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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

29 gennaio 2024

 

  ABETONE – LIBRO APERTO

Doveva essere una ciaspolata, ma per colpa di questo “strano” inverno si è trasformata in una semplice, ma comunque bella, escursione. In una bella giornata di sole.

Data: 28 Gennaio 2024

Partenza: Dal paese dell’Abetone, raggiungibile con la SR 66 e quindi con la SS 12, oppure con il bus di Toscana Trasporti. 

Note: Il percorso in mancanza di neve non presenta difficoltà.     

Fonti: Lungo il percorso si trova una sola fonte, poco dopo la partenza. Di solito in inverno con freddo intenso ghiaccia, per cui non è possibile rifornirsi. Più avanti, in località La Verginetta (se aperta) c’è la Casa di Lapo, un piccolo rifugio, dove si possono acquistare bibite.  

Sentieri: CAI 00, CAI 495, CAI 00.

 

Itinerario: Per il calendario escursioni del CAI di Pistoia, doveva essere una ciaspolata, ma facendo buon viso alla mancanza di neve, in allegria e voglia di stare insieme, una ventina di persone partono comunque per la cima del Libro Aperto. 

Partiamo percorrendo quella che con la neve è una pista da sci di fondo, arrivando in breve ad una area picnic WP1 a q. 1453, per poi prendere a sinistra e poco dopo arriviamo davanti il piccolo rifugio della Casetta di Lapo WP2 a q. 1506, peraltro aperto. Proseguiamo a dritto con il CAI 00 di crinale, e dopo alcune soste per godere della bella giornata e per ricompattarci arriviamo ai 1896 m. del monte Belvedere, per poi scendere alla sottostante sella. Sopra di noi i 1936 m. del monte Rotondo, a cui arriviamo in ripida salita. Il Libro Aperto è un gruppo montuoso dell’Appennino, costituito dalle due vette, i cui versanti visti dalla valle del torrente Lima appaiono dritti, con un angolo tale da sembrare un enorme libro aperto. Da qui il nome. L’aria è abbastanza terza, per cui si vede molto bene il crinale fino al Corno alle Scale, si intravedono le Alpi e il mare con la Corsica e alcune isole dell’Arcipelago Toscano. Alcuni tornano alla sella posta sotto la cima, pestando la striscia di neve posta in mezzo, dopo di che continuiamo la discesa con il CAI 495, il quale si inoltra a dritto nel piccolo canale. E facendo attenzione ai piccoli francobolli di neve, alcuni dei quali ghiacciati, arriviamo a percorrere il sentiero nel bosco. Poco dopo costeggiamo la presa dell’acquedotto con il Lago della Risaia posto poco più in alto, per poi tornare di nuovo alla Casetta di Lapo. Arrivati al bivio continuiamo a dritto con il sentiero che in salita ci porta al monte Maiori per poi scendere dalla parte opposta e percorrere al contrario il percorso di stamattina. Felici della bella giornata, possiamo tornare a Pistoia, da cui ci separa un bel pezzo di pizza alle Piastre. Ultreya.  

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26 gennaio 2024

 

GELLO - CASTELLO DI CIREGLIO - PRUNETTA - LE PIASTRE

Il percorso risale, con direttrice nord - nord ovest la valle del Vincio di Brandeglio, tra oliveti, coltivi e castagneti, purtroppo in gran parte abbandonati. Toccando borghi e paesi patrimonio artistico-ambientale, testimonianze storico-culturali di chi presidia, quasi in segreto, il territorio della collina pistoiese.

Data: 14 Gennaio 2024

Partenza: Dal paese di Gello. Che si raggiunge con il raccordo autostradale, oppure con il bus di Toscana Trasporti.  

Note: Il percorso non presenta difficoltà. Solo un buon allenamento, il dislivello in salita non è banale.

Fonti: Lungo il percorso si trovano molte fonti. 

Sentieri: CAI 218, CAI S2, CAI S4, CAI S2. 

Itinerario: Domenica mattina una trentina di persone, vecchi e nuovi amici, si sono ritrovati a Gello, alle porte della città, in occasione della prima escursione del 2024 del CAI di Pistoia. Per percorrere il sentiero CAI 218, da poco inaugurato, il quale, tra oliveti e piccoli borghi risale la valle del Vincio di Brandeglio, per poi arrivare a Castello di Cireglio, paese natio di Policarpo Petrocchi. Quindi attraversando boschi di castagno l’itinerario arriverà ai quasi mille metri di Prunetta, per poi scendere a Le Piastre. Il CAI 218 segue un vecchissimo tracciato, con il quale gli abitanti della vallata si recavano e tornavano da Pistoia.

      Oltrepassiamo il torrente Vincio con via Vecchia Montanina, con la quale arriviamo a percorrere poche decine di metri sulla regionale 66. Con via del Chiasso costeggiamo la prima casa del paese di Piazza, percorrendo un sentiero in mezzo ad ulivi e da cui si gode un bel panorama su Pistoia. I panorami sulla città e sulla piana saranno una costante per tutta la mattina. A Castello di Piazza WP1 costeggiamo la chiesa e attraversiamo il paese con la stretta stradina, per poi tornare in mezzo agli ulivi. Con il bel sentiero arriviamo al piccolo paese di Statigliana WP2, e poco dopo a Campiglio. Attraversiamo la piazzetta davanti alla chiesa per arrivare a Cucciano, il paese del serpente. Lasciato il paese alle spalle, oltrepassiamo una sorgente WP3, per poi arrivare alla bella località La Sega, una bella radura con una abitazione in mezzo a due torrenti. A giudicare dalle cose che sono in loco, deduco che l’abitazione sia stata costruita su un vecchio mulino. L’erto sentiero che da qui percorreremo inizia costeggiando l’abitazione, per poi arrivare ai 430 m. di Stazzana. Compattato il gruppo ripartiamo e intersecando più volte la strada asfaltata arriviamo a Montigi di Sotto, con il paese di Cireglio in alto a destra, e ancora più su il Sasso di Cireglio. Costeggiando una rimessa di legna, oltrepassiamo una catena, per prendere subito a destra, e seguendo la direzione dei piloni di una linea telefonica arriviamo nei pressi di Castello di Cireglio. Voltandoci indietro, oltre all’ennesimo panorama, purtroppo sciupato da un po' di foschia, che stamattina non ci vuole abbandonare, possiamo capire il percorso fatto. Poche decine di metri su un sentiero sopra strada ci separano dal paese di Policarpo Petrocchi a q. 599 WP4. Castello di Cireglio ha origini antiche, sorge come “castrum”, a difesa della strada Cruce Brandelliana, che collegava Pistoia con la Garfagnana e l’attuale Modena. Una particolarità del paese è la torre campanaria, una struttura a vela, che serviva per orientare i pellegrini che attraversavano questo territorio, per poi raggiungere la via Francigena. Altra particolarità è la sua collocazione, separata dalla chiesetta del paese. Lasciato il CAI 218, che qui finisce, ripartiamo percorrendo l’acciottolato in salita, in direzione della torre, per poi prendere la prima a destra in pari. In corrispondenza della chiesetta (del 1700) seguiamo a sinistra il CAI S2 e l’itinerario dei Cammini dell’Acqua, inoltrandoci nel bosco. (Il quale, una volta, era un giardino pieno di bei castagni, che con i loro frutti, quando l’Italia era più povera, sfamavano molte persone. Adesso, tranne pochi e piccoli castagneti, il bosco è diventato una selva). Poco dopo ai margini del largo sentiero si può notare una rientranza WP5, era una postazione militare usata nell’ultima guerra per bombardare la piana pistoiese, e poco oltre possiamo riempire le borracce alla fonte Cettore a q. 697 WP6. In costante ma inesorabile salita arriviamo ad un bivio, ignoriamo il sentiero di destra in discesa per continuare a sinistra in salita con il CAI S4. Con il quale, dopo un po' arriviamo a percorrere un tratto in pari e successivamente una breve e ripida discesa, intravedendo tra alberi gli eco mostri di Prunetta. Le vecchie e fatiscenti Ipost, ex colonie delle poste. Seguendo a destra in pochi minuti arriviamo a Prunetta dove facciamo pranzo. Prunetta mi ha visto anche in questa escursione. Ripartiamo seguendo a destra con la strada degli Incassi, vecchia via che univa Prunetta a Le Piastre. In corrispondenza della marginetta prendiamo a sinistra in discesa il sentiero CAI S2, il quale ignorando le laterali arriva a guadare un piccolo corso d’acqua, prima di entrare nel paese di Le Piastre. Il paese dei presepi. Da qui ci sono passato con il Cammino di S. Bartolomeo. Bella escursione e bel gruppo. Ultreya.  

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11 gennaio 2024

 

     ORSIGNA-PORTAFRANCA-MONTANARO-        LAVACCHINI-ORSIGNA  

Bellissimo percorso tra paesaggi, borghi, boschi e crinali nell’Appennino Tosco-Emiliano. Giro ad anello nell’alta valle dell’Orsigna. Itinerario che ci permette di ammirare la vallata in tutta la sua bellezza.  

“Orsigna mi ha messo la poesia nella vita, ci sono venuto da ragazzo, questo rimane il posto del mio cuore e rimane il mio rifugio. Dovunque sono stato nel mondo, qualunque cosa mi succedesse, tranne l’incontro con la signora dal mantello nero, avrei potuto rifugiarmi all’Orsigna” (T. Terzani)

Data: 4 Gennaio 2024

Partenza: Dal paese di Orsigna. Che si raggiunge da Pistoia percorrendo la Sr 66, raggiunto Pontepetri si svolta a destra sulla Sp 632 per raggiungere Pracchia. Quindi si procede a sinistra in via dell’Orsigna e successivamente a dritto in via di Paoluccio. 

Note: Il percorso non presenta difficoltà. Solo un buon allenamento e tanta attenzione nella discesa sul sentiero 253. Attenzione al guado sul torrente Orsigna, che in questo periodo ha una buona portata d’acqua.   

Fonti: Lungo il percorso si trovano molte fonti. 

Sentieri: CAI 205, CAI 235, CAI 00, CAI 203, CAI 253. 

Itinerario: Sperando di aver lasciato nell’anno vecchio i vari acciacchi che nel corso del 2023 mi hanno afflitto, mi accingo a fare la prima escursione del nuovo anno. Ho scelto questo itinerario, perché ritengo che sia uno tra i più belli del nostro Appennino. E’ un itinerario che conosco molto bene, ma è sempre un piacere percorrerlo.

Il CAI 205, dal ’200 al ‘700 ha rappresentato una importante via di collegamento tra il territorio di Pistoia e quello di Bologna, un’autostrada di quel periodo. Alcune opere testimoniano e confermano ancora la sua antica importanza.

Parto poco oltre il paese dell’Orsigna con il CAI 205, il quale, dopo il Tabernacolo sale ripidamente attraversando un bel castagneto, arrivando al bellissimo borgo di Case Moretto a q. 991 WP1. Poco oltre, a q. 1021, al lato del sentiero c’è Casa Aldria WP2, altro bellissimo borgo. Possiamo rifornirci di acqua nei due borghi alle rispettive fonti. Continuo in ripida salita fino ad incrociare poco dopo vari sentieri. Seguo a sinistra in pari sempre con il CAI 205, ai cui lati due file di lastre verticali mi guidano ad una vasta radura, Pian dell’Osteria, (così chiamata perché nel 1600 ospitava una locanda) dove è presente un piccolo bivacco. Molti anni fa era il ricovero dei pastori che qui portavano le loro greggi. Adesso, questo luogo è molto frequentato dagli scout, che qui organizzano il loro campo. Il tratto di sentiero che adesso percorrerò è molto bello e particolare, ai lati due file di faggi in perfetto ordine delimitano il percorso. Inoltre il tempo e l’acqua hanno scavato il terreno, scoprendo parte delle radici, creando un bellissimo ed intricato disegno. Alla fine di questo mondo fiabesco, giungo alla Fonte della Gabelletta, (dove sorgeva l’antica dogana, o gabella) a q. 1153 WP3. Proseguo attraversando boschi di abeti e di faggi, fino ad incrociare il sentiero di crinale sotto Poggio Merizzone, a q. 1552. (Antico luogo di confine tra Toscana ed Emilia Romagna, sono ancora presenti alcuni cippi in pietra fatti posare dal Granduca di Toscana nel 1791). In pari o in dolce salita arrivo sotto il Monte Portafranca, alla cui forcella, posta pochi metri in alto, si può ammirare un bellissimo panorama WP4, una cornice che racchiude il Monte Gennaio, e il Corno alle Scale. Pochi minuti mi separano dal bellissimo rifugio di Portafranca a q. 1580 WP5, gestito dal CAI di Pistoia. Uno dei miei posti del cuore. (Il luogo è chiamato Portafranca, perché è il punto in cui i briganti aggiravano la dogana). Al lato del rifugio seguo il CAI 235, con il quale in breve torno sul crinale ai 1635 m. del Passo della Nevaia, e con il CAI 00 supero il Poggio dei Malandrini. Tenendo la sinistra alla fine della discesa oltrepasso il rinnovato rifugio del Montanaro a q. 1670 WP6, sempre in discesa con il CAI 203 arrivo ai 1362 m. del passo del Rombiciaio. Adesso, con buona pace delle mie ginocchia, proseguo a sinistra con il CAI 253, con il quale in ripida discesa arrivo al piccolo borgo di Lavacchini a q. 875 WP7.  Poco prima di giungere al borgo c’è da attraversare il torrente Orsigna, il quale in questo periodo ha una buona portata d’acqua, che colpevolmente ho sottovalutato. Però con un po' di pazienza e di occhio riesco a superare. Oltrepassato il borgo arrivo alla bella e abbondante fonte di S. Camillo a q. 873 WP8. Pochi tornanti e alcune centinaia di metri mi separano dal punto di partenza, al quale arrivo poco dopo su asfalto, felice della bella escursione fatta. Ultreya

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ANELLO DEL M. GENNAIO  

Ancora una volta Appennino. Monte Gennaio, e il rifugio di Portafranca, un super classico della Montagna Pistoiese. Ma sempre bello e affascinante. Posti del cuore.

Data: 8 Ottobre 2023

Partenza: Dalla Casetta Pulledrari. Che si raggiunge con Sr 66, da Campo Tizzoro con la Sp Lizzanese, infine dal paese di Maresca con via del Teso.

Note: Il percorso non presenta difficoltà. Solo un minimo di allenamento 

Fonti: Lungo il percorso si trovano molte fonti. (La fonte del Cacciatore, d’estate è quasi sempre asciutta) 

Sentieri: CAI 203, MPT, CAI 220, CAI 00, CAI 235, CAI 203, CAI 233, MPT. 

Itinerario: Per una serie di motivi parto tardi da Pistoia, quindi mi muovo con la macchina, destinazione Casetta Pulledrari. In una bellissima giornata di questa estate, che sembra non finire mai.

Poco prima della sbarra con molto piacere noto che “qualcuno” ha rimesso il cartello che indica l’itinerario PRACCHIA ABETONE, da me percorso qualche anno fa. Un percorso che attraversa un vasto territorio della nostra montagna, posti molto belli, alcuni dei quali poco conosciuti.  

Oltrepasso la sbarra e mi incammino sul CAI 203, poche decine di metri e riempio la borraccia alla fonte a q.1232 WP1. Al seguente bivio seguo a dritto sul sentiero MPT, con il quale raggiungo i 1430 m. del passo della Maceglia. Procedo con lentezza, godendo della bella giornata, del sole che filtra tra gli alberi, di ogni passo che compio nella completa solitudine, del profumo del bosco. Proseguo ancora in salita, oltrepasso la fonte del Cacciatore a q. 1597 WP2, purtroppo asciutta, e piano piano arrivo fuori dal bosco, poco sotto il passo della Nevaia, dove il CAI 220, che seguo, continua a sinistra tagliando trasversalmente il costone della montagna. Queste praterie una volta erano calpestate da numerose greggi di pecore. Unico baluardo rimasto a memoria di quei tempi lontani, è una costruzione in pietra, riparo per i pastori, ormai un rudere, a lato del sentiero. Arrivato ai 1632 m. del passo del Cancellino, mi concedo una piccola pausa prima di continuare a destra in salita, ed arrivare poco dopo a prendere a destra in ripida salita il sentiero che mi porta ai 1810 m. del monte Gennaio. In vetta non sono solo, ci sono persone felici che scattano foto a ripetizione. Riparto dopo una piccola pausa e raggiunta la sottostante sella, taglio diagonalmente il costone della montagna arrivando alla fonte dell’Uccelliera a q. 1674 WP3. Purtroppo la siccità, la mancanza di piogge a quasi prosciugato la fonte. Solo un piccolo rivolo d’acqua esce dalla sorgente, non idoneo a riempire la borraccia. Questo è un problema anche per il rifugio di Portafranca, il quale ha le prese dell’acqua qui vicino. Poco dopo arrivo al bellissimo rifugio di Portafranca a q. 1580 WP4, dove tantissime volte ho prestato e presterò ancora servizio. Il rifugio è gestito dai soci volontari del Club Alpino di Pistoia. Riparto percorrendo il CAI 235 che scende a Piangrande, quindi a dritto attraversando una bella faggeta, ed arrivare in leggera salita sul CAI 203. Continuo a sinistra in discesa arrivando poco dopo al passo del Rombiciaio a q. 1362, proseguo a dritto sul CAI 233 fino ad arrivare a Pian della Trave a q. 1317. Quindi a destra su sentiero, poi su larga carrareccia arrivo al punto di partenza. Ultreya.

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