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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

10 maggio 2019


Articolo pubblicato dal magazine
 "Discover Pistoia" il 9 Aprile 2019

PISTOIA E SANTIAGO DE COMPOSTELA
INSIEME NEL NOME DI SAN IACOPO


Una delegazione pistoiese, invitata ufficialmente dalla Xunta de Galicia, si è recata a Santiago di Compostela dal 23 al 25 Marzo, per la presentazione del volume “L’altare argenteo di San Iacopo a Pistoia” e per iniziare a lavorare ad un progetto comune per la valorizzazione del ruolo di Pistoia e dell’Altare Argenteo nel Cammino di Santiago.

Il gruppo - coordinato da Paolo Caucci Von Saucken, Presidente Centro italiano Studi Compostellani e composto dall’Assessore al Turismo e alle manifestazioni jacopee del Comune di Pistoia Alessandro Sabella, dall’Arciprete della Cattedrale di Pistoia Don Luca Carlesi e da Nicolò Begliomini e Fabrizio Tesi, rispettivamente Responsabile della Comunicazione e Legale Rappresentante della Giorgio Tesi Group – è stato accolto da una delegazione ufficiale, capeggiata da Román Rodríguez González, Conselleiro de Cultura e Turismo de Xunta de Galicia, Marta Lois Gonzalez del Concello de Santiago, M. Nava Castro Dominguez, del Dipartimento Cultura e Turismo della Xunta de Galicia, da Cecilia Pereira Marimòn, Comisaria de Xacobeo 2021 e D. Segundo Pérez, reelegido Deán de la Catedral de Santiago de Compostela.
Durante questa visita si sono attivate importanti relazioni istituzionali tra la delegazione pistoiese, l’Arcidiocesi della città spagnola, la Xunta de Galicia e il Concello de Santiago tanto che il prossimo ottobre Pistoia ricambierà l’invito e una delegazione spagnola sarà ospite della nostra città per finalizzare alcuni importanti accordi già presi in questo viaggio.
Nel 2020 inoltre, si svolgeranno due mostre: a Pistoia per promuovere il Cammino e la città galiziana, mentre a Santiago sarà Pistoia la protagonista assoluta, con l’intento di valorizzare e rafforzare anche a livello internazionale l’importante ruolo della nostra città nel culto iacopeo.

E’ stato un viaggio molto importante – ha dichiarato Alessandro Sabella, Assessore al Turismo e alle manifestazioni jacopee del Comune di Pistoia  -  frutto del lavoro di squadra, che ha consentito di rafforzare in maniera significativa il legame tra Pistoia e Santiago, unite a doppio filo dalla figura di San Giacomo Apostolo e dalla reliquia che la nostra città custodisce. Siamo stati accolti con grande entusiasmo e da parte nostra abbiamo immediatamente ricambiato l’invito ed una delegazione spagnola sarà ospite della nostra città il prossimo ottobre per formalizzare una serie di accordi presi durante questo viaggio, tra i quali mi preme segnalare le due mostre che si svolgeranno nel 2020: a Pistoia per promuovere il Cammino e la città galiziana, mentre a Santiago sarà Pistoia la protagonista assoluta, con l’intento di valorizzare e rafforzare anche a livello internazionale l’importante ruolo della nostra città nel culto iacopeo. Il nostro obiettivo è quello di far diventare Pistoia non una tappa ma una importante mèta nel Cammino di Santiago. Parlando con il Sindaco di Santiago, ci ha detto che hanno intenzione di fare tre gemellaggi: uno con Braga (Portogallo), uno con Ratisbona (Germania) ed uno con Pistoia, e di questo siamo davvero onorati.

Nel pomeriggio di lunedì 25 marzo infine, grande successo anche per la presentazione, presso il Museo de Las Peregrinaciones, del libro “L’altare argenteo di San Iacopo a Pistoia” – con testi di Lucia Gai e foto di Nicolò Begliomini – quarto volume edito dalla Giorgio Tesi Editrice per la collana “Avvicinatevi alla Bellezza”, alla presenza del Conselleiro de cultura della Xunta de Galicia e delle autorità religiose e civili di Santiago.

Camogli - Portofino


Stretto tra il mare e la montagna, il sentiero si fa strada tra fasce di olivi, boschi e rocce a strapiombo sul mare, passando da S. Fruttuoso, piccolo gioiello nel Parco di Portofino. Percorrendo il panoramico e particolare sentiero delle Batterie.  

Giugno: 25 Aprile 2019

Partenza: Da Camogli, che si raggiunge percorrendo l’autostrada A11, quindi la A12 con uscita a Recco.  

Note: Itinerario panoramico, adatto ad escursionisti esperti ed allenati. Il tratto del sentiero delle Batterie con le catene non è particolarmente difficile, ma non banale. Bell'itinerario dal punto di vista naturalistico e paesaggistico. Questa è la Liguria che ci piace.
Fonti: S. Rocco, S. Fruttuoso.
Sentieri: Il sentiero e contrassegnato con due palle rosse.


Itinerario: E vai! dopo due volte che è stata rimandata per brutto tempo, l’escursione nel parco di Portofino si farà. A dire il vero le previsioni non promettono niente di buono, ma staremo a vedere. L’appuntamento con gli amici del CAI di Pistoia è fissato alle sei in Piazza Oplà, me la prendo comoda mentre attraverso a piedi la città che ancora dorme. Arrivo al pullman sul quale quasi tutti i partecipanti hanno già preso posto, infatti pochi minuti dopo partiamo. Il viaggio trascorre tra racconti vari di escursioni: "un" ti ricordi di quando…, di raccomandazioni per il giorno odierno e di domande rivolte a me,  sulle difficoltà del percorso. (Anni fa ho fatto S. Margherita L., S. Fruttuoso, Camogli, che per gran parte ricalca il percorso odierno). Attraversiamo Camogli per raggiungere l’estremo lembo del paese in corrispondenza della caserma dei Carabinieri, dove inizia la mulattiera che, costeggiando il Torrente Gentile, sale a scalini, circa 900 e che, dopo aver coperto 180 metri di dislivello, sbuca sul sagrato della chiesa di S. Rocco dove possiamo ristorarci e rifocillarsi (con la famosa e buonissima schiacciata) al ristoro allestito per il Trail Running “Via Del Mare”. Dal sagrato della chiesa si segue la stradina asfaltata che costeggia la fonte WP1 a q. 222, molto panoramica, peccato per la giornata coperta da foschia, altrimenti la vista spazierebbe su tutto il Golfo Paradiso fino a Genova, sulla tonnara e su altre bellezze. Oltrepassiamo il piccolo borgo de La Mortola e dopo circa 40 minuti di saliscendi poco impegnativi nei quali attraversiamo una vegetazione che alterna oliveti, talvolta abbandonati, leccete, carpini neri e pini d’Aleppo, arriviamo alla località Batterie, dove si trovano i resti dei bunker costruiti durante la seconda guerra mondiale. Da qui il percorso procede tra le rocce che guardano il tratto di mare tra Punta Chiappa e Punta Budego. Giunti al Passo del Bacio il cammino si fa più impegnativo per alcuni tratti sulla roccia a strapiombo sul mare. L’uso delle catene facilita il passaggio, soprattutto in alcuni tratti in cui la roccia presenta pochi punti di appoggio per il piede. Sono anni che non arrampico più, ma l’occhio è sempre allenato nel vedere gli appoggi giusti, le scaglie di roccia da consigliare alle persone più titubanti. Superati i tratti più impegnati, il panorama si apre su Cala dell’Oro e Punta Carega mentre il sentiero procede tortuoso per poi inoltrarsi in mezzo al bosco e raggiungere in ripida e faticosa salita il valico della Costa del Termine. La discesa avviene in mezzo alla vegetazione che ogni tanto si apre lasciando intravedere la cala di S. Fruttuoso, il borgo e l’omonima abbazia. Arriviamo alla baia alle 14:00, molto in ritardo sulla tabella di marcia e, come aveva previsto il meteo, Giove pluvio ci regala un bel temporale. Troviamo un riparo di fortuna e mentre ci godiamo la pausa pranzo facciamo la conta su chi vuole continuare a piedi e chi vuole prendere il battello. Una venticinquina di persone, nonostante una fastidiosa pioggerellina decidono di continuare a piedi, per cui, animo! Si riparte in ripida salita nel bosco reso infido e scivoloso dalla pioggia e dopo una serie di tornanti arriviamo a base zero, usata come postazione militare nella seconda Guerra Mondiale. Ignoriamo il sentiero per raggiungere Pietre Strette e continuiamo per Portofino con il sentiero che addentrandosi nella macchia mediterranea si fa più pianeggiante. Arrivati a Case di Prato ammiriamo le tipiche terrazze coltivate e il mare di olivi che degradano verso il mare. A S. Sebastiano oltrepassiamo a sinistra un cancello WP2 dove troviamo l’asfalto in discesa, quindi in località Palara inizia una lunga gradinata con cui, con le ginocchia che chiedono riposo, arriviamo alla nostra meta. Arrivati a Portofino, dopo una sosta al bar, attraversiamo il paese nel silenzio creato dalla brutta giornata, con gli occhi pieni delle immagini assorbite lungo il percorso, le gambe stanche e l’animo leggero, appagato da tanta bellezza.



PRATORSI - M. GENNAIO - PORTAFRANCA


Sull’ultima neve di primavera. Salendo sul M. Gennaio a q. 1810, per poi passare dal rifugio Portafranca a q. 1580. 

Data: 17 Aprile 2019

Partenza: Dal rifugio di Pratorsi (purtroppo chiuso). Che si raggiunge con la S.R. 66, dal passo dell’Oppio si segue per Gavinana per poi percorrere via di Pratorsi.   

Note: La splendida giornata e la poca neve contribuiscono a non creare problemi.  
Sentieri: CAI 00, CAI 5, CAI 35, CAI 00.
Fonti: Fonte del Cacciatore (quasi sempre asciutta), Fonte dell’Uccelliera, Portafranca.


Itinerario: Rispondo al telefono all’amico Marco Dal Torrione il quale mi chiede se domani mi va di andare a fare una ciaspolata e credendo di essere preso in giro gli rispondo con una battuta. Lui non si scompone e mi fa riflettere sulle ultime previsioni metereologiche. In effetti il brutto tempo degli ultimi giorni ha “regalato” acqua al piano e neve ai monti.  Non esito a rispondergli: certo che mi va! allora appuntamento alle sette in piazza Oplà. La mattina è fresca ma serena e promette molto bene. All’orario prestabilito partiamo e parlando di montagne e del giro che faremo non ci accorgiamo della strada che percorriamo. Pronti via! Partiamo da Pratorsi con il sentiero in ripida salita sgombro di neve, superiamo il Passo della Maceglia e quando il sentiero si restringe ci assale una grande gioia, la neve, il sentiero è coperto di neve! Non sufficiente da giustificare le ciaspole, ma pur sempre neve. Usciamo dal bosco poco sotto il Passo della Nevaia, il panorama si allarga, davanti a noi i monti su cui vogliamo passare, dietro Il Corno alle Scale, a sinistra il crinale fino al Libro Aperto, e il M. Cimone. Le nostre aspettative sono in parte deluse, di neve non ce n’è molta, tanto che si vede il nero dell’incendio scoppiato mesi prima, abbastanza esteso, ma che per fortuna ha bruciato solo il “paleo”, l’erba dei prati sommitali. Comunque la bella giornata e l’ambiente in cui ci troviamo contribuiscono a tenere alto il buonumore, piano piano saliamo sul Poggio delle Ignude a q. 1735 da cui possiamo vedere in basso il rifugio Portafranca, uno dei due gioielli del CAI di Pistoia (l’altro è il rifugio al Lago Nero a q. 1730). Scendiamo alla sella sottostante per poi salire ai 1810 m. del Monte Gennaio, foto di rito e scendiamo subito, il vento è veramente fastidioso. Tornati alla sella seguiamo a sinistra, e dopo aver superato un ammasso di neve accumulato dal vento arriviamo alla Fonte dell’Uccelliera a q. 1675. Con il sentiero CAI 5 in breve arriviamo al rifugio Portafranca dove, sotto un bel solicino e un cielo azzurro, facciamo la sosta panino. I nostri discorsi vertono sul rifugio che tra pochi giorni tornerà a vivere con l’apertura per la nuova stagione. A Maggio ci saranno anche le scuole, per cui il lavoro non mancherà. Rinfrancati nel corpo e nello spirito, con molta calma e un po’ a malincuore ripartiamo tornando al Passo della Nevaia a q. 1620 dove prendiamo il sentiero alto che passa dal Poggio dei Malandrini, per poi scendere al Passo omonimo a q. 1577 e, percorrendo alla rovescia il percorso mattutino, torniamo alla macchina. Beh, le ciaspole non le abbiamo usate, ma siamo felici lo stesso, abbiamo fatto un bel giro, un classico, sia d’inverno che d’estate, ma sempre molto bello e appagante. 





9 maggio 2019


NESSUNO LO SAPRA'

Viaggio a piedi dall'Argentario al Conero




Non sarà un coast to coast da New York a Los Angeles, ma anche il più modesto “da costa a costa”, dal Tirreno all’Adriatico, può riservare sorprese, generare avventura.


Enrico Brizzi parte con il fratello e poi completa il percorso in compagnia di tre amici.









Fine di maggio 2004, Enrico Brizzi, con il fratello parte da Orbetello a piedi, destinazione: Portonovo d’Ancona, dall’altra parte, attraversando il monte Amiata, la val d’Orcia, il Trasimeno, l’Umbria e le Marche. Tutto a piedi, dunque, per colli e crinali, attraversando boschi e antiche strade, dormendo in tenda o in qualche fienile nelle notti più inclementi, come un antico pellegrino. Un viaggio ricco di avventure, la scoperta di luoghi nascosti nelle valli, tra i monti dell’Italia centrale. Brizzi parte con lo zaino verso la costa est, accompagnato da vari personaggi che esprimeranno tutto il loro essere attraverso un cammino che è metafora di vita. Insieme a loro senti la fatica delle salite, scopri l’immenso piacere di sedersi per terra a bere un caffè solubile. A libro finito sentirai la mancanza del vecchio Viet e delle sue foglie, di Galerio e del suo sguardo da fotografo, perché quando insieme si vive la fatica, tutte le maschere cadono e solo allora ci si potrà veramente conoscere. E’ un libro concepito con felicità, con freschezza, con la purezza e il respiro dell’aria aperta.