orecchiella è per escursionisti esperti. Si può evitare aggirando il bastione roccioso.

Fonti: Si trova una fonte al parcheggio all’inizio del paese. La fonte dell’Amore dopo pochi chilometri, e al centro visite del Parco dell’Orecchiella.

Sentieri: CAI 56, CAI 66, Airone  1, CAI 62, Airone 1.

Itinerario: Accetto volentieri l’invito di Roberto a fare un giro alla Pania di Corfino, così martedi 18 partiamo di buon’ ora alla volta del paese di Corfino, punto di partenza dell’anello che percorreremo. Insieme a noi c’è anche Raffaello, ottima compagnia. 

Alle nove in punto, dopo aver riempito le borracce alla fonte del parcheggio, partiamo, e con via S. Antonio e vicolo del Pozzo, ci lasciamo alle spalle il paese. Oltrepassata una Marginetta, prendiamo a destra al bivio seguendo il CAI 56, e in ripida salita guadagniamo quota, godendo di bellissimi panorami, quindi su facile sentiero arriviamo alla fonte dell’Amore a q.1194 WP1, dove facciamo una piccola sosta. Con passo tranquillo ripartiamo e dopo poco in facile salita arriviamo al borgo di Campaiana a q. 1350, bellissimo borgo, che vive d’estate. Continuiamo con il CAI 66 e Airone 1, con i quali, facendo molta attenzione (segni sbiaditi) arriviamo al bel rifugio Granaiola a q. 1450, ovviamente chiuso. In breve ci lasciamo alle spalle il bosco, per percorrere prati sommitali a pascolo, e quindi seguendo il crinale arriviamo alla Croce di vetta, a q.1600. Posto incantevole, una terrazza panoramica da cui si gode di una vista eccezionale a 360 gradi, davanti le Apuane, dietro gli Appennini e sotto di noi… bellissimo. Ripartiamo mentre alcune mucche al pascolo ci tengono d’occhio, e non saremmo noi se non ci complicassimo le cose, invece di fare un largo giro seguendo il sentiero CAI 64 e Airone 1, decidiamo di scendere un ripido ghiaione con il CAI 62, il quale arriva al centro visite del Parco dell’Orecchiella a q.1331 WP2, chiuso, ovviamente.  Continuiamo in facile discesa, ed in breve arriviamo al bellissimo rifugio Isera, chiuso, posto incantevole, e successivamente al piccolo borgo di Pruno a q. 1000. Seguiamo a sinistra in direzione del borgo di Campaiana con il sentiero Airone 1 in facile discesa. Successivamente ritroviamo la salita fino a prendere il sentiero a destra in discesa con il CAI 58, in località Sasso Ghiraio, con cui torniamo ad incrociare il sentiero di andata e quindi il paese di Corfino. Un giro per le strette viuzze fino ad arrivare in piazza della chiesa dove troviamo un bar aperto per la tradizionale birretta. Bellissima escursione, in una bella giornata e con il bosco con i colori tipici dell’autunno, fantastico. A parte la discesa sul ghiaione, è sicuramente una escursione da fare, e consigliare. Alla prossima.

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26 ottobre 2022

 

MARESCA - PORTAFRANCA - ABETONE

Itinerario molto bello e panoramico. Il percorso attraversa la bella foresta del Teso, l’alta valle dell’Orsigna, e giunge a destinazione seguendo un sentiero di crinale, che non scende mai sotto i 1700 m. di quota.

Data: 17/18 Giugno 2022

Partenza: Da Maresca, che si raggiunge con la Sr 66 fino a Campo Tizzoro, quindi con la Sp Lizzanese. Io ci sono arrivato con il bus dei Trasporti Toscani.

Note: Il percorso nel primo tratto non presenta difficoltà oggettive. Invece il sentiero 00 di crinale, per la lunghezza e per il notevole dislivello è consigliato ad escursionisti esperti. E richiede passo fermo e buon allenamento.

Fonti: Fino alla fonte dell’Uccelliera si trovano diverse fonti, dopodiché non se ne trovano altre fino a destinazione.

Sentieri: CAI 3, CAI 20, CAI 35, CAI 5, CAI 00, CAI 495.  

   

Itinerario: La notturna, è un’escursione che parte dopo la mezzanotte dal rifugio di Portafranca e che vede l’arrivo all’Abetone al mattino, poco prima che il primo della gara tagli il traguardo. Infatti l’escursione viene effettuata in concomitanza con l’ultramarathon Pistoia – Abetone. Viene riproposta quest’anno dopo due anni di stop dovuti alla pandemia.  

In previsione di percorrerla decido di andare a “provarla”, per fare una ricognizione del percorso e per testare le gambe. Essendo uno degli accompagnatori sarebbe uno smacco troppo grande avere dei problemi lungo il percorso.

Parto dal paese di Maresca imboccando il sentiero CAI 3, che attraversa la bella foresta del Teso, e con il quale in un’oretta raggiungo i 1220 m. della Casetta Pulledrari. Oltrepasso la sbarra che delimita la larga forestale, con la quale arrivo al passo del Rombiciaio e subito dopo ai 1567 m. del rifugio del Montanaro. Al passo della Nevaia arrivo con il CAI 20, e con il CAI 35 arrivo ai 1580 m. del rifugio di Portafranca, meta di oggi.

Alle quattro e mezzo sono pronto per percorrere i 22 km che separano il rifugio dall’Abetone. In salita seguo il CAI 5, con il quale arrivo alla fonte dell’Uccelliera, mentre piano piano la luce subentra alla notte. Con il CAI 00 arrivo al passo del Cancellino, e poi su allo Strofinatoio, mentre il sole è una palla rossa che si alza in un cielo velato. A parte un cinghiale che mi scruta da lontano e un capriolo che “brontolando” scappa, sono solo, mentre il sole con una luce morbida illumina il lago Scaffaiolo. Le gambe “girano” bene, nonostante stia attento a procedere con calma, ho un buon ritmo, procedo con piacere, quasi con allegria. Ai 1669 m. del passo della Croce Arcana, come mi ero prefissato, faccio una sosta, dove altri due escursionisti hanno avuto la mia stessa idea. Facendo attenzione a non forzare, prendo d’infilata una serie di cime oltre i 1700 m., arrivando infine ai 1799 m. di cima Tauffi, al quale sembra di non arrivare mai. Mi fermo aspettando una ragazza che con fatica, ma inesorabilmente avanza sul ripido sfasciume, alla quale domando il perché non ha seguito il più facile e semplice sentiero che aggira la cima. Mi volto indietro per vedere il percorso fatto, e questo mi fa stare bene, nonostante i notevoli saliscendi percorsi, per adesso nessun problema. Con maggior lena e ottimismo affronto l’ultimo pezzo di percorso, che non è niente male. Procedo sullo stretto sentiero osservato dalla nuova amica, alla quale faccio un ultimo saluto, arrivando poco dopo a dover affrontare l’ultima salita, che mi porterà ai 1860 m. della sella del Libro Aperto. Lungo riposo al riparo del fastidioso vento, adesso comincio a sentire la stanchezza, le gambe le sento legnose.  Mangio qualcosa, e poi giù, con il CAI 495, con il quale scendo di quota. Nel bosco, ai margini del sentiero vedo un fungo, bello, enorme, d’istinto mi chino per raccoglierlo, poi rifletto, perché nessuno l’ha preso? Trovo tantissime persone alla Casetta di Lapo, che con gradita sorpresa trovo aperta, e in breve arrivo all’area di sosta dove mi fermo a riposarmi a uno dei tavoli. Come le altre persone presenti vengo assalito da un numero impressionante di mosche, una cosa indescrivibile. Infatti, come molti altri, poco dopo, spazientito mi alzo e con molta calma raggiungo il paese dell’Abetone. Stanco ma strafelice ripasso mentalmente il percorso fatto, a parte un leggero pizzicore ad un tallone (che si tradurrà in una vescica) non ho avuto altri problemi. Pieno di fiducia e ottimismo salgo sul bus, con il quale tornerò a Pistoia.

Ma il destino, o meglio, il mio senso di responsabilità (o la mia coglionaggine) fa si che non parta con gli altri. Tra i partecipanti alla notturna, e tra chi ha deciso di trascorrere la notte al rifugio, ci sono veramente tantissime persone. E poi c’è la marea di gente che salirà, o passerà dal rifugio la domenica. I volontari di servizio sono pochi e nessuno sa destreggiarsi in cucina, per cui rinuncio alla mia quarta notturna e rimango tra le pentole. Con un po’ di rammarico guardo la lunga fila che le frontali accese disegnano nel buio della notte. AD MAIORA!

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  DOGANACCIA – ABETONE

Bellissimo itinerario che attraversa i magnifici boschi dell’alto Appennino Pistoiese. Inizia dalla Doganaccia e passando dall’agriturismo I Taufi e dalla Secchia, arriva al paese dell’Abetone. E’ stato ripristinato dall’Unione Dei Comuni Montani Appennino Pistoiese.  

Data: 16 Luglio 2022

Partenza: Dalla località della Doganaccia, che si raggiunge con la Sr 66 fino ai Casotti di Cutigliano, quindi con la Sp 37 si raggiunge il paese di Cutigliano e successivamente la Doganaccia. Io ci sono arrivato con il bus dei Trasporti Toscani, e con la funivia.

Note: L’itinerario, tranne i tratti contrassegnati con il CFS12 e il CAI 80 alla fine dell’itinerario, non è segnato. E’ vero però che nella prima metà è molto intuitivo e facile da seguire. Mentre la seconda parte richiede moltissima attenzione e acume nell’individuare il percorso. Inoltre nella seconda parte ci sono alcune salite ripide, le quali richiedono buon allenamento. Nella tenuta dei Taufi si oltrepassano dei cancelli, fare attenzione a richiuderli.

Fonti: A Cutigliano, ai bar della Doganaccia, all’agriturismo I Taufi, una piccola sorgente lungo il sentiero dopo I Taufi (sulla quale non ci farei molto affidamento) e una fonte sul CAI 80 quasi alla fine del percorso.

Sentieri: CAI 6, CFS 12, CAI 80.

Itinerario: Da tantissimi anni cercavo un percorso alternativo a quello di crinale che unisse la località della Doganaccia al paese dell’Abetone. Alcuni anni fa, mentre percorrevo il bellissimo Percorso Azzurro, Pracchia Abetone, vidi una tabella nel bosco nei dintorni dell’agriturismo I Taufi con frecce che indicavano località che andavano nella direzione da me desiderata. Dopo vari tentativi, nel 2019 sono riuscito a fare un tratto del percorso, ma non era completo. Con pochi elementi in più, ma con tanta determinazione c’ho riprovato, e “arrangiandomi” un po’, all’Abetone ci sono arrivato!

Vari motivi, non ultimo il fatto che questo percorso si snoda quasi per intero nel bosco, e visto il caldo di questi giorni, mi fanno decidere di percorrere questo itinerario.

Dai 1535 m. della Doganaccia percorro in discesa la pista da sci, fino a raggiungere la strada asfaltata, che seguo a destra. (con un po’ più di attenzione avrei potuto evitare un pezzo di asfalto). Raggiunti i 1424 m. dell’area picnic delle Piagge seguo a destra il CAI 6a. Pochi metri e prendo a sinistra seguendo le frecce che indicano il percorso che voglio seguire. Una breve salita, quindi supero una presa dell’acquedotto, i ruderi di una capanna dei carbonai, e una costruzione che serviva per imbrigliare i piccoli corsi d’acqua. Il fresco del bosco e il facile sentiero mi fanno procedere spedito, ignorando le varie deviazioni, arrivo a prendere a sinistra a q. 1398 WP1, per poi percorrere una antichissima strada, che collegava le valli pistoiesi con quelle modenesi. Raggiunta una radura seguo a destra nel bosco a q.1312 WP2, e costeggiando i margini della vasta area ancora a destra a q. 1300 WP3, quindi superato un ponticello di legno, in breve arrivo all’agriturismo I Taufi. Per me è sempre l’ora giusta per un gelato, per cui il riposo lo faccio gustando una vera bontà. Un pezzo di formaggio a km zero per il pranzo, il pieno nella borraccia e riparto. Da questo punto bisogna fare molta attenzione, è molto facile sbagliare. Oltrepasso un cancello (richiudere) per poi seguire i pali pennellati di rosso che mi riportano nel bosco, nel quale è bene seguire i segni arancioni dipinti sul tronco degli alberi, dove prendo a sinistra a q. 1170 WP4. Oltrepasso una antica fornace, attraverso un piccolo ruscello prima di scalare un muro di pietre e attraversare un secondo ruscello, per poi continuare a dritto sull’evidente sentiero. (Io ho fatto una divagazione risalendo il corso d’acqua per andare a vedere una bella cascata d’acqua). Riprendo il sentiero in ripida e faticosa salita, alla fine della quale seguo a sinistra, oltrepasso una piccola sorgente a q. 1263 WP5 e poco dopo arrivo ad incrociare il CAI 8. Che seguo in salita come indica la freccia, non trovando altri segni desisto e comincio a scendere cercando un sentiero che tagli per poi tornare sul sentiero giusto. Seguendo il gps prendo in ripida salita un mal messo sentiero, il quale mi porta ad un caseggiato in località casa Forconi, ritrovando i segni della via. Continuo nella direzione che indica la freccia, trovandomi poco dopo a non sapere dove andare, ritrovo il sentiero giusto, che seguo a sinistra dopo aver risalito un ripido costone, arrivando poco dopo ad un gruppo di case in un largo e bel pianoro a q. 1260 WP6.  Dò per scontato che il percorso non attraversi i prati, quindi seguo la larga carrareccia che passa dietro le abitazioni, ma non trovo niente che mi faccia pensare di essere sulla direzione giusta. Arrivo ad un bivio dove trovo i segni gialli del Cammino di S. Bartolomeo, che seguo in discesa fino ad arrivare alla località della Secchia. Seguo a destra su asfalto, fino a prendere a destra il sentiero del CFS 12, il quale mi porta ad incrociare il CAI 80, dove mi fermo alla fonte per attingere acqua a q. 1316 WP7. Torno indietro ed in breve arrivo a prendere in salita a destra nel bosco, arrivando poco dopo in piazza all’Abetone a q. 1380.

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6 maggio 2022

 

  PRUNETTA-CALAMECCA-MACCHIA ANTONINI-

PRUNETTA-LE PIASTRE

Bell’itinerario su una porzione di Appennino considerato minore, ma che minore non è. Si attraversa un territorio dove l’aspetto naturalistico, paesaggistico e storico è preponderante. Ricco di acqua, di faggete e abetaie molto belle. Ma soprattutto si attraversano paesi molto belli, con persone gentili e ospitali, dove il tempo sembra sospeso.

Data: 30 Aprile 2022

Partenza: Da Prunetta, che si raggiunge con la Sr 66 fino a Le Piastre, quindi con la Sp 21, Via di Piastre e Prunetta. Io ci sono arrivato con il bus dei Trasporti Toscani.

Note: Il percorso non presenta difficoltà oggettive. Tuttavia consiglio di percorrerlo con tracce gps, per la difficoltà di orientamento in numerosi bivi, i quali non sono segnati, ed è in opera un massiccio disboscamento. Io l’ho allungato fino a Le Piastre, ma si può interrompere a Prunetta, chiudendo così l’anello.

Fonti: Non si trovano fonti lungo il percorso. Ma nei paesi troviamo acqua a volontà.

Sentieri: Da Prunetta a Calamecca il sentiero è contraddistinto con i segni bianco rossi del CAI, come altri porzioni del tracciato. La quasi totalità dell’itinerario è contrassegnato con le tabelle dei percorsi SEGNAVIE.  

Itinerario: In molti credono che queste zone, queste vallate abbiano poco da offrire, che sia una porzione di Appennino minore. Sarà perché non si superano mai i 1000 m di altezza, sarà perché non sono molto pubblicizzati, sarà perché sono vicino casa e quindi facilmente raggiungibili, e molti altri motivi… Invece riservano sorprese infinite agli escursionisti un po' curiosi che si avventurano su questi sentieri. 

Raggiungo Prunetta, base di partenza del giro ad anello che ho in mente di fare. Con la chiesa alle spalle percorro la via principale del paese, dove sono presenti alcune fontane WP1, poche centinaia di metri e prendo a sinistra in discesa via del Podere. Poco dopo proseguo su sterrato, supero il deposito di gas, dove trovo il primo segno bianco e rosso del CAI e con il largo sentiero in discesa raggiungo il punto più basso della vallata, dove scorre il torrente Rio Buio, che per un tratto segue parallelo al sentiero. Il quale dopo poco continua dalla parte opposta del corso d’acqua, quindi con molta attenzione vado dall’altra parte. In questo periodo il torrente ha una buona portata d’acqua, e in questo tratto scende rumoroso tra innumerevoli cascatelle che sono una meraviglia per gli occhi. Riparto superando un vecchio mulino, mentre il sentiero continua dolcemente a salire, pochi chilometri e raggiungo la strada asfaltata nei pressi di Casa di Monte. Seguo a sinistra e poche centinaia di metri dopo raggiungo un bivio in località Il Monte. Continuo a destra in discesa su sterrato, all’inizio del quale come riferimento c’è una cassetta per la posta di legno, e in pochi minuti raggiungo Calamecca, ed è la seconda sorpresa. Paese medievale molto bello, pulito ed ordinato, è un piacere perdersi tra le sue viuzze, dove fanno bella mostra di se tanti oggetti di una vita semplice e dura, nemmeno tanto lontana. Giro a caso per le viuzze scoprendo angoli bellissimi, panorami improvvisi, arrivando infine ad una monumentale scalinata, alla cui fine c’è la chiesa, che dall’alto domina il paese, nonché la vallata. Per fortuna è aperta, e, anche se alcuni oggetti ne impediscono l’accesso, posso vedere il bellissimo interno. Gli enormi altari in pietra serena, così come i due confessionali, i magnifici capitelli, il soffitto ligneo policromo a cassettoni della navata centrale, e molto molto altro… All’esterno si può ammirare una pietra con la croce dei Templari e lo stemma di Pistoia rovesciato posto su un lato del campanile. Nel lasciare il paese mi trattengo a chiacchiera con alcuni abitanti (stabili una cinquantina) i quali offrendomi di tutto, persino il pranzo, mi fanno tante domande, è un piacere parlare con loro, infondono tanta serenità. Starei ore a chiacchierare con i nuovi amici, ma devo ripartire, percorro a ritroso il sentiero da cui sono venuto, fino ad arrivare alla località Il Corniolo, nei pressi di un rudere, dove prendo a destra seguendo il sentiero dei bunker a q. 765 WP2. (si può evitare di fare questa deviazione, i bunker sono sulla strada asfaltata). Tornato sull’asfalto, al bivio di partenza, seguo il sentiero SEGNAVIE 52 che in salita passa dietro una Marginetta in pietra, il quale all’inizio si presenta sconnesso e in ripida salita. Con il percorso che si fa più dolce seguo seccamente a sinistra a q. 915 WP3, arrivando poco dopo al bel prato Sigliori. Con il largo sentiero arrivo a prendere ancora a sinistra a q. 939 WP4, in corrispondenza di uno slargo, (a diritto ci immetteremmo sulla strada asfaltata). In leggera salita comincia il sentiero che aggira Poggio Bottaio, a q. 956 WP5 continuo a sinistra, per prendere poco dopo a destra a q. 986 WP6, da cui si ha una bella visuale sul paese di Prunetta (In questo tratto dobbiamo fare moltissima attenzione, il percorso è privo di segnaletica, forse anche per il massiccio disboscamento). Adesso solo una dolce discesa in un bel bosco di faggi mi separa dalla Macchia Antonini, a cui arrivo costeggiando un bel laghetto pieno di pesci. E’ sempre una bellissima sorpresa arrivare qui, il posto è molto bello, tantissimi viali alberati, bellissimi prati su cui riposarsi, inoltre oggi per le pochissime persone, regna tanta pace e silenzio. Dopo essermi riposato, rifocillato e reso omaggio alla Cappella dell’Ing. Antonini, riparto seguendo il sentiero in leggera salita che comincia a metà delle due curve della strada provinciale. All’inizio il sentiero costeggia la strada asfaltata, per poi inoltrarsi nel bosco, fino ad incrociare una larga carrareccia che seguo a sinistra, passando sotto ad un traliccio pieno di ripetitori, arrivando poco dopo a Margine di Momigno a q. 975 WP7, dove riempio la borraccia alla fonte. Continuo con lo sterrato in salita a destra della fontana, la quale costeggia Poggio Bersano. Le fatiscenti strutture della ex colonia e il campo sportivo indicano che sono arrivato a Prunetta, fine dell’anello. Però, visto che è presto e dovrei aspettare un sacco di tempo la partenza del bus, decido di arrivare a Le Piastre, da cui mi separano 4 km di buona strada in discesa. Alla prossima.

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5 aprile 2022

 

ALTOPIANO di ASIAGO

Concludo in trasferta la stagione delle ciaspolate, un fine settimana con destinazione Altopiano di Asiago, o dei Sette Comuni. Nell’ampio panorama delle montagne venete, l’Altopiano di Asiago è quello che meglio si presta all’uso delle ciaspole. Le ciaspolate si sono svolte nel settore nord-occidentale dell’Altopiano, la cosiddetta “montagna alta” come la definiva Mario Rigoni Stern.

Data: 12-13 Marzo 2022

Partenza: Da Pistoia si segue la A11, quindi la A1 variante di valico, successivamente la A31, e infine la Sp 349 fino alla nostra destinazione, il Rifugio Cima Larici.

Note: I percorsi non presentano difficoltà. Peccato per la poca neve, ancora una volta è stata la conferma di una stagione avara di precipitazioni nevose. Comunque la bellezza dei luoghi attraversati inducono a vivere in armonia e rilassatezza, e ci hanno restituito, se mai ce ne fosse stato bisogno, il piacere di ritrovarci insieme sulle nostre amate montagne. 

Fonti: Non si trovano fonti lungo i percorsi. Quindi è bene partire con abbondante scorta. 

Sentieri: Sabato 12 - CAI 220, CAI 205. Domenica 13 - CAI 820. 

    

Itinerario: All’appuntamento del sabato mattina siamo in diciannove, allegri come una scolaresca in gita e pieni di aspettative di trascorrere due giorni in un ambiente unico, dove poter fare l’ultima ciaspolata della stagione. Anche se consapevoli che troveremo poca neve.

SABATO 12

Raggiungiamo i 1658 m. di Cima Larici, dove gli occhi spaziano nella bellezza a 360°, e anche se non è propriamente l’ora di pranzo, ci fiondiamo dentro al rifugio e ordiniamo di tutto, come se non ci fosse un domani. Recuperata la ragione usciamo, recuperiamo le ciaspole, le fissiamo agli zaini, sperando di poterle calzare più in là e ci incamminiamo incontro ad Antonio, il presidente del CAI di Asiago, il quale oggi ci farà da guida. Percorrendo i dolci saliscendi della Val Formica attraversiamo tratti innevati intervallati a tratti senza neve, mentre piano piano saliamo di quota. Con il gruppo sgranato arriviamo ai 2049 m. di Cima Mandriolo, da cui si gode di un bellissimo panorama sulle vette dell’Altopiano, e sulle valli circostanti, aiutati anche dalla bella giornata. Antonio, da noi incoraggiato ci fa una piccola lezione di storia, su quali erano i confini Italiani e quelli del “nemico” difesi strenuamente con furiose battaglie. Questi posti sono stati teatro di battaglie epiche e cruente, in questi luoghi si è combattuto la prima guerra mondiale. Con calma riprendiamo il cammino, cominciamo a scendere, e con un largo giro costeggiando alcune bellissime malghe, torniamo al punto di partenza. Non ci siamo messi le ciaspole, pazienza, il posto è molto bello e me lo sono goduto tutto, attimo per attimo, metro per metro. Provo ad immaginare come deve essere con la neve, che qui d’inverno è di casa, e la risposta è solo una: BELLISSIMO.

DOMENICA 13

Recuperate le auto ci siamo messi in marcia per raggiungere il rifugio Verenetta a 1654 m., dove abbiamo passato la notte. Chiamarlo rifugio è riduttivo, il Verenetta è nuovo, tutto in legno, le camere, almeno la nostra, molto spaziosa. Bello, molto bello. Per non parlare della cena e della colazione, impareggiabili. Paesaggio completamente diverso rispetto a ieri, dolci saliscendi con grandi prati adatti all’alpeggio di animali e ampie vallate con pochi alberi ieri, grandi boschi con alcune radure, solo in basso, dove ci sono malghe e quindi allevamenti di animali, oggi. In una mattinata fredda, ma che promette molto bene, partiamo con le ciaspole ai piedi, anche per “difendersi” dal ghiaccio, imboccando una forestale contraddistinta con il numero CAI 820, che seguiremo per tutto l’itinerario, che alterna tratti dentro al bosco e belle radure. Dopo questo primo tratto, il sentiero si inoltra nel bosco attraversando alcuni tratti privi di neve, e con alcuni pezzi ripidi, dove inevitabilmente il gruppo si allunga, raggiungiamo i 1890 m. del Monte Rossapoan, da cui si gode un bel panorama. Ricompattato il gruppo ripartiamo percorrendo un largo sentiero, con il quale raggiungiamo i 2020 m. del rifugio Forte Verena, situato accanto all’omonima fortezza risalente alla Prima Guerra Mondiale. E’ da qui che il 24 maggio 1915 partì il primo colpo di cannone che decretò l’entrata in guerra del Regio Esercito. Anche in questo rifugio ci facciamo riconoscere, l’appetito non ci manca, e quindi diamo un bel colpo alle provviste del locale. Ripartiamo seguendo in discesa una pista da sci, per poi inoltrarsi nel bosco, e con un piccolo fuoripista torniamo al punto di partenza. Adesso non ci rimane che mettersi in macchina per affrontare il viaggio di ritorno a casa. Prima di lasciare questo paradiso, ci fermiamo ad un punto vendita di un caseificio, dove facciamo incetta di formaggi e altri prodotti caseari tipici di queste zone, dell’Altopiano di Asiago. Un posto magico.

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20 febbraio 2022

 

PIAN di NOVELLO - PRATO BELLINCIONI - PIZZO ALPESTRE - PIAN di NOVELLO

Escursione ad anello con le ciaspole nell’alto appennino pistoiese. Da Pian di Novello ai 1420 m. di Prato Bellincioni, quindi al Pizzo Alpestre, a 1740 m. E tornati al punto di partenza con la dismessa pista da sci Beatrice.

Data: 23 Gennaio 2022

Partenza: Dal parcheggio della vecchia pista da sci di Pian di Novello, che si raggiunge con la S.R. 66 e successivamente con la S.S. 12.   E' servito dai mezzi pubblici del COPIT.  

Note: Il percorso non presenta particolari difficoltà, eccetto il tratto del CAI 100 di crinale. Dove alcuni tratti richiedono molta attenzione, inoltre i rami rotti costringono ad un continuo zizzagare. Nel primo tratto dell’itinerario si costeggiano alcune installazioni artistiche.     

Fonti: Solo all’inizio del percorso si trovano alcune fonti per approvvigionarsi di acqua. Quindi è bene partire con abbondante scorta. 

Sentieri: CFS 6, CAI 100, CFS 1.

Itinerario: Escursione con le ciaspole molto bella e gratificante, in un ambiente unico, di rara bellezza, in una bella giornata di sole. Peccato per la poca neve. Condivido questa escursione con Alessandro e Raffaello, che come me amano la montagna in ogni stagione e in tutte le sue sfumature.

Partiamo con le ciaspole ai piedi dal parcheggio antistante la vecchia pista da sci di Pian di Novello percorrendo la bella forestale, che d’inverno diventa una pista da sci di fondo, all’interno della Riserva Biogenetica Statale. Oltrepassiamo in sequenza la fonte di Orto di Giovannino a q. 1229 WP1, con le installazioni artistiche che la circondano, e successivamente la fonte del Lagacciolo a q. 1203 WP2. Poco dopo lasciamo la larga forestale a q. 1208 WP3, per seguire a destra in salita il sentiero del CFS 6, con il quale arriviamo al Prato Bellincioni a q. 1420. I miei due compagni di escursione rimangono meravigliati dalla bellezza del posto, reso ancora più bello dalla splendida giornata di sole. Si tratta di una suggestiva terrazza naturale posta tra il monte Calici e il Poggio degli Agli, dove la vista spazia a 360°, dai rilievi della Val di Lima, al Balzo Nero, alla Penna di Lucchio e il monte Prato Fiorito, fino alla vallata del torrente Scesta. Riprendiamo la marcia seguendo il CAI 100, che versa in pessime condizioni a causa dei molti rami caduti, i quali ci costringono ad un continuo zizzagare. Arrivati ai 1416 m. del monte Sentinella, meraviglioso balcone panoramico baciato dal sole, ci concediamo una sosta mangereccia. Per quanto possibile seguiamo il filo di cresta, ma la poca neve e le pessime condizioni del sentiero ci costringono a continui sali scendi. Il sentiero piano piano ma costantemente continua a salire. La fatica, insieme al poco allenamento costringono Alessandro a rallentare, per cui piano piano e con molta fatica superiamo i 1651 m. del monte Uccelliera. E ancora con più fatica e molti incitamenti arriviamo al Pizzo Alpestre a q. 1762, con il grande monumento al partigiano Pippo. Il sole che sta per tramontare e la calda luce che esso emana rendono questo posto ancora più bello. La pausa che abbiamo fatto e il sapere che il resto dell’itinerario è in discesa restituiscono il buonumore ad Alessandro. Percorriamo la vecchia pista da sci Beatrice, con la quale in allegria torniamo al punto di partenza. Stanchi ma felici della bella giornata ci mettiamo in auto per tornare a casa, non senza però canzonarci e prenderci in giro.

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