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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

1 novembre 2023





            CAMMINARE

                                                                                                Henry David Thoreau

 

Un saggio breve e folgorante, profetico, in cui il maestro del pensiero americano dell’Ottocento mette in guardia dai pericoli della civiltà industriale.

 

Un libro che individua nella natura selvaggia la vera patria dell’uomo e nel vagabondare per boschi la salvezza spirituale.

 

Un inno alla libertà dell’uomo che vede nel camminare un moto di elevazione spirituale, un itinerario interiore verso la purezza infinita e divina.

 

 

Bisogna tornare a camminare, ci dice Thoreau in questo piccolo saggio. Ma è l’arte del camminare quella che con ardore appassionato chiede di coltivare, avendo in mente ben precisi effetti.  Anche in “Walking”, infatti, l’autore di “Walden” e di “Disobbedienza Civile”, - del quale Virginia Woolf traccia in appendice un acuto ritratto intellettuale -  punta il dito sul vero nemico dell’uomo, la cosiddetta civiltà, che vuole trasformare il mondo in un ordinato mosaico di prati rasati e campi coltivati, tra città e villaggi abitati da docili membri della società. Gli uomini seguono ormai soltanto le strade che altri hanno tracciato, adeguandosi passivamente a quanto viene deciso altrove. Quasi incapaci di pensieri coraggiosi, perché credono di sapere, ma di fatto non si avventurano oltre il circolo vizioso di idee trite e preconcette, non conoscono più il piacere che offrono la ricerca e la scoperta e pertanto non riescono a vedere e godere del bello. Perché a nutrire in profondità la vita e gli esseri è proprio il terriccio vergine dei boschi e paludi, quello che è divorato dalla avanzata ordinatrice dell’uomo, che rischia di scoprire in punto di morte di non aver mai vissuto. E’ investendo il proprio tempo nella nobile pratica del fare “anche la camminata più breve pieni di spirito d’avventura, come se partissimo per un viaggio senza ritorno” che più aria e più luce circoleranno tra i nostri pensieri facendo resuscitare speranza e futuro.

 

1 ottobre 2023

ACQUERINO – M. LA CROCE 

Giro ad anello nella meravigliosa Riserva Naturale Biogenetica dell’Acquerino, con salita ai 1318 m. del monte La Croce. 

Data: 1 Ottobre 2023

Partenza: Dalla località dell’Acquerino. Che si raggiunge da Pistoia percorrendo la Sp 24.  

Note: Il percorso non presenta difficoltà. Ma per la segnaletica in alcuni tratti poco visibile, o assente, è importante avere le tracce gps.    

Fonti: Lungo il percorso si trova una sola fonte, al rifugio del Faggione.  

Sentieri: CAI 17, CAI E, CAI 11. 

 

 ItinerarioCon molta calma raggiungo la base di partenza, il vecchio e quasi fatiscente rifugio dell’Acquerino, chiuso oramai da tanto tempo. Lasciata l’auto oltrepasso la sbarra e mi incammino lungo la larga forestale per raggiungere il rifugio del Faggione a q. 960 WP1, dove si trova l’unica fonte di tutto l’itinerario. Lungo il percorso alcuni cartelli esplicativi informano sugli animali che vivono nel bosco e le piante che compongono il bosco, tra cui la Douglasia, un abete proveniente dal nord America, usato per il rimboschimento. Proseguo sulla larga forestale, facendo una piccola deviazione per arrivare all’Altana, una terrazza in cima ad una radura, la quale offre ottime condizioni per osservare il cielo. Torno sulla forestale, con la quale arrivo alla sua fine, per poi proseguire a destra con lo stretto sentiero che arriva a La Forca, una piccola sella dove confluiscono vari sentieri. Non è sicuramente la cosa migliore da fare, visto i problemi al piede, ma per dare un senso a questo giro, e poi per me la cima, ogni vetta ha un fascino ed un richiamo irresistibile. Per cui prendo il sentiero, CAI E, che porta al monte La Croce a q. 1318, contraddistinto da una palla rossa e una bianca. La cima è un grande pianoro, ed è preclusa da una recinsione, provo ad aggirarla e vedendo l’imponente ripetitore capisco dove sono, sono ai margini della stazione meteorologica di Passo Porretta, dell’Aeronautica Militare dislocata sulla nostra montagna. La recinzione presenta alcuni buchi da cui è possibile passare, e anche se il posto è dismesso e abbandonato da tempo, ho qualche timore ad entrare, è pur sempre un sito militare. Mi decido ad entrare, faccio un giro e provo ad immaginare come poteva essere questo posto con le persone, ma quello che traspare è un senso di abbandono e di tristezza. Vicinissimo al M. La Croce esiste una importante testimonianza rupestre da non perdere: il Sasso alla Pasqua, escursione fatta anni fa. Riparto tornando alla sella in località La Forca, e proseguo a dritto sul CAI 11, oltrepasso un bel riparo in pietra, per poi prendere a destra su largo sentiero. Che lascio poco dopo per prendere a sinistra, e successivamente a destra in mezzo ad alte felci. Continuo a scendere, al bivio seguente seguo a sinistra seguendo il segnale della freccia, e successivamente prendo a destra in corrispondenza di un tratto disboscato. Infine facendo attenzione all’ultimo bivio arrivo al punto di partenza. Ultreya.

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2 maggio 2023

 ANELLO DI-VINO

Cerreto Guidi, territorio di dolci colline tra il Montalbano, l’Arno e il Padule di Fucecchio. Un borgo medievale nel cuore della Toscana, che ha legato indissolubilmente la sua storia a Cosimo e Isabella De' Medici. Giro ad anello tra gli spettacolari colli coltivati a vite e olivo.

Data: 10 Aprile 2023

Partenza: Da Cerreto Guidi.

Note: Il percorso non presenta difficoltà. 

Fonti: Lungo il percorso non si trovano fonti.  

Sentieri: Romea Strata, Ret (Rete Escursionistica Toscana), via Francigena.

Itinerario: Questo anello attraversa il territorio di Cerreto Guidi, percorre crinali di un luogo cosparso di vigneti e oliveti, i quali solcano le colline punteggiate di belle fattorie, storiche ville e vaste coloniche. Un territorio molto bello, che ricalca il Chianti, il quale, a differenza di questo luogo, ha saputo imbastire un bel vestito intorno al suo territorio, oltre a tutto il bello di cui dispone.

Lascio l’auto al vicino parcheggio e parto da piazza Umberto I, davanti alla bella Villa Medicea, per poi prendere via V. Veneto, la stessa che segue la Romea Strata. Oltrepasso la trecentesca chiesa di S. Jacopo e al seguente bivio, in corrispondenza del Santuario di S. Liberata, prendo a sinistra in via G. Matteotti. Costeggio il cimitero e alla piccola rotonda seguo ancora a sinistra in via di Corliano. Oltrepassato il piccolo borgo di Corliano seguo a destra in via di Petriolo, dove trovo lo sterrato, oltrepassata la località Querciola, arrivo e aggiro la bella villa di Petriolo, una storica fattoria ristrutturata recentemente. L’unica pecca è che hanno asfaltato un bel pezzo di strada. Il panorama a 360°, come in tutto il percorso è meraviglioso. Alla fine della discesa, in corrispondenza di un casolare diroccato, prendo a sinistra seguendo l’argine di un fossato. Alla cui fine, sopraggiunto ad una chiusa, seguo ancora a sinistra in salita in mezzo a due file di cipressi, seguendo una variante della via Francigena. L’ampia vallata sulla destra mi consente di vedere il paese di Fucecchio, al quale sono arrivato anni fa con la via Nonantolana, così si chiamava allora. Al bivio prendo a destra ancora in salita, e quindi in discesa al bivio successivo. Di fronte, in lontananza il bel paese di S. Miniato, intorno vigneti e oliveti ricoprono i fianchi delle vallate, punteggiate da bellissimi casali. Alla fine della discesa il percorso gira seccamente a sinistra in salita, e alternando piccoli tratti nel bosco, ad altri che costeggiano vigneti, arrivo ad incrociare una strada asfaltata. Questo ultimo tratto è di una bellezza unica, immerso nella natura, nessun rumore tranne quello del vento, degli uccellini, e dei miei passi. Bellissimo. E’ una gioia pure quello che si staglia davanti ai miei occhi, le varie tonalità dei marroni e dei verdi, l’argento degli olivi. Manca il rosso dei papaveri, ma per quelli è ancora presto. Ordinati vigneti si alternano a campi di grano e campi a fienagione. Che meraviglia. Tante volte ho rimandato questo percorso, per fortuna ho trovato la stagione migliore. Attraverso la strada e seguo a destra su sterrato costeggiando un uliveto, quindi a sinistra in discesa, alla cui fine, superato un fosso continuo in salita arrivando al piccolo borgo di Colle Alberti. Una fattoria del 1819, con una grande cantina, che una gentile signora mi fa visitare. Uscito dalla tenuta seguo a destra in pari con la larga carrareccia di crinale, ai cui lati continuano ad alternarsi vigneti a perdita d’occhio, e il piccolo e bel borgo di San Zio, di antiche origini. Ritrovo l’asfalto, il quale indica che sono arrivato di nuovo a Cerreto Guidi alla fine del percorso. Nonché il ritorno al traffico e alla confusione. Felice della bellissima escursione, decido di visitare ancora una volta la Villa Medicea, patrimonio Unesco, scrigno di bei e importanti tesori. A Cerreto Guidi c’è anche un bellissimo presepe, tutto fatto all’uncinetto, ma apre solo su prenotazione, o per eventi che si svolgono nel corso dell’anno a Cerreto Guidi. Io in passato l’ho visitato e lo consiglio, è veramente bello. Alla prossima.

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GIRO DELLE 4 VALLATE

Val di Bure, Val di Brana, vallata dell’Ombrone e Valle del Vincio. Quattro vallate unite in un unico itinerario. Un su e giù sulle prime colline pistoiesi, fra piccoli borghi, paesi, una villa da sogno e panorami spettacolari.

Data: 12 Marzo 2023

Partenza: Da Candeglia, periferia a nord di Pistoia.

Note: Il percorso non presenta difficoltà.  

Fonti: In tutti i paesi attraversati si trova una fontana, oppure si può chiedere alle abitazioni. 

Sentieri: Una cinquantina di metri del CAI 208, un pezzo della Romea Nonantolana.

Itinerario: Sabato 11 e Domenica 12, insieme agli amici del CAI di Pistoia, dovevo essere sulle nevi delle Pale di S. Martino con le ciaspole, per la chiusura della stagione delle ciaspolate. Non sono andato sulle Dolomiti. E’ andata così. AD MAIORA

Parto da Candeglia in una calda mattinata in cui la primavera prepotentemente avanza, percorrendo via Cialdina. Dopo alcune centinaia di metri, seguo a sinistra costeggiando il retro di una colonica e in seguito attraverso un vigneto, per poi arrivare alla chiesa di S. Alessio. Oltrepasso la catena che delimita il sentiero in mezzo agli ulivi, costeggio a destra la grande abitazione, dove abita il mio amico Salvatore Magazzini, un artista, un grande pittore, quindi di nuovo su asfalto in via di Mezzomonte. Sinistra, al successivo bivio a destra e subito di nuovo a sinistra oltrepassando un cancello, un pezzo di sterrato, per poi tornare su asfalto in via di Collegigliato. Seguo a destra percorrendo i tornanti che la strada disegna, alla cui fine continuo a sinistra su sterrato arrivando a Pozzofondo, quindi costeggio la bella villa del Talini in località Villanova, e di nuovo su asfalto, con cui arrivo a Valdibrana. Percorro via delle Fontane, di fronte alla bella chiesa di S. Romano, al bivio a destra in salita, quindi percorro uno sterrato nel bosco con cui arrivo alla bellissima villa Philipson. Seguo a sinistra girando intorno ad essa, sulla parte di mezzogiorno, bellissima, imponente e domina uno stupendo panorama su Pistoia e la sua piana. Tornato sull’asfalto della Ss 64 Porrettana continuo a destra, con molta attenzione, fino ad incrociare poco sopra via S. Felice e Secciarelle. Che percorro in discesa per alcune centinaia di metri, in località Macchiavello, civico 6, continuo a sinistra su sterrato, costeggiando a sinistra una abitazione, per poi inoltrarmi nel bosco, dal quale esco in località Le Capanne. Attraversato il piccolo borgo continuo a scendere in direzione del paese di S. Felice. Al quale arrivo dopo aver sottopassato i grandi archi del ponte della ferrovia Porrettana, e oltrepassato una piccola zona industriale. In paese è presente un piccolo supermercato, un bar e altri esercizi commerciali. Alla fine del paese attraverso il ponte sull’Ombrone, continuo a dritto, e in corrispondenza del piccolo bivio seguo a sinistra, tornando su sterrato in ripida salita. Alla fine della quale prendo a destra su larga carrareccia, con la quale arrivo al piccolo borgo di Igno, completamente ristrutturato, e successivamente al paese di Piazza. A Igno incontro l’amico presidente del CAI di Pistoia e sua moglie, che più o meno hanno fatto lo stesso mio itinerario, e con i quali continuo il percorso. Attraversiamo la Sr 66, oltrepassiamo il paese di Castel di Piazza, alla fine del quale torniamo su sterrato, e tenendo la sinistra, in mezzo agli ulivi, l’ultimo pezzo su asfalto, arriviamo a Gello. Sulla sinistra orografica dell’Ombrone seguiamo il suo corso, poco oltre la cascata saliamo su una scala di ferro, quindi con via dei Barbi arriviamo a Capostrada. Costeggiando la chiesa entriamo nel parco del Villone Puccini, dove i miei compagni di cammino si fermano. Fuori dal parco continuo a sinistra, attraverso il piccolo ponte, per poi proseguire a destra su via della Quiete, con la quale arrivo alla fine del percorso in piazza Oplà. Alla prossima.

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11 marzo 2023

 

Bernard Ollivier, per il suo primo anno di pensione cammina zaino in spalla, come un ciuco, sulla via di Compostela. Non trova la fede, ma capisce e si sente vicino agli uomini che dalla notte dei tempi hanno segnato la via con le loro impronte. Man mano che si avvicina alla meta comprende che la sua nuova vita sarà quella di percorrere le strade sulle vie del mondo. E quale percorso è più ispirato e ricco di storia della Via della Seta?

Nella primavera del 1999 parte per la “passeggiata” più lunga che si possa immaginare: decide di percorrere a piedi La Via della Seta, da Istambul a Xi’an, in Cina, più di 12000 chilometri. Conta di portare a termine questo incredibile percorso in quattro anni. Da questo viaggio nascono tre libri, in cui Ollivier, si trasforma in narratore attento e curioso, intrattiene i suoi lettori con una prosa semplice e garbata, ma di grande effetto, con un punto di vista inedito. Una filosofia del procedere in lentezza e solitudine, un invito alla ricerca di se stessi e all’incontro con culture diverse e lontane.

9 marzo 2023


Camminare insegna a guardare avanti:
la storia straordinaria di Bernard Ollivier

 




Da qualche anno si parla molto di cammini. C’è chi si immerge nella natura per scappare dal caos cittadino, chi va alla ricerca di bellezze naturalistiche, e chi, passo dopo passo va incontro ad esperienze che arricchiscono l’anima. E’ il caso di Bernard Ollivier, nato nel 1938 in Normandia e protagonista di una storia straordinaria. Giunto all’età della pensione, dopo una lunga carriera come giornalista su stampa, radio e televisione, si ritrova solo, triste e senza motivazioni. Dopo un fallito tentativo di suicidio, è stato salvato dai suoi piedi. Passo dopo passo, giorno dopo giorno, tra gioie e paure. Da Parigi a Santiago Di Compostela (2300 km), poi la Via Della Seta da Istanbul a Xi’an, in Cina (12000 km). A settantasei anni a percorso a piedi il tragitto da Lione a Istanbul (3000 km). I suoi viaggi a piedi li ha raccontati in libri diventati best seller in Francia e tradotti in molti paesi, compresa l’Italia.

Regalare speranza anche agli altri

I libri vendono bene. E’ allora che Bernard ha una illuminazione, prendendo a modello un esperimento belga, lo stesso che ha trovato sul cammino di Santiago, decide di impiegare i proventi delle vendite dei libri per aiutare i giovani a riscattarsi. Costituisce l’Association Seuil a questo scopo, e convince i giudici ad assecondarlo in un progetto davvero particolare. In alternativa al carcere, i giovani tra i 14 e i 18 anni, dovranno camminare per 15 settimane in un Paese straniero percorrendo 25 km al giorno, con un giorno di riposo ogni 10. Si cammina con lo zaino sulle spalle e al termine della giornata si campeggia, si fa la spesa e si cucina. E l’uso del cellulare è assolutamente vietato.

Risultati sorprendenti

Sino ad oggi molti giovani si sono messi in marcia, percorrendo migliaia e migliaia di chilometri, più della distanza tra la Terra e la Luna. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti, circa l’80% dei ragazzi che hanno partecipato al progetto non ha più commesso un crimine (rispetto al 5% del carcere minorile). Altro risultato importante è il risvolto economico, il budget del programma di Ollivier è di soli 14 euro al giorno, cinque volte meno del costo pro capite in carcere. Anche per questo dalla Francia il progetto si è esteso in molti altri paesi europei, Italia compresa.

25 febbraio 2023

 

MONTE AMIATA EAI

Di nuovo con le ciaspole, di nuovo con il CAI Pistoia. Questa volta sul Monte Amiata, purtroppo senza neve.   

Data: 19 Febbraio 2023

Partenza: Dalle pendici del Monte Amiata, dalla località La Marsiliana. Che si raggiunge percorrendo la A11, quindi la A1, la superstrada per Siena, e la E78 Siena Grosseto. Raggiunto Paganico si segue la Sp per Vetta Amiata.   

Note: Facile itinerario nei boschi del Monte Amiata, purtroppo senza neve. Partiti dalla località Marsigliana fino alla Croce di vetta, in una giornata grigia e nebbiosa.

Fonti: Sul percorso non si trovano fonti, ma in vetta si trovano tanti bar e ristoranti. 

Sentieri: CAI 650, CAI 650V. 

Itinerario: Alle 6:30 ci ritroviamo come al solito quando ci sono le uscite sezionali, arriviamo alla spicciolata e assonnati, siamo una quindicina. Per strada troviamo poche macchine, per cui, a parte i tanti autovelox incontrati, viaggiamo spediti. Ai 1450 m. della Marsigliana troviamo altre tre persone, con le quali abbiamo appuntamento, una delle quali è del CAI di Siena, che oggi ci guiderà.  Anche se la neve è scarsa, partiamo con le ciaspole ai piedi con il CAI 650 in facili e dolci saliscendi, e come temevamo poco dopo siamo costretti a toglierle. In località La Vecchiarella, punto panoramico sul Crino dei Pizzicatopi, ha inizio una lunga e ripida salita, fino a raggiungere la strada asfaltata in località Pian della Piscina a q. 1580. Dopo una piccola sosta ripartiamo con le ciaspole ai piedi ancora in ripida salita, in corrispondenza di una Via Crucis. Con la quale arriviamo sotto la statua della Madonna degli Scout, posta sopra dei grossi massi, a 1735 m., punto più alto del Monte Amiata. Pochi minuti ci separano dalla grossa Croce, oggi seminascosta dalla nebbia. Dopo la foto di rito, scendiamo poche decine di metri, per fermarci per il pranzo. Nel 2017 io e Claudia siamo partirti da qui, e percorrendo il Vetta Mare siamo arrivati a Porto Ercole sull'Argentario. Considerato la mancanza di neve, viene deciso di non completare il percorso previsto, e di prendere la via più corta per tornare al punto di partenza. Quindi prendiamo a scendere nel bosco avendo come punto di riferimento gli impianti sciistici. Sicuramente lo stile lascia un po a desiderare, anzi è molto “random”, però è molto efficace, oltre che divertente, (non per tutti) infatti in poco tempo arriviamo alle macchine. Rapido saluto, considerato il tempo che servirà per tornare a casa ci mettiamo subito in viaggio. Alla prossima.   

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18 febbraio 2023

 

CASA COPPI – FOCE A GIOVO – PASSO DI ANNIBALE – BALZO DELLE ROSE EAI

Bellissima escursione con le ciaspole, che permette di attraversare uno dei punti di maggior fascino dell’Appennino. In un ambiente di rara bellezza, reso unico e severo dalla neve. Con vedute suggestive a 360° del crinale Tosco-Emiliano.  

Data: 15 Febbraio 2023

Partenza: Da Casa Coppi. Raggiungibile percorrendo la Sr 66, quindi si segue la Ss dell’Abetone e del Brennero, con cui si supera il paese dell’Abetone, per poi scendere nel versante emiliano. Prima di raggiungere Fiumalbo, si segue a sinistra la strada per la Val di Luce.   

Note: Il percorso non presenta grosse difficoltà tecniche. Il tratto da Foce a Giovo al Passo di Annibale è adatto SOLAMENTE A PERSONE CON ESPERIENZA.      

Fonti: Non si trovano fonti sul percorso. 

Sentieri: CAI 507, CAI 519, CAI 515, CAI 515A.

Itinerario: Ennesima uscita con le ciaspole insieme a Raffaello e Roberto, destinazione il Balzo delle Rose. Partiamo dai 1357 m. di Casa Coppi, imboccando la via Ducale, identificata con sentiero CAI 507. Percorrendo gli stretti tornanti guadagnamo quota, e, mentre procediamo decidiamo di tentare un’impresa, che conoscendo il territorio sappiamo essere impossibile, ma mai direi mai… E’ una bellissima giornata, il sole comincia a scaldare, così ci alleggeriamo con il vestiario, mentre scherziamo su chi stasera avrà l’abbronzatura migliore. Sbucati da una curva si parano davanti a noi, maestosi come sempre il monte Giovo e il Rondinaio, che brillano sotto il sole. Arrivati ai 1645 m. WP1 oltrepassiamo il piccolo rifugio Foce a Giovo, per arrivare poco dopo alla piccola Cappellina di Foce a Giovo a q. 1664 WP2. Ripartiamo dopo una piccola sosta con il CAI 519, e subito cominciano le cose serie. Tratti di ripida salita e alcuni traversi per niente banali, e le due cose spesso coincidono, ci impegnano un po, però l’esperienza di anni di montagna ci permette di arrivare al passo di Annibale a q. 1783 WP3, senza problemi. Sotto di noi le piste da sci della Val di Luce, contornate dalla Femminamorta, dall’Alpe Tre Potenze, dal Dente della Vecchia e dal Gomito. Tutto reso più affascinante dall’atmosfera invernale, una meraviglia. Come temevamo il crinale verso il Balzo delle Rose non è praticabile, il rischio è troppo grosso, quindi dietro front, ma non per il solito percorso. Stando attenti a non fare cavolate ci buttiamo giù nella neve fresca, cercando di tagliare il percorso per tornare sulla strada del Duca. Come bambini che vedono la neve per la prima volta. Raggiunto l’obiettivo, torniamo indietro fino ad incrociare il CAI 515, con il quale raggiungiamo il crinale, che in questo punto, tranne qualche passaggio obbligato, è abbastanza largo. E successivamente il Balzo Delle Rose a q. 1739 WP4. Da cui si dominano a 360° le principali vette: il Rondinaio e il Giovo da una parte, il Gomito, il Dente della Vecchia e Le Tre Potenze dall’altra, formando infatti una cornice di paesaggi veramente incredibile. Inoltre, nitidamente si può ammirare la Pietra di Bismantova, mentre le Alpi in lontananza si vedono offuscate. Adesso non rimane altro che tornare al punto di partenza, mettendo fine ad una giornata meravigliosa. Ma prima di prendere la strada di casa, scendiamo a Pievepelago, dove ci concediamo un’ultima chicca, immergendoci in un punto vendita di un caseificio. Alla prossima.

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13 febbraio 2023

 LA VIA ROMEA DEL CHIANTI

“C’è un solo posto nel mondo dove il quotidiano si specchia così compiutamente nel sublime, in un mirabile intreccio di natura e cultura… E' la Toscana”                                             Stendhal

Via Romea Sanese: un antico cammino da Firenze a Siena tra i filari del Chianti.

Era una delle dieci “strate et vie maestre” della campagna fiorentina.

La via Sanese, o di Sanctus Donatus in Pocis, con riferimento al borgo di S. Donato in Poggio, che fu per tutto l’alto Medioevo, l’itinerario più importante e più breve che univa Firenze a Siena.  

Un itinerario che ha però origine ancora più antiche, il tratto iniziale coincideva con la strada regia romana, per poi separarsene e arrivare alla città del palio attraverso le colline.

Dal XIII secolo, con l’affermarsi dei pellegrinaggi verso Roma attraverso i passi appenninici del Mugello, la via divenne sempre più importante, poiché a Siena si ricongiungeva alla Via Francigena, con la quale i pellegrini raggiungevano la città dell’Urbe. (Ad Limina Petri)

La Comunità Toscana il Pellegrino ha riscoperto, segnato e valorizzato questo percorso, e l’ha chiamato La Via Romea del Chianti, (la via Sanese del Prof. Stopani). Romea, come tutte le strade che conducono a Roma, e del Chianti, perché attraversa una delle più belle e rinomate zone della Toscana.   

Il Chianti è un concentrato di bellezze naturali, d’arte, e di enogastronomia. Un susseguirsi di paesaggi collinari, di strade bianche e di sentieri che corrono in mezzo a boschi, vigneti e oliveti. E’ la scoperta di piccoli borghi, abbazie e castelli, viali bordati di cipressi che conducono ad antiche fattorie.

 

Visualizza i post delle singole tappe:

Tappa nr. 1: Firenze – S. Casciano VP

Tappa nr. 2: S. Casciano VP – S. Donato in Poggio

 

 

FIRENZE – S. CASCIANO V.P.

Data: 17 Settembre 2022  

Partenza: Da Piazza della Signoria a Firenze.  

Note: Il percorso non presenta difficoltà oggettive. Basta un minimo di allenamento.

Fonti: Lungo il percorso si trovano poche possibilità di fare rifornimento. Quindi è bene partire con le borracce piene.

Sentieri: Si percorrono le strade “murate” tipiche dei dintorni di Firenze, strade bianche e sentieri boscati segnati abbastanza bene con gli adesivi della Comunità Toscana il Pellegrino di Firenze. Per ogni evenienza le tracce gps è sempre bene averle.

Itinerario: Ad alcuni amici del CAI di Pistoia lancio l’idea di proporre un’escursione alla sezione. Per la vicinanza, per la relativa facilità nel percorrerla, ma soprattutto per la sua bellezza, la scelta cade sulla Romea del Chianti. Che ovviamente viene messa in calendario. L’itinerario Firenze Siena io l’ho percorso anni fa in tre giorni, ma per renderlo accessibile a tutti l’abbiamo diviso in quattro tappe. Per motivi di tempo quest’anno percorreremo le prime due, mentre il prossimo anno con le altre due tappe arriveremo in piazza del Campo a Siena.

Dopo le rinunce dell’ultimo momento, ci ritroviamo in 14 alla stazione di Pistoia. Nonostante che per qualcuna delle partecipanti sia molto presto, il viaggio si svolge in allegria. Dalla stazione ferroviaria di Firenze, a piedi attraversiamo il centro storico, per raggiungere il punto di partenza posto in piazza della Signoria, mentre la città si sveglia. In piazza ci aspetta Luca Roschi, il quale ci consegna le Credenziali, passaporto del cammino, che con gioia e sorpresa consegno ai “pellegrini”, i quali sono estasiati dalle bellezze che ci circondano non ancora prese d’assalto dalle orde di turisti. Partiamo carichi di allegria, gli Uffizi, il ponte Vecchio, piazza Pitti, e con porta Romana lasciamo dietro di noi il centro e il traffico che comincia a essere rumoroso. Con le “strade murate” arriviamo al Galluzzo, dove possiamo ammirare dal basso la bella e imponente Certosa di Firenze. Al culmine della breve salita seguiamo il sentiero sopra strada che costeggia l’Edicola Votiva della Madonna, protettrice di Firenze. Continuiamo a destra percorrendo una strada priva di traffico, oltrepassiamo il ponte, giunti al bivio continuiamo a destra in salita, e poco prima del piccolo borgo di S. Cristofano in Viciano, come ampiamente annunciato, comincia a piovere. Il cielo, che nel frattempo si è fatto completamente nero, non promette niente di buono, infatti il temporale ci coglie mentre costeggiamo il cantiere di una casa in costruzione, per cui, per fortuna abbiamo un riparo. Dopo un’oretta ripartiamo, ed in breve arriviamo alla strada provinciale che seguiamo a sinistra. Poche centinaia di metri e torniamo su sterrato oltrepassando una sbarra, seguiamo il sentiero a dritto in salita nel bosco, per poi tornare sulla provinciale, con la quale arriviamo a Chiesanuova, paese famoso per la schiacciata, e Giotto è l’interprete più rinomato. Ripartiamo seguendo una strada bianca, quindi un sentiero nel bosco, per poi tornare su asfalto, con cui arriviamo a S. Andrea in Percussina, paese famoso per aver dato i natali a Niccolò Machiavelli. Poco dopo oltrepassiamo il paese di Spedaletto e prima in discesa, poi in salita arriviamo al S. Casciano VP.  Pochi minuti ci separano dalla parrocchia di S. Cecilia a Decimo, dove passeremo la notte. La bellissima pieve, che Don Massimiliano ha messo a nostra disposizione è citata per la prima volta in un documento dell' 884. Doccia e riposo al solicello, che nel frattempo è tornato a splendere, poi a sera torniamo in paese per la cena al circolo della parrocchia, dove abbiamo mangiato molto bene, e ci hanno viziato in tutti i modi.

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