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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

19 febbraio 2020

 Casone di Profecchia - Il Passone



Escursione con le ciaspole nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, in una delle sue parti più elevate. Incastonata tra il monte Prado 2054m e il gruppo del monte Cusna 2120m., tra Toscana ed Emilia Romagna.


Data: 1-2 Febbraio 2020

Partenza: Da Pistoia si percorre la A11 con uscita a Capannori, quindi con la S.R. della Garfagnana si supera Castelnuovo di Garfagnana. Da Pieve Fosciana percorrendo la S.P. del Passo delle Radici si arriva al Casone di Profecchia, punto di partenza della nostra escursione. 
   
Note: Non ci sono particolari difficoltà, solo da prestare molta attenzione essendo un contesto severo, di alta montagna.
Fonti: Lungo il percorso si trovano poche fonti, quindi è bene partire con buona provvista di acqua, e riempire la borraccia in presenza di fonti. 
Sentieri: CAI 54, CAI 681, CAI 605, CAI 633.  



Itinerario: Accolgo con piacere l’invito degli amici del Cai di Pistoia a partecipare all’uscita di due giorni con le ciaspole, all’interno del Parco Nazionale Tosco-Emiliano. Nel comprensorio del monte Prado e del monte Cusna, un ambiente montano molto bello. Consapevoli della scarsità di neve sui nostri monti partiamo per questa due giorni fiduciosi e pieni di speranza, confortati dalla ricognizione fatta un paio di settimane fa dai nostri direttori di escursione, i quali registravano che almeno in alto un po' di neve c’era, non abbondante, ma abbastanza per calzare le ciaspole e divertirsi.  Recuperato chi ci aspettava lungo la strada, dopo un paio di ore arriviamo al Casone di Profecchia, seminascosto dalla nebbia e bagnato da una leggera e insistente pioggerellina. Considerate le condizioni meteo perdiamo le speranze di trovare neve, per cui dopo essersi consultati decidiamo di partire senza ciaspole. La voglia di vivere due giorni immersi nella natura, con persone che hanno la stessa passione, in un ambiente meraviglioso fa si che il morale rimanga alto. Coperti per ripararsi dall’acqua e dal vento partiamo imboccando il sentiero CAI 54 che inizia a lato del ristorante e in costante salita arriva in circa un’ora al passo delle Forbici a q. 1563. Quindi seguiamo a sinistra sul CAI 681, con il quale in leggera discesa, facendo molta attenzione ai tratti ghiacciati, arriviamo al rifugio Segheria all’Abetina Reale, a q. 1410, dove passeremo la notte. Questo bel complesso oggi adibito a struttura di accoglienza, in origine era una segheria e si trova nel cuore dell’Abetina Reale, una magnifica area boscata di conifere. Sistemate le cose per la notte e stesi ad asciugare i vestiti bagnati ci rechiamo in un altro edificio, il cuore dell’intera struttura, il rifugio vero e proprio. Un ampio e accogliente locale ci accoglie, dove troneggia un enorme e scoppiettante camino del 1700. Il fuoco ci rapisce, e in breve ci troviamo seduti intorno al camino non curanti delle lamentele di chi non ha trovato posto. Il resto del pomeriggio passa allegramente, e quando le signore della cucina ci dicono che è pronto ci offriamo per preparare i tavoli. La cena è semplicemente perfetta, tutto buonissimo e abbondante, come la colazione del giorno seguente. La giornata inizia bene, come da previsioni, cielo azzurro e uno splendido sole illumina già le cime più alte. Dal rifugio iniziamo a salire con il CAI 605 e successivamente con il CAI 633, fino ad arrivare al valico di Lama Lite a q. 1771, ampia zona incastonata tra il monte Prado e il Crinale che porta al monte Cusna. Continuiamo a salire calpestando chiazze di neve e percorrendo pezzi di crinale, ma chi conosce un po' di meteorologia sa che la giornata pur bella non continuerà per molto, grossi banchi di nebbia stanno montando. Infatti, solo i primi arrivati sul crinale hanno potuto ammirare nitidamente l’altro versante fino alle Alpi innevate. Ci fermiamo al valico chiamato Il Passone, contraddistinto da un monumento che con il vento suona, abbandonando l’idea di arrivare al monte Piella. Peccato, sarà per una prossima volta, magari con la neve, il posto è molto bello, lo merita. Dopo la classica foto di rito cominciamo a scendere per fermarsi al rifugio Battisti a q. 1761, punto di appoggio della zona, per consumare il pranzo e scaldarci un po'. Con il CAI 605 percorriamo la lunga discesa che ci riporta al rifugio Segheria, e quindi con il CAI 681 e successivamente con il CAI 54 alle auto. Facendo una deviazione per avere saltato un bivio.