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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

20 aprile 2018


Riomaggiore - Portovenere 

E’ l’ultimo tratto del sentiero Verdeazzurro, a detta di molti, uno dei più panoramici e belli dell’intero percorso. Abbandoniamo gli affollati sentieri delle Cinque Terre, per tornare ad una dimensione più tranquilla. Dove, con versanti rocciosi a picco sul mare, la costa mostra la faccia più aspra. La deviazione a Monesteroli permette di scoprire la scalinata più spettacolare e affascinante al mondo.

Data: 8 Aprile 2018

Partenza: Dalla stazione FS di Riomaggiore che abbiamo raggiunto con la linea ferroviaria Genova – La Spezia. 

Note: Itinerario privo di difficoltà tecniche, che comunque per il notevole dislivello richiede un buon allenamento. Inoltre la scalinata di Monesteroli  è da sconsigliare a chi soffre di vertigini e non ha nervi saldi.
Da non fare se piove, ed evitare i caldi mesi estivi.
Sentieri: Sentiero Verdeazzurro, CAI 593V, AV5T, CAI 534, CAI 535, AV5T.
Fonti: Loc. S. Antonio, Fontana di Nozzano, Rifugio Muzzerone, Campiglia.


Itinerario: Faccio questa escursione con gli amici del CAI di Pistoia, con i quali da Riomaggiore salgo al Santuario di Montenero, per poi raggiungere lo spartiacque tra il Golfo di La Spezia e il litorale rivierasco all’altezza del Colle del Telegrafo la quota più alta dell’itinerario. Per poi scendere gradualmente verso Campiglia e successivamente a Portovenere.
Partiamo dalla stazione di Riomaggiore seguendo a destra il CAI 593V che percorre una galleria pedonale, quindi con Via Gramsci e via Di Loca percorriamo le caratteristiche “creuze”, con le quali inerpicandoci sulla collina guadagniamo rapidamente quota, arrivano di fronte ad un cimitero. Lo aggiriamo a destra tornando a salire per poi tornare sulla strada asfaltata che seguiamo a destra per alcune centinaia di metri in leggera salita individuando sul muro di contenimento a sinistra le prime rampe dell’ennesima faticosa scalinata, con la quale arriviamo al Santuario di Montenero a q. 340 WP1, da cui si gode di un bellissimo panorama. Dopo una meritata sosta ripartiamo percorrendo lo stretto sentiero con cui attraversando le tipiche terrazze liguri, prima in pari e poi con i “soliti” scalini arriviamo al colle del Telegrafo a q. 513. Proseguiamo a destra dentro una fitta boscaglia, oltrepassando un percorso sportivo con strumenti ginnici, alla fine del quale arriviamo a S. Antonio, dove sorge una piccola cappella, un punto ristoro e una fonte da cui attingere acqua a q. 508 WP2. Prendiamo a destra in discesa con il CAI 534 che percorre il sentiero chiamato “balcone di Tramonti” che oltrepassa le case sparse di Casotti e Fossola, per poi arrivare con ampi panorami al bivio dove comincia la lunga, ripida e spettacolare scalinata che scende a Monesteroli. Si formano due gruppi, uno continua a dritto per Campiglia, l’altro, i più temerari scendono gli irregolari scalini che a precipizio colmano un dislivello di trecento metri. La scalinata attraversando i tipici terrazzamenti e i caratteristici caseggiati regala scorci e panorami che ripagano ampiamente la fatica. Causa una frana non possiamo arrivare al mare, ma dobbiamo fermarci una cinquantina di metri prima. Dal bivio, al quale siamo tornati, prendiamo a destra con il CAI 535, con il quale oltrepassiamo la fonte di Nozzano a q.353, per poi arrivare poco dopo al paese di Campiglia a q. 404 WP3. Ripartiamo con il sentiero AV5T che alternando tratti nel bosco a bellissime viste che spaziano dalle scogliere di Tramonti a Portovenere e la Palmaria. Seguendo lo spartiacque che divide il Mar Ligure dal Golfo di La Spezia si può ammirare la città di La Spezia e più in lontananza le Apuane innevate. Giunti al bivio con il rifugio Muzzerone prendiamo a sinistra, giungendovi in pochi minuti. Continuiamo a dritto in discesa sull’acciottolato sentiero incassato tra due muri, con il quale in poco tempo arriviamo a Portovenere, fine dell’itinerario. (Noi proseguiamo ancora per raggiungere il parcheggio dove ci attende il nostro pulman). Una bella giornata passata in ottima compagnia, percorrendo un bell’itinerario, non so se è il più bello delle Cinque Terre, sicuramente ha regalato grandi emozioni, soprattutto la bellissima scalinata di Monesteroli.

8 aprile 2018

Bonassola - Vernazza



Escursione sul Sentiero Verdeazzurro partendo da Bonassola ed attraversando i paesi di Levanto e Monterosso per giungere al caratteristico borgo di Vernazza.

Data: 2 Aprile 2018

Partenza: Dalla stazione FS di Bonassola che abbiamo raggiunto con la linea ferroviaria Genova – La Spezia dove abbiamo lasciato l’auto.

Note: Itinerario privo di difficoltà tecniche, che comunque per il notevole dislivello richiede un buon allenamento. Si può interrompere l'itinerario nei vari paesi attraversati in cui è presente la stazione ferroviaria. Periodi consigliati: da ottobre a maggio. Da evitare in caso di pioggia.
Sentieri: Sentiero Verdeazzurro e bianco-rossi CAI
Fonti: Loc. Scernio e in tutti i paesi attraversati


Itinerario: Le colline modificate in parte dall’uomo, i paesi che si inseriscono perfettamente nel paesaggio e il mare in eterno movimento a fare da sfondo, sono gli ingredienti principali del successo di questa parte di Liguria, assurta da pochi anni a parco nazionale. Proprio quest’ultima istituzione, unita al riconoscimento dell’area come patrimonio dell’umanità da parte dell’Unesco, ha dato una spinta definitiva al lancio delle Cinque Terre. Tanta fama è dovuta alla peculiarità dei posti, che se in passato sono rimasti quasi isolati dal resto del mondo, ora hanno fatto di questo loro isolamento un punto di forza. Questa tappa è un assaggio di quello che vedremo più avanti, dove tranquilli e caratteristici paesi si alternano a promontori a picco sul mare.
Partiamo dalla passeggiata di Bonassola, poco distante dalla stazione ferroviaria. Alla fine della quale prendiamo a sinistra in via C. Colombo e percorse poche decine di metri seguiamo a destra in via Scernio, dove troviamo i cartelli indicatori del sentiero verde azzurro e del CAI. Con ampi gradoni oltrepassiamo una piccola piazzetta e con una lunga scalinata arriviamo in località Canevetta a q. 113 WP1, da cui godiamo di un bel panorama. Il tracciato diventa una pavimentata di cemento chiusa tra due muri e man mano che guadagniamo quota le case si diradano. Arriviamo dopo una quarantina di minuti in località Scernio a q. 183 WP2, posta sul crinale tra le vallate di Bonassola e Levanto. Bella la visuale della costa di levante fino al promontorio di Portofino.
Attraversata la strada asfaltata prendiamo di fronte a noi la stradina pedonale cementata in discesa. Usciti dall’abitato di Scernio comincia il sentiero con fondo battuto e bella vista su Punta Mesco con cui perdiamo gradualmente quota. Noi continuiamo sulla più comoda e larga carrareccia, con la quale, evitato lo sconnesso sentiero che si inoltra nella bassa vegetazione, giungiamo nei pressi di una strada asfaltata che taglieremo in due punti attraverso delle ripide scalinate a q. 34 WP3 con cui arriviamo all’inizio di Levanto, nei pressi di un ex casello ferroviario. Saliamo sul terrapieno dell’ex sede ferroviaria ora trasformata in pista ciclabile di collegamento con Bonassola che diventa una panoramica passeggiata retrostante la spiaggia e il mare, dove molti surfisti cavalcano le onde create dal mare mosso. Scesi dalla pista ciclabile attraversiamo la parte storica di Levanto, a cominciare dalla loggia del comune per poi seguire a destra in Via Don Emanuele Toso. Percorse alcune decine di metri ci troviamo di fronte alla Chiesa di S. Andrea che raggiungiamo prendendo la salita sulla destra. La chiesa è una delle più note della Riviera di Levante, somigliante alla Cattedrale di S. Lorenzo di Genova, con la facciata e il campanile decorati a strisce alternate bianche e nere. Proseguiamo a destra della piazza passando sotto un arco che rappresenta l’ingresso della scalinata al Castello De Rossi, una ripida salita chiusa tra due alti muri, arrivando ad una piazzetta dove termina una scalinata proveniente dal mare, e dove ritroviamo i segnavia bianco-rossi del CAI. Seguiamo questo segnavia che procede in salita, arrivando poco dopo su una strada asfaltata, che percorreremo per alcune centinaia di metri. In corrispondenza di un hotel prendiamo a destra tornando su sterrato che in questo primo tratto è in falsopiano e poco dopo il panorama si apre verso la zona marina di Punta la Gatta. Procediamo in piano con l’ambiente che attorno tende ad inselvatichirsi, per poi guadagnare quota con brevi tornanti. Oltrepassate Casa Nuova e Case Lovara ricomincia la salita, che quasi ininterrottamente sale fino a Punta Mesco. Giunti a quota 325 metri, punto più elevato della tappa, dove confluiscono diversi sentieri, prendiamo quello a destra che in pochi minuti porta a Punta Mesco. Dove troviamo la chiesetta trecentesca di S. Antonio, ridotta a rudere, che conserva i resti dell’abside, la base del campanile e una caratteristica porta gotica.
Ritornati sui nostri passi, scendiamo con alti gradoni verso Monterosso, dove la discesa diventa subito ripida. Dopo un lungo tratto, dal quale godiamo di panorami meravigliosi, arriviamo su una strada asfaltata, che seguiamo per scendere verso Monterosso. In corrispondenza di una curva si prende una scalinata cementata che porta sopra il porticciolo turistico del paese. Scendiamo verso la passeggiata a mare che percorreremo per un buon tratto fino ad arrivare alla stazione ferroviaria. Dalla quale proseguiamo, seguendo i segni bianco rossi del CAI, percorrendo la passeggiata che sovrasta la spiaggia di Fegina, uno dei pochi arenili presenti nelle Cinque Terre. Superiamo lo scoglio di Torre Aurora prendendo a destra della galleria la strada lastricata che aggira a mezza costa il piccolo promontorio roccioso e che termina nel centro del paese rivierasco. Si risale la scogliera a est del paese fino ad arrivare all’ingresso di un albergo: qui prendiamo il sentiero che scende a destra per un breve tratto verso gli scogli, per poi risalire con diversi tornanti sulla collina sovrastante. Superata la biglietteria del parco si prosegue per un breve tratto in piano. Successivamente comincia il tratto più impegnativo del percorso verso Vernazza, dove una serie infinita di gradini in pietra ci fa guadagnare rapidamente quota tra le fasce terrazzate. Dopo la faticosa salita ci manteniamo in quota con diversi saliscendi, allietati ogni tanto da alcuni scorci panoramici sulla costa selvaggia tra Punta Molinara e Punta Lina. Quando siamo in vista dell’abitato di Vernazza inizia la discesa ripida verso il paese. La discesa termina nei pressi di un fosso d’acqua che anticipa le prime case di Vernazza, dove inizia una scalinata a gradoni in mezzo ai palazzi che termina nella via principale del paese. Vernazza, come tutti e cinque i paesi, merita sicuramente una visita. In primis la chiesa di S. Margherita d’Antiochia, con la bella facciata trecentesca e il campanile ottagonale.