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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

15 agosto 2015

  ITINERANDO SULL'APPENNINO


                                      TOSCO EMILIANO




Erano chiamate vie Romee le strade che nel medioevo portavano i pellegrini a Roma, uno dei tre grandi centri della Cristianità, insieme a Santiago de Compostela e Gerusalemme. La via Francigena era (ed è ancora adesso) la via Romea più importante, ma la viabilità medioevale non utilizzava un unico percorso, bensì una serie di tracciati paralleli, i percorsi nascevano dove i pellegrini trovavano più sicurezza e ristoro per il corpo e per la mente. L'itinerario che da Nonantola, passando da Pistoia, giungeva a Fucecchio era molto importante, per più motivi. Nonantola era sede di una potente abbazia e crocevia di varie strade. Pistoia, oltre ad essere una città molto importante nel medioevo, nella sua cattedrale conservava già allora l'unica reliquia di Santiago (Giacomo il Maggiore, l'Apostolo di Gesù, venerato a Compostela in Spagna) esistente in Italia. Infine, l'Opera di S. Jacopo che tramite lo spedale del Ceppo offriva mura protettrici e un letto, dove cure e una minestra attendevano giorno e notte i passanti, e che accudiva i pellegrini anche economicamente. Da Pistoia per giungere a Fucecchio e quindi ricollegarsi alla Francigena principale, i pellegrini avevano due alternative, valicare il Montalbano e proseguire per Vinci e Cerreto Guidi o passare da Altopascio (altra città molto importante per l'accoglienza nel medioevo) e attraversare il padule di Fucecchio. Nel medioevo questo itinerario era una delle tante ramificazioni della Francigena principale, che transitava dal passo della Cisa, ed era utilizzato soprattutto da pellegrini e mercanti provenienti dal nord est dell'Italia, o che vi giungevano attraverso i valichi alpini.

Presentazione dell'Itinerario

L'obiettivo è quello di portare a conoscenza e invogliare i camminanti a percorrere antichi itinerari, permettendo di scoprire luoghi ricchi di bellezza e di storia e assaporare aspetti che altrimenti sarebbe difficile cogliere. Questo itinerario è rivolto agli amanti del “camminare” come contributo a percorrere in maniera consapevole questa parte di territorio, per fortuna in buona parte ancora incontaminato. Con il nostro andare lento avremo la possibilità di godere, quasi sempre nel silenzio, della varietà di paesaggi che incontreremo. Da quello agreste padano, ai calanchi della valle del Panaro, il verde dei boschi e dei prati dell'appennino Modenese, il severo appennino Pistoiese e superato il Montalbano ammireremo le dolci e armoniose colline coperte di olivi e cipressi per arrivare a Fucecchio e confluire nella Francigena.

Si percorrono alcuni dei sentieri e strade utilizzati dai pellegrini e viandanti mille anni fa provenienti dall'Europa del nord e dall'Italia del nord per andare “Ad Limina Petri” a Roma.

Visualizza i post delle singole tappe:
Tappa nr. 1: Nonantola - Vignola
Tappa nr. 2: Vignola - Ospitale San Giacomo
Tappa nr. 3: Ospitale San Giacomo - Abetaia
Tappa nr. 4: Abetaia - Porretta Terme
Tappa nr. 5: Porretta Terme - Pistoia (Sentiero di Fondovalle)
Tappa nr. 5 bis: Porretta Terme - Pistoia (Sentiero di Crinale) 
Tappa nr. 6: Pistoia - Vinci
Tappa nr. 7: Vinci - Fucecchio

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Via Romea Nonantolana
 
            e via Francesca della Sambuca


Percorso Emiliano
Via Romea Nonantolana


Nel medioevo Nonantola era sede di una potente abbazia, i cui possedimenti si estendevano fino a Porretta Terme, era inoltre un importante crocevia in cui confluivano le direttrici che dall'Italia nord-orientale valicando gli Appennini conducevano alla Tuscia. Esistevano due vie storiche dirette a Pistoia, da Nonantola fino a Montalbano (poco dopo Samone) il percorso era lo stesso, da qui una direttrice passando da Fanano e Ospitale valicava gli Appennini presso il passo della Calanca; l'altra passando da Ospitale S. Giacomo e Castel D'aiano scendeva a Porretta Terme per congiungersi alla via Francesca della Sambuca.
L'itinerario che da Nonantola porta i pellegrini verso Pistoia è chiamato via Romea Nonantolana e risale al medioevo. La parte emiliana di fondovalle si svolge in territorio pianeggiante costeggiando canali, percorrendo strade secondarie, interpoderali e piste ciclopedonali. Percorrendo la pianura padana il panorama è quello classico di campi coltivati a cereali, intervallati da frutteti e da pioppeti. La maggior parte dei paesi attraversati sono piccoli agglomerati urbani, dove il tempo sembra immobile. Da San Cesario fino a Ponte Casona si costeggia il fiume Panaro con scorci suggestivi. Attraversato il fiume comincia la salita, prima su asfalto, poi nel fresco e rilassante bosco, dal quale la vista spazia sui caratteristici calanchi e su verdi prati, fino ad arrivare allo splendido panorama di Pieve di Trebbio con i magnifici colori e forme dei campi e la vista delle particolari conformazioni dei Sassi di Rocca Malatina. Procedendo ci inoltriamo in territorio di alta collina caratterizzato da boschi (prevalentemente di castagno) e prati. Da qui il percorso passando da Zocca (entriamo in territorio bolognese) non cambierà fino a Porretta Terme. Tutti i paesi che attraversiamo conservano memorie del passato e meritano una visita.



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Via Romea Nonantolana

            e via Francesca della Sambuca



Tappa nr. 1: Nonantola - Vignola


Data: Agosto 2015

Partenza: Nonantola può essere raggiunta per mezzo della ferrovia fino alla stazione di Modena, nei cui pressi è possibile prendere il pullman (Compagnia Tper - linee 550/551/552 direzione Cento – Ferrara) per Nonantola.

Note: Tappa pianeggiante ma abbastanza impegnativa per la lunghezza. Lungo il percorso non si trovano fonti, pertanto è consigliabile partire con una buona scorta di acqua. Noi abbiamo viaggiato in autosufficienza, attrezzati di tenda. Comunque nei paesi più grandi c'è possibilità di vitto e alloggio.
Fonti: Area attrezzata di Marano. E' possibile rifornirsi nei paesi.
Sentieri: Via Romea Nonantolana


Nonantola – Rubbiara
Partendo dalla Piazza antistante il museo della Abbazia, si attraversa Piazza Caduti Partigiani e si prosegue per Via Roma costeggiando la Torre dei Modenesi (purtroppo ancora ingabbiata a causa dei danni subiti per il terremoto) fino al Viale delle Rimembranze.
Si svolta a sinistra, poi verso destra e si attraversa tutto il parcheggio posto sul lato destro della strada. All’inizio di Piazza Martiri di Tien An Men (un secondo parcheggio alberato) si imbocca la “pista ciclabile” che si percorre fino alla fine del parco, ignorando le deviazioni laterali e sbucando su Via Masetto. Si prosegue quindi verso destra per circa 1,5 Km., costeggiando il Canal Torbito. Al bivio si prende a sinistra (Via Ampergola). Dopo un po’ si prende a destra una stradina (Via Guazzaloca) contrassegnata da un cartello con segno bianco-rosso. Si avanza per circa 1 Km e oltrepassata Via Risaia, si prosegue dritti per via Chiesa di Rubbiara.

Rubbiara – Castelfranco Emilia
Alla fine di Via Chiesa di Rubbiara si prende a sinistra Via Imperiale Est (strada bianca). Poco dopo si gira a destra superando un ponticello ed una sbarra immettendoci in una stradina sterrata interpoderale (Via Temide) a q. 28 WP1. La si percorre attraversando il sottopasso della nuova ferrovia TAV incrociando una strada asfaltata (Via Pieve) a q. 33 WP2. Di fronte vediamo il vialetto alberato di ingresso di Villa Sorra che si percorre verso la villa. Si supera il cancello e si entra nel parco (adibito a parco pubblico) fiancheggiando il lato sinistro della villa. Sempre a sinistra costeggiamo la recinzione ed il cancello (solitamente chiuso) che da’ accesso al giardino. Alla fine della recinzione a q. 37 WP3 andiamo dritti attraversando il prato immettendoci a destra e subito a sinistra su una pista ciclabile che passando davanti al cancello di entrata della villa ci porta su una strada asfaltata (via Prati) che imbocchiamo a sinistra.
La percorriamo fino ad incrociare sulla destra Via Bixio che poco dopo lasciamo a sinistra a q. 34 WP4 per immetterci nella stradina che conduce al Castello di Panzano il cui retro ci rimane sulla destra. Si procede a destra lasciandoci alle spalle la chiesetta e il castello. Al primo incrocio prendiamo a sinistra la pista ciclabile di Via Pioppa. Si prosegue dritti e in località Pioppa dove è edificato un grazioso tempietto si incrocia la strada che porta a Castelfranco Emilia (Via per Panzano) che prendiamo a destra. Sempre percorrendo una pista ciclopedonale, poco prima di arrivare a Castelfranco Emilia si passa sotto la ferrovia Milano-Bologna. La strada prende ora il nome di Andrea Costa e incrocia la S.S. 9 Emilia (Corso Martiri) che attraversa Castelfranco Emilia.

Castelfranco Emilia - Spilamberto
Giunti alla rotonda si prende a sinistra Corso Martiri e subito a destra imboccando Via C. Prampolini, che più avanti diventa Via Correggio. Ad un incrocio si gira a destra per Via Bramante. Si prosegue e più avanti, in corrispondenza di una rotonda si trova Via Castiglione che percorriamo a dritto ed ad una seconda rotonda si va verso sinistra imboccando Via Boccioni. Oltrepassiamo il cavalcavia della tangenziale e alla fine della discesa teniamo la sinistra incrociando Via della Meccanica, noi giriamo seccamente a sinistra (praticamente ritornando indietro) prendendo Via Viazza a q. 42 WP5. Percorriamo la lunga pista cliclopedonale che costeggia il Canal Torbito fino a incrociare Via della Liberazione che prendiamo a destra e poco dopo a sinistra per Via Belfiore camminando sul cavalcavia che passa sopra l’autostrada Milano-Bologna. Proseguiamo dritti fino ad incrociare Via Modenese che imbocchiamo a sinistra entrando nel paese di San Cesario sul Panaro (cartello). Poco dopo si prende a destra per Via Degli Esposti che percorriamo fino ad arrivare ad una rotonda (Via Pioppe) che imbocchiamo a sinistra seguendo la pista ciclopedonale. Percorsi 100 mt., superato il civico 513, imbocchiamo a destra un sentiero sterrato che va verso l’argine del Panaro (percorso pedonale) a q. 56 WP6.
Lo percorriamo a dritto e quando lo stesso curva verso sinistra, per evidente strada bianca guadagniamo a dritto l'argine del fiume che seguiremo verso sinistra a q. 51 WP7 percorrendo una strada bianca polverosa che ci porta a superare una cava dismessa. Dopo aver ammirato garzette, aironi cenerini, una lepre che saltellando se ne va via, arriviamo ad una grande cava nel pieno della sua attività.
Lasciandocela alle spalle ci immettiamo in Via Roversi a q. 64 WP8, alla fine della quale si svolta a destra imboccando Via Spilamberto (molto trafficata) in località Altolà. Al bivio si va verso destra per attraversare il ponte sul Panaro. Alla fine della rampa in discesa si svolta a sinistra per Piazza Trento e Trieste e poi Via Obici a q. 69 WP9 arrivando così nella piazza di Spilamberto antistante la Rocca Rangoni.

Spilamberto – Vignola
Ripartiamo per raggiungere la fine della prima tappa del nostro cammino: Vignola. Da Spilamberto a Vignola e fino a Ponte di Casona, seguendo la sponda sinistra orografica del Panaro, percorreremo sentieri e strade sterrate, ammirando bei scorci sul fiume e bei giardini e parchi pubblici realizzati sul greto dello stesso. Il percorso si snoda per gran parte al riparo dal sole.
Percorriamo a ritroso il nostro percorso fino a raggiungere il ponte da cui siamo arrivati, ed al suo inizio si prende a destra a q. 68 WP10 in leggera discesa una stradina asfaltata alla fine della quale si gira a sinistra imboccando la stradina ghiaiata indicata come “Percorso Natura fiume Panaro” che segue con andamento dolce la sponda del fiume, costeggiando piccoli boschetti e frutteti carichi di buona frutta purtroppo non ancora matura. Incontriamo un bel gattone che dopo essersi preso tante coccole, ci segue per un po'. Dopo circa una decina di Km. si arriva ad un piazzale con parcheggio. Sopra di noi si vedono il castello ed il vecchio borgo di Vignola che raggiungiamo oltrepassando un tunnel pedonale e subito dopo salendo per una scalinata che termina in Piazza dei Contrari dove c’è il portico di accesso al castello. Se invece si attraversa la volta si giunge in Via Garibaldi dalla quale si diramano le viuzze del centro storico. Vignola e il suo castello meritano comunque una visita.





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Via Romea Nonantolana
 
            e via Francesca della Sambuca


Tappa nr. 2: Vignola - Ospitale S. Giacomo

Data: Agosto 2015

Partenza: Dal paese di Vignola. Per chi arriva in auto, da Milano sull'Autostrada A1, Uscita Modena Sud in direzione Spilamberto, Vignola (km 12). Per chi arriva da Bologna sull'Autostrada A1, Uscita Bologna Casalecchio in direzione Bazzano, Vignola (km 20).
Per chi arriva in treno: Dalla stazione ferroviaria di Modena con la corriera extra urbana, linea 731. Consulta l'orario.

Note: Tappa impegnativa sia per la lunghezza che per il dislivello, ma la fatica è ampiamente ricompensata dalla bellezza dei luoghi attraversati, ricchi di storia. L'itinerario, salvo il tratto iniziale, che si svolge lungo il fiume e quello finale, si svolge nel verde con continui sali scendi.
Fonti: Area attrezzata di Marano, Castellino delle Formiche. Inoltre è possibile rifornirsi nei paesi o presso abitazioni private.
Sentieri: CAI 400/2, CAI 428, Percorso 1, Sentiero 11.


Vignola – Ponte Casona
Cominciamo questa nuova tappa nello stesso modo in cui abbiamo terminato quella di ieri, infatti la prima parte del cammino di oggi è la sua naturale prosecuzione: una lunga camminata lungo il fiume. Ripartiamo da Piazza dei Contrari e dopo aver sceso la scalinata prendiamo a destra in corrispondenza della presa del Canale di San Pietro. L'itinerario prende il nome di “Percorso Sole” e segue la strada di fondovalle. Passiamo a fianco di un Centro Sportivo e seguendo le anse del fiume giungiamo ad una area attrezzata in località Marano la cui fonte ci è di grande ristoro!!! a q. 143 WP1 Percorriamo sempre la sponda destra del Panaro (sinistra orografica) e dopo aver superato alcuni sbarramenti artificiali sul fiume, giungiamo ad un bivio che prendiamo a sinistra a q. 127 WP2 seguendo la sponda del fiume fino a raggiungere una sbarra che ci immette sulla strada asfaltata all'inizio del ponte sul fiume. Evitiamo di seguire i segni bianco rossi e proseguiamo dritti su asfalto in lieve discesa. Fatti un centinaio di metri imbocchiamo a sinistra una stradina in discesa che ci immette in un sottopasso a q. 139 WP3 riportandoci sulla sponda del fiume che seguiamo fino a Ponte di Casona, dove un ponte permette di andare sull’altra riva del fiume che, lungo tutto il suo percorso, è molto frequentato e vissuto dagli abitanti del luogo. Anche noi ne abbiamo approfittato per fare un bel bagno!

Ponte Casona – Rocca di Sopra
Il lungo percorso di fondovalle è finito. Tanti chilometri di cammino su terreno pianeggiante. Abbiamo percorso strade asfaltate (pochissimo transitate), piste ciclopedonali, strade bianche, sentieri interpoderali, costeggiato corsi d'acqua.
Il nostro cammino continua in collina dove troveremo la salita, i boschi, i prati, la fatica... Entreremo nel Parco dei Sassi di Rocca Malatina.
Superato il ponte prendiamo la strada asfaltata a destra in salita in Via Ponte di Casona (sentiero CAI 400/2) ed al bivio successivo teniamo la destra (Via Fondovalle) che percorreremo fino ad incrociare a sinistra il segnavia del sentiero CAI 400/2 ed il percorso nr. 1 del Parco a q. 238 WP4 con indicazioni “Pieve di Trebbio, Rocca di Sopra, Samone”. Si inizia a salire rapidamente su scalette seguendo ai successivi bivi sempre l’indicazione CAI 400/2 Pieve di Trebbio. Dopo una serie di saliscendi arriviamo nella valle del Rio Frascara dove nei punti in cui la vegetazione si dirada o al culmine della salita possiamo ammirare il magnifico panorama di fronte a noi: i calanchi, il Panaro nel fondovalle ed il campanile ex torre medioevale del paese di Festà a q. 341 WP5. Risaliamo il Rio percorrendo il “Sentiero dei ponticelli” caratterizzato appunto da molti ponticelli in legno che attraversano il Rio continuamente. Bellissimo il panorama che si apre davanti a noi al culmine della salita quando il sentiero confluisce su una strada asfaltata. Possiamo ammirare le cuspidi dei Sassi, la strada stessa con le grosse querce ai lati, le cromie dei terreni ben coltivati, il profilo dei monti fra i quali svetta imponente il Monte Cimone. Se prendiamo a destra a q. 444 WP6 poco dopo troviamo la lapide che ricorda il sacrificio di un soldato americano durante la seconda guerra mondiale. Tornando sui nostri passi ammirando l'armonia e la bellezza della natura modellata dall'uomo arriviamo a Pieve di Trebbio. La Chiesa dedicata a San Giovanni Battista, pur essendo stata sottoposta ad interventi di rifacimento, è senza dubbio uno degli esempi più significativi del romanico dell'Appennino Modenese. Una sosta è doverosa per riposare corpo e mente gustando la bellezza e la pace del luogo. Proseguendo, dopo un centinaio di metri arriviamo ad un bivio e continuiamo dritti sulla strada principale (a sinistra invece si trova un punto di informazioni del Parco) e sempre seguendo le indicazioni CAI 400/2 ed il Percorso 1 svoltiamo a sinistra su strada sterrata (Via del Partigiano) che in breve ci porta a Rocca di Sopra a q. 480 WP7 dove è possibile usufruire del bar ristorante, mentre per dormire è necessario arrivare a Rocca Malatina (1 km e mezzo circa). Da qui la visione dei Sassi è superba!!!

Rocca di Sopra - Zocca
Continuano i saliscendi, alcuni dei quali veramente faticosi. Il percorso rimane in quota e si snoda nel verde. Incontriamo paesi e piccoli borghi con tanta memoria romana.
Partendo da Rocca di Sopra continuiamo in discesa a destra sul sentiero CAI 400/2 itinerario 1 fino a raggiungere Borgo dei Sassi, un grazioso borgo arroccato ai piedi del Sasso della Croce sul quale è possibile salire attraverso un percorso attrezzato e godere di un panorama a 360° (qui è presente anche un punto informazioni del parco). Nel borgo vale la pena soffermarsi presso l'Oratorio della Madonna dei Sassi con il suo interessante bassorilievo posto sulla parete esterna raffigurante una mano con l'indice puntato al cielo tra un ramo di melograno ed uno di palma recante la scritta “Spera in Deo et fac bonitatem” che avvalora la tesi secondo la quale in origine l'edificio fosse un ospitale. Alla fine dell'Oratorio si prende a sinistra in discesa a q. 515 WP8 fino ad arrivare a “La Carbonaia” un piccolo museo a cielo aperto che ci documenta su come veniva realizzato il carbone dai nostri nonni. Da qui prendiamo a destra a q. 483 WP9 in ripida discesa arrivando al Mulino della Riva contornato da una area adibita a picnic. Attraversato il rio si sale fino a raggiungere una strada asfaltata che percorriamo a destra ed in breve arriviamo al piccolo borgo antico di Castellino delle Formiche, dove oltre ai bei panorami possiamo ammirare la torre svettante dalla roccia a q. 487 WP10 e una bella fontana a q. 476 WP11.
Lasciamo la strada principale e riprendiamo il nostro sentiero su sterrata a sinistra in leggera salita costeggiando alcune abitazioni a q. 499 WP12. Procediamo tra saliscenti e giunti presso alcuni impianti sportivi, svoltiamo a destra e poi sempre dritto fino a giungere al centro di Samone. Il vecchio borgo medioevale si trova alla nostra sinistra e merita sicuramente una visita.
Dalla piazza di Samone si continua sulla strada principale a sinistra in leggera discesa e proseguendo il cammino, prendiamo la strada a destra, prima asfaltata poi sterrata (Via Castellana) a q. 617 WP13. Seguendo sempre i segnavia 400/2 itinerario 1 arriviamo a località Serra dove la vista spazia sulla vallata di Villa d’Aiano. All'incrocio con la strada asfaltata prendendo a sinistra il sentiero contrassegnato con il numero 11 (scalette in salita) a q. 684 WP14 arriviamo al cimitero di Zocca e percorrendo la strada principale (Via Tesi) arriviamo in Piazza dei Martiri nel centro di Zocca.

Zocca – Ospitale San Giacomo
Dal centro di Zocca e precisamente da Piazza dei Martiri si continua a sinistra lungo Via Tesi. Dopo circa 400 mt. prendiamo a sinistra Via Mavore e all'altezza del campo sportivo prendiamo sulla destra il “Sentiero delle Mavore” a q. 779 WP15 costeggiando la strada asfaltata alla quale si ricongiunge all'altezza di un monumento realizzato con reperti bellici. Passiamo davanti ad un altare della Madonna e proseguiamo dritti fino ad arrivare all'inizio della zona industriale delle Lame dove prendiamo a sinistra in salita per Via San Giacomo (segnavia 422/B) per arrivare in breve alla bella costruzione risalente al XII secolo dell’Antico Ospitale di San Giacomo oggi adibito ad ostello. A fianco è presente il Museo del Castagno che merita sicuramente una visita.
Qui termina la nostra seconda tappa sicuramente molto più “faticosa” della precedente ma anche molto gratificante.




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Via Romea Nonantolana
                   
            e via Francesca della Sambuca


Tappa nr. 3: Ospitale S. Giacomo - Abetaia


Data: Agosto 2015

Partenza: Da Ospitale S. Giacomo. (3 km da Zocca).
In auto
- Da Nord: Modena Sud (A1), prendere direzione per Vignola e poi per Zocca. Proseguire sulla SS 623 in direzione Castel d'Aiano, dopo 3 km  in Loc. Lame svoltare a sinistra seguendo le indicazione Ostello di S.Giacomo – Museo del Castagno (1 km)
-
Da Bologna: uscita casello Casalecchio di Reno, direzione per Maranello, prendere la Via Bazzanese direzione Bazzano, arrivati alla località Muffa, voltare a sinistra  per Monteveglio proseguendo poi per Castelletto, Ciano, Montombraro e seguire indicazioni per Zocca. Proseguire sulla SS 623 in direzione Castel d'Aiano, dopo 3 km  in Loc. Lame svoltare a sinistra seguendo le indicazione Ostello di S.Giacomo – Museo del Castagno.
Mezzi pubblici
Trasporti Seta Modenaconsultazione orari
Linea extraurbana 700 Vignola - Zocca – Loc. Lame
Linea extraurbana 710 Pavullo Monteombraro- Zocca
Note: Tappa abbastanza impegnativa. Il percorso inizialmente si mantiene in quota attraversando prati e boschi. Dopo Castel D'Aiano si prosegue con continui saliscendi poco impegnativi.
Fonti: Ci sono diversi punti lungo il percorso in cui rifornirsi di acqua (e di cibo).
Sentieri: CAI 422/2, CAI 186, CAI 170.


Ospitale San Giacomo - Dragodena
Il percorso si mantiene in quota attraversando bellissimi boschi di castagno e la bella campagna coltivata a prati e seminativi. Incontriamo tanti piccoli paesi e borghi ricchi di storia a cui sarebbe giusto dedicare maggior tempo.
Riprendiamo il nostro cammino e uscendo dall'ostello prendiamo la strada asfaltata a destra con il CAI 422/2 passando di fianco ai “Treppi del ruzzolone”. Si segue una strada prima asfaltata poi sterrata a q. 854 WP1 fino ad arrivare nel Bosco delle Betulle dove ci fanno compagnia alcune sculture ricavate dagli alberi donate alla popolazione da vari artisti. Arrivati ad un bivio proseguiamo a destra seguendo il segnavia CAI 422/2 a q. 843 WP2 fino ad arrivare in località Braglie. Costeggiamo il lungo muro di cinta e la fatiscente costruzione di un vecchio convento Canossiano, il convento di Monte S. Giacomo. Finito il muro proseguiamo sempre dritto fino ad arrivare ad una strada asfaltata che seguiamo in salita a destra fino al bel borgo di Dragodena a q. 707 WP3 risalente al 1300 in cui è d'obbligo una visita.

Dragodena – Santa Lucia
Proseguendo sempre sul sentiero CAI 422/2 in piano dopo circa 100 mt. abbandoniamo la strada asfaltata prendendo sulla sinistra uno sterrato in leggera discesa a q. 709 WP4. Superato l’incrocio con una strada vicinale si giunge su una strada asfaltata all’oratorio di San Rocco. Davanti all'Oratorio prendiamo a sinistra su sterrato in discesa a q. 739 WP5 lasciando il sentiero CAI 422/2 che prosegue sull’asfalto. In breve passato il campo di tiro con l’arco arriviamo a Casa Fontana a q. 701 WP6, una bella e massiccia costruzione del 1400 che oltre ad un bassorilievo mostra anche tracce importanti risalenti al XV secolo. Il percorso prosegue su fondo cementato in discesa e prima di un ponticello svoltiamo a sinistra a q. 683 WP7 per una strada rurale che costeggia un ruscello. Costeggiando un fosso prendiamo a destra in ripida salita a q. 674 WP8 per una serie di prati e carrarecce sfociando quindi su una strada asfaltata (Via Cuccolotto) che percorriamo a destra. All’incrocio con una strada asfaltata girariamo a destra in Via Segalara e al successivo bivio, costeggiando alcune stalle ed un caseificio prendiamo a destra fino a giungere davanti alla chiesa abbaziale di Santa Lucia a q. 780 WP9.

Santa Lucia – Castel D’Aiano
Si prosegue sulla strada asfaltata in leggera salita fino ad incrociare sulla destra con una curva stretta Via Tavole a q. 808 WP10 (segnavia 186) che percorriamo prima in salita e poi in piano inoltrandosi nel bosco di castagni. Al bivio successivo si tiene la sinistra seguendo sempre il segnavia 186 in discesa a q. 843 WP11. Arrivati alla strada asfaltata si prende a sinistra e dopo circa 50 metri a destra in discesa a q. 790 WP12 (all'altezza del ponte) e subito dopo ancora a destra. Il sentiero prosegue in discesa per poi risalire sulla sinistra giungendo sulla strada asfaltata in località Torre Jussi. Oltrepassiamo il cancello a q. 780 WP13 e salendo sulla destra attraversiamo un castagneto secolare per poi costeggiare il borgo del XVII secolo che fu quartier generale tedesco nella seconda guerra mondiale a q. 785 WP14. Usciti dal borgo attraversiamo una piccola strada asfaltata continuando dritti e percorsi circa altri 300 mt. attraversiamo una strada provinciale continuando di fronte sul sentiero CAI 186 in salita. Poco dopo ad un bivio prendiamo a destra a q. 789 WP15. Usciti dal bosco notiamo la zona industriale e scendendo il sentiero attraversiamo il piccolo borgo di Famaticcia a q. 760 WP16. Arrivati alla strada provinciale prendiamo a sinistra fino a giungere ad un grande incrocio. Da qui una strada pedonale a destra ci conduce ad una scalinata salendo la quale si giunge in piazza del Municipio di Castel D’Aiano con la sua bella meridiana dipinta sulla torre campanaria a q. 794 WP17.

Castel D’Aiano – Abetaia
Dalla Piazza del Municipio di Castel D’Aiano in leggera salita si percorre Via Lollini fino al parcheggio. Lo si attraversa in direzione del cartello CAI 170 imboccando il sentiero a q. 810 WP18 che fa parte di un itinerario denominato “Via Longobarda” che seguiremo fino ad Abetaia. Il sentiero in salita fino al Santuario di Brasa dedicato alla Madonna, segue una Via Crucis le cui stazioni sono contrassegnate da croci di cemento. Si costeggia l'edificio e si imbocca Via Roncobianco e per carrarecce oltrepassata la località Selvanè si giunge al paese di Sassomolare a q. 850 WP19. Si attraversa la piazzetta antistante la chiesa e si imbocca Via Selve in discesa, si passa nell'aia di una casa a q. 793 WP20 e facendo molta attenzione perchè la vegetazione ha cancellato il sentiero, si scende per prati e dopo aver attraversato un fosso si giunge ad un strada asfaltata che prendiamo a sinistra giungendo a Canevaccia. Si attraversa la strada provinciale 623 prendendo in leggera discesa l'asfaltata per Pietracolora a q. 791 WP21. Percorso il tornante dopo un centinaio di metri prendiamo una sterrata a destra percorrendo in salita una fitta abetaia e successivamente prendiamo nuovamente a destra a q. 884 WP22 raggiungendo il crinale in prossimità del Monte Vedette. Si prosegue in discesa per diversi chilometri ed usciti dal bosco ci immettiamo in una carrareccia che prendiamo a destra fino ad incontrare una strada asfaltata. Proseguiamo a dritto prima in pari e poi in leggera discesa fino ad incontrare un gruppo di case *** che costeggiamo a sinistra su sterrato fino ad incontrare una Madonnina e volgendogli le spalle proseguiamo dritti inoltrandoci nel bosco, al bivio prendiamo a sinistra a q. 951 WP23 seguendo il sentiero fino a superare una bella costruzione in un'ampia radura a q. 887 WP24. Proseguiamo in discesa su strada ghiaiosa raggiungendo una strada asfaltata che percorriamo a destra. Poco dopo prendiamo a sinistra in direzione Mulino di Casellina a q. 794 WP25. Attraversato il ruscello sopra il ponticello si risale un poco fino ad una strada asfaltata che prendiamo a sinistra fino a giungere ad un incrocio che prendiamo a destra arrivando in località Abetaia davanti all'albergo Morsiani.

*** in questo punto consigliamo di seguire la segnaletica relativa al nuovo tracciato denominato “Piccola Cassia” che ci riporta al Mulino di Casellina poiché oltre ad essere un percorso più semplice da individuare, evita di passare attraverso proprietà private...



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Via Romea Nonantolana
 
            e via Francesca della Sambuca


Tappa nr. 4: Abetaia – Porretta Terme


Data: Agosto 2015

Partenza: Dal paese di Abetaia. Ci sono 2 possibilità per raggiungere il paese:
In Auto: Da Porretta T. si segue la S.S.64 fino a Silla, quindi a sinistra per Gaggio Montano e quindi per Abetaia.
In Autobus:
Linea 756: Porretta Terme - Abetaia – Montese. consulta l'orario.

Note: Tappa corta senza particolari problemi, in prevalenza in discesa.
Fonti: Non ci sono fonti lungo il percorso.
Sentieri: CAI 347, CAI 159.


Abetaia – Porretta Terme
Con la tappa di oggi che è di tutto riposo con tanta discesa, diciamo addio al verde, al silenzio dei boschi e ai panorami su vallate. Scendiamo anche in maniera accentuata fino al fondovalle. Prendiamo la strada prima asfaltata e poi sterrata in leggera salita di fianco all’albergo contrassegnata dal cartello CAI 159 che ci guiderà fino a fondovalle. Proseguiamo dritti ignorando le laterali per circa 300 mt. dove gireremo decisamente a sinistra imboccando il sentiero CAI 347 a q. 807 WP1. Percorriamo questo sentiero erboso ricco di rigogliosa vegetazione a fare da siepe a q. 794 WP2 fino a costeggiare e superare una grossa stalla. Qui inizia uno stradello cementato che scendendo dritti in mezzo al prato ci guida fino a giungere sotto al grande monumento dedicato ai soldati brasiliani caduti numerosi in questo luogo a q. 790 WP3. Qui passava la linea gotica ed alcuni cartelli spiegano in modo esauriente la storia di quel periodo. Lasciato il CAI 347 seguiamo in discesa la strada asfaltata fino a incrociare la S.P. 623 che si percorre a destra in discesa per circa 200 mt. per prendere a sinistra la deviazione per Casa Marcone (Sentiero CAI 159) a q. 753 WP4. Scendendo sulla strada sterrata possiamo ammirare sulla sinistra il paese di Bombiana con il suo campanile e di fronte il profilo montuoso che va dal Monte Cavallo (a sinistra) fino al Corno alle Scale. Al bivio prendiamo a sinistra (si ignora la strada di destra che porta ad un piccolo depuratore). Al bivio seguente prendiamo a sinistra a q. 688 WP5. Proseguiamo dritti in discesa (attenzione la segnaletica non è molto frequente...) fino ad incrociare una strada bianca ghiaiosa a q. 651 WP6. La percorriamo a sinistra e dopo circa 1 Km. incrociamo una strada asfaltata che seguiamo in discesa a destra e che abbandoneremo per 3 volte deviando a sinistra per strade sterrate che ci permettono di tagliare il percorso. In corrispondenza di una cabina Enel si prosegue dritti e poco dopo in forte discesa passando in mezzo a case e condomini, percorrendo Via Muiavacca si giunge alla strada statale che prendiamo a destra giungendo nel centro del paese di Silla a q. 329 WP7.
Per giungere a Porretta Terme si presentano due alternative:
La più veloce e meno faticosa prevede di superare il ponte sul torrente Silla e percorrere la strada di fondovalle per circa 4 Km. camminando in mezzo al traffico lungo il marciapiede che costeggia la statale stessa.
L'altra certamente più faticosa, ma lontana dal traffico, prevede di superare il ponte sul torrente Silla e dopo circa 100 mt. girare a destra in Via Zagnoli a q. 328 WP8 e poi subito a sinistra a q. 329 WP9 seguendo l’indicazione Ospedale, percorrendo una strada asfaltata in forte salita. Al bivio di culmine si svolta a sinistra in discesa per percorrere Via Salgastri. Oltrepassiamo sulla sinistra il paese di Corvella con la sua casa torre del 1600 e proseguiamo per Via Benizzi a q. 393 WP10 fino a ricongiungersi alla statale che si percorre a destra fino a raggiungere in breve il centro di Porretta Terme.