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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

27 dicembre 2017

ABETONE – PIAN DI NOVELLO

 

Lunga escursione con le ciaspole nella riserva di Campolino. Percorrendo il crinale che dal Pizzo Alpestre a q. 1740 oltrepassa il Poggione a q. 1771 e scende a Campolino.

Data: 18 Novembre 2017

Partenza: Dal paese di Abetone che si raggiunge con la S.R. 66 e successivamente con la S.S.12. E' servito dai mezzi pubblici del COPIT, linea 54.

Note: Adatto a persone allenate. Non ci sono particolari difficoltà, solo da prestare un po' di attenzione percorrendo il crinale. In corrispondenza del quale sono visibili gli antichi pilastri confinanti in pietra arenaria che furono posti nell' Ottocento a confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Lucca.
Fonti: Abetone, Lago Baccioli (non sempre butta) e nel finale, oltrepassato l'ingresso dell'Orto Botanico.
Sentieri: CFS 14, CFS 02, CFS 01, CAI 100.


Itinerario: Colpevolmente in ritardo con la prima nevicata mi appresto a intraprendere la prima ciaspolata della stagione. Dalla stazione dell'autobus, con il quale arrivo all'Abetone torno indietro fino al residence Boscolungo. Oltrepassato il ponte delle Lime a destra comincia il viale Regina Elena, con il quale supero una sbarra, ed arrivato ad un bivio prendo a sinistra in discesa in direzione del Lago Baccioli, al quale arrivo poco dopo a q. 1289 WP1. Torno sull'asfalto e con le ciaspole in mano prendo a destra, poco dopo ignoro la strada a destra che porta all'Orto Botanico in corrispondenza di un'ampia curva a sinistra con punto picnic, poche decine di metri e prendo a destra a q. 1192 WP2 il sentiero CFS 02 che oltrepassa il bellissimo ponte romanico della Sega, dal quale comincia la lunga e a tratti dura salita che mi porterà sul crinale. Superato il ponte tengo la destra in pari costeggiando il torrente dall'alto, al bivio successivo prendo a sinistra in salita seguendo i segni del CFS 02. Continuo in salita fino ad arrivare a q. 1349 WP3 dove ignorando la laterale a sinistra continuo a dritto in lieve discesa. Continuo sempre sul CFS 02 arrivando a prendere a destra in salita a q. 1297 WP4 per giungere poco dopo ad incrociare la dismessa pista da sci Beatrice, poco sopra Pian di Novello. Seguo a destra la pista da sci con il CFS 01 e in costante e dura salita oltrepasso un casotto per arrivare poco dopo al vecchio rifugio Flora Alpina. La cima non è lontana, la vedo, ma per arrivarci devo percorrere un pezzo di ripida salita. Arrivo al monumento eretto in memoria dei Partigiani caduti (qui passava la Linea Gotica) e quindi ai 1740 m. del Pizzo Alpestre. Dal Monumento salgo sul Monte Poggione a q. 1771, da cui si domina un bel panorama e seguendo il CAI 100 percorro il crinale fino a sovrastare i vasti pratoni di Campolino. Scendo il pendio dove tante persone come me hanno imparato a sciare, fino ad arrivare alla base dello stesso, dove inizia la vecchia pista da sci “Rossa” a q. 1716 WP5. Seguo le sue curve e i suoi “muri” in discesa, alla fine della quale prendo a destra il CAI 104 con il quale arrivo al parcheggio della ex cabinovia del Sestaione. Oltrepasso il ponticello e l'ingresso dell'Orto Botanico e su asfalto in lieve discesa arrivo sulla strada percorsa stamani mattina. La percorro al contrario, in lieve salita fino al Lago Baccioli, dove continuo su asfalto arrivando poco dopo a Fontana Vaccaia sulla S.S. 12 alla fine di questo itinerario. Itinerario lungo, faticoso e molto bello (almeno per me), peccato per la neve, veramente poca. 


 
  

6 dicembre 2017




Ana aspetta ogni mattina, felice, il ritorno dalla pesca del marito e dei tre figli in un porticciolo andaluso. La guerra civile spezza quel sogno: Ana si ritrova sola per tanti anni, in quella casa in riva al mare. Chiusa nel dolore e nel rifiuto, diventa "Ana no". Un filo di speranza la sostiene: rivedere l'unico figlio rimasto, prigioniero a vita in un carcere nel nord della Spagna. A settant'anni, chiude l'uscio di casa e parte a piedi con il pandolce che lei stessa ha preparato per lui. Un viaggio d'amore e di morte, di scoperta e d'iniziazione, sublimato dalla scarna scrittura di Gomez-Arcos.

Questo libro è un piccolo capolavoro di una poesia disarmante, colpevolmente ignorato. Pubblicato nel 1977 in Francia ed in Italia solo nel 2005. Descrive la crescita di una donna di 70 anni che, camminando lungo i freddi binari del treno, impara di sé, della vita e del mondo. Il suo è infatti il viaggio dell'esilio interiore e della pura perdita. Nel corso del tempo Ana perde la sua famiglia. Poi gli averi, l'identità, il nome, la bellezza, le scarpe, gli abiti che a malapena la coprivano. Tutto. E' un romanzo sulla pace degli sconfitti, sul vuoto e la disperazione che la guerra imprime nella sua vita che impercettibilmente continua a scorrere. Il suo no è una risposta simbolica. Una risposta alla dittatura politica, morale e sociale della Spagna franchista, ma anche molto di più. I riferimenti storici sono così precisi e allo stesso tempo così universali, che la guerra maledetta potrebbe essere qualsiasi guerra, il regime potrebbe essere qualsiasi regime e la patria qualsiasi patria.

IL FASCINO DI CAMMINARE DA SOLI



Qualche settimana fa, durante una delle mie innumerevoli uscite in solitaria, riflettevo ancora una volta su quanto è bello camminare da soli. Ero sulla Via Romea del Chianti, un percorso bellissimo che collega Firenze a Siena, attraversando il Chianti, una delle zone più belle d'Italia, e non solo. A camminare da solo ci vado per scelta, non che non mi piaccia la compagnia, anzi, ma da solo è un'altra cosa, una cosa diversa, a cui non riuscirei a rinunciare molto facilmente. Camminare nel silenzio, i cui soli rumori sono quelli dei miei passi e quelli della natura che mi circonda. 


Mi capita di camminare per poche ore, molte volte per un giorno, a volte per cammini più lunghi, con il bello e con il cattivo tempo. Talvolta senza una meta precisa, o camminare di notte, cosa che a me piace moltissimo, con la luna e milioni di stelle ad illuminare il percorso, dove ogni sensazione viene amplificata al massimo. 


A molti il silenzio e la solitudine può dare fastidio, significa angoscia. Per me non è così, sono momenti preziosi, occasione per riflettere, guardarsi dentro, o tentare di farlo. Personalmente l'angoscia la vivo quando mi trovo in mezzo a tanta gente con le quali non riesco a comunicare. E poi spesso non si è proprio soli, a volte si trova qualcuno con cui fare un pezzo di strada, o si incontrano persone con le quali fare due chiacchiere. Quando parlo con qualcuno del mio modo di camminare ho l'impressione di essere preso per incosciente o addirittura per pazzo. Le obiezioni sono sempre le stesse: "E se ti succede qualcosa? Se ti fai male come fanno a trovarti?" Però io non mi sento proprio così incosciente, come non mi sento così sicuro quando sono con qualcun altro. Personalmente quando cammino da solo, soprattutto in montagna, se possibile sono più attento, osservo molto di più, ho molto più rispetto di quello che mi circonda e se ho qualche dubbio è molto più facile che torni indietro sui miei passi.
Con questo non voglio spronare le persone a camminare da sole e nemmeno dire che è meglio o peggio rispetto a farlo in compagnia. E' solo uno dei tanti modi di vivere la propria passione, è quello che piace a me e di cui tante volte ho bisogno.

6 novembre 2017




A volte ci vuole un milione di passi per ritrovare se stessi. A volte basta un incontro per trasformare una vita.

Quando viene a sapere che una sua vecchia amica sta morendo in un paesino ai confini con la Scozia, Harold Fry, tranquillo pensionato inglese, esce di casa per spedirle una lettera. E invece, arrivato alla prima buca, spinto da un impulso improvviso, comincia a camminare. Forse perché ha con la sua amica un antico debito di riconoscenza, forse perché ultimamente la vita non è stata gentile con lui e sua moglie Maureen, Harold cammina e cammina, incurante della stanchezza e delle scarpe troppo leggere. Ha deciso: finché lui camminerà, la sua amica continuerà a vivere. Inizia così per Harold un imprevedibile viaggio dal sud al nord dell'Inghilterra, ma anche dentro se stesso: mille chilometri di cammino e di incontri con tante persone, che Harold illuminerà con la sua saggezza inconsapevole e la forza del suo ottimismo. Harold Fry è un eroe senza essere super, un tipo alla Forrest Gump, un uomo speciale capace di insegnarci a credere che tutto è possibile, se lo vogliamo davvero. Toccante, commovente, ma anche venato da un'irresistibile ironia, L'imprevedibile viaggio di Harold Fry di Rachel Joyce è un romanzo semplicemente indimenticabile: la più bella celebrazione dell'amicizia, dell'amore e dei sogni che vi capiterà di leggere per molto, molto tempo.

27 ottobre 2017

Crinale 00 (Abetone - Pracchia)





Bellissima escursione sul crinale dell'Appennino Tosco Emiliano. Una lunga sequenza di cime superiori ai 1700 metri di quota.

Data: 29 Settembre 2017

Partenza: Dal paese di Abetone che si raggiunge con la S.R. 66 e successivamente con la S.S.12. E' servito dai mezzi pubblici del COPIT, linea54.

Note: Adatto a persone allenate. L'itinerario si può interrompere in più punti. Lungo tutto il percorso sono visibili, in corrispondenza del crinale, le antiche pietre confinanti in pietra serena che furono poste nel settecento a confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Modena.
Fonti: Abetone, bivio M. Maiori, Lago Scaffaiolo (rifugio), Fonte dell' Uccelliera, Rifugio di Portafranca, Fonte del Cacciatore, Rifugio del Montanaro (Non sempre butta) Pracchia.
Sentieri: CFS 11, CAI 00, CAI 35, CAI 3, CAI 33.


Itinerario: Dall'Abetone a Pracchia, un lungo itinerario diviso tra sentieri di crinale e sentieri di fondo valle. Libro Aperto, M. Cervinara, M. Lancino, Cima Tauffi, I Balzoni, Vista del Paradiso. E ancora Croce Arcana, Lago Scaffaiolo, Passo dello Strofinatoio, Passo del Cancellino. Il crinale assume in questo settore caratteristiche di alta montagna.
Dalla fermata del bus (con il quale sono arrivato) attraverso la piazza in direzione delle piramidi, percorro via Uccelliera e subito a destra in quella che d'inverno diventa una pista da sci di fondo, sentiero didattico CFS11 - CAI 00 e Cammino di S. Bartolomeo, che percorre la Riserva Naturale Statale dell'Abetone, un posto magico. Poco dopo aver superato una sbarra arrivo ad una area di sosta attrezzata dove troneggia una bella fontana a q. 1455 WP1 (Per un bel po' non troverò più acqua). Continuo a destra in pari ancora sulla larga forestale e attraversando belle abetaie arrivo alla Verginetta a q. 1480, seguo a destra in salita il CAI 00 con il quale arrivo alla Casetta di Lapo a q. 1503 WP2. Attraversando praterie di mirtilli giungo alla sella che divide le due “pagine” del Libro Aperto e in ripida salita arrivo in vetta al Monte Rotondo (Libro Aperto) a q. 1936 WP3. Dalla cima osservo verso sud ovest l'altra “pagina” un po' più bassa, M. Belvedere a q. 1896 (Non riportato da nessuna carta) da cui sono passato prima. Godo del panorama più vasto ed avvincente dell'itinerario, osservo verso nord M. Lagoni e il M. Cimone alla cui destra nelle giornate limpide all'estremo orizzonte si possono vedere le Alpi ed a occidente spiccano le rocciose cime delle Alpi Apuane. Volgendo lo sguardo a oriente posso osservare il lungo tratto di crinale dell'Appennino Tosco Emiliano che percorrerò. Scendo verso est e comincio la scorpacciata di cime che superano i 1700 m. di quota. Inizio con il M. Cervinara q. 1776, il crinale presenta una spettacolare sequenza di piccoli picchi rocciosi pressappoco alti uguali. Il sentiero si riduce ad una strettissima striscia e continua aereo ed ardito, oltrepasso il M. Lancino a q. 1702, arrivo al passaggio più difficile dell'itinerario, (già il nome dice tutto) il Passo della Morte: pochissimi metri attraverso una esile sella in esposizione su entrambi i versanti. Arrivato ai Tauffi, ignoro la salita a destra irta e su sfasciumi, e la aggiro a sinistra con comodo sentiero, con il quale supero alcune tane di Marmotte guadagnando in pochi minuti la cima a q. 1798 WP4. Il sentiero perde le caratteristiche di alta montagna per la severità e solitudine degli ambienti attraversati, continuando si fa più grande e comodo attraversando praterie d'alta quota. Dopo essere sceso e risalito dal Colle dell'Acquamarcia a q. 1631 WP5, supero I Balzoni a q. 1751 WP6, oltrepasso Vista del Paradiso a q. 1715 WP7, per scendere al Passo della Croce Arcana a q. 1669 WP8. Il più alto valico rotabile dell'Appennino Settentrionale (Dalla Croce Arcana per comoda strada bianca o per sentiero CAI 6 si può interrompere l'itinerario scendendo alla Doganaccia e con la funivia raggiungere Cutigliano, paese servito da mezzi pubblici). Continuo superando il Passo della Calanca a q. 1731 WP9 e poco dopo arrivo al Lago Scaffaiolo a q. 1781 WP10 dove faccio una sosta per mangiare qualcosa. Riparto seguendo sotto il rifugio il sentiero a destra in salita, arrivando al Passo dello Strofinatoio a q. 1847 WP11 (percorrendolo in salita si comprende il perchè del nome!). Prendo a destra in discesa e raggiunto il Passo del Cancellino a q. 1632 WP12 seguo ancora a dritto in salita il CAI 00. Mi lascio alle spalle la sagoma del Corno alle Scale con la sua grande Croce e aggirando in senso orario il M. Gennaio arrivo alla fonte dell'Uccelliera a q. 1683 WP13. Continuo a dritto con il CAI 5, con il quale dopo aver preso a destra al bivio giungo al bel rifugio di Portafranca gestito dal CAI di Pistoia a q. 1580 WP14, dove passerò la notte. Il giorno successivo riparto risalendo sulla sinistra del rifugio con il CAI 35, con il quale seguendo ancora a sinistra arrivo al Passo della Nevaia a q. 1635 WP15. Scendendo a destra con il CAI 20 oltrepasso la fonte del Cacciatore a q. 1581 WP16 e quindi dopo aver superato il Passo dei Malandrini a q. 1577 raggiungo il rifugio del Montanaro a q. 1567 WP17. Scendo in modo sostenuto con il CAI 3 arrivando al Rombiciaio a q.1362 WP18 (Anche qui si può interrompere l'itinerario. Seguendo a destra il CAI 3, in ca. trenta minuti si arriva alla Casetta dei Pulledrari, importante punto di partenza per escursioni. Continuando a scendere arriviamo a Maresca, bel paese della Montagna Pistoiese servito da mezzi pubblici). Io proseguo a dritto con il CAI 33, supero una pista da sci dismessa e arrivo a Pian della Trave a q. 1317 WP19 . Continuo leggermente a sinistra sempre con il CAI 33, seguo a sinistra al bivio in località Fontanelle a q.1230 WP20 e giunto in località Poggio del Ronco a q. 1110 WP21, continuo a dritto per poi scendere rapidamente di quota ed arrivare in località La Casa a q. 781. Al casotto in lamiera vado a destra a q. 785 WP22 e con le scalette in cemento arrivo alla strada asfaltata. Proseguo a sinistra e subito a destra a q. 770 WP23 rientrando nel bosco (segni bianco rossi e azzurri del Sentiero Azzurro Pracchia Abetone) e subito a destra a q. 764 WP24 ritrovando poco dopo l'asfalto n corrispondenza di una abitazione. Seguo a sinistra per poi tenere sempre la destra, arrivando infine ad una passerella sul fiume, la attraverso (fonte leggermente a sinistra) e a destra con poche decine di metri raggiungo la stazione di Pracchia a q. 620.




24 ottobre 2017

MONTE LAGONI - LIBRO APERTO


Itinerario ad anello a cavallo dello spartiacque Tosco-Emiliano. Con partenza ed arrivo all'Abetone a q. 1380. Salendo il Monte Lagoni a q. 1962 e le due cime del Libro Aperto a q. 1932 e a q. 1936.

Data: 18 Ottobre 2017

Partenza: La partenza avviene dal paese di Abetone che si raggiunge con la S.R. 66 e con la S.S.12. E' servito dai mezzi pubblici del COPIT, linea54.

Note: Per la lunghezza, ma soprattutto per il notevole dislivello in salita e discesa, l'itinerario è adatto a persone allenate che non soffrono di vertigini, in quanto nella parte centrale l'itinerario è "abbastanza" aereo.
Fonti: L'unica fonte si trova poco dopo la partenza. Per cui è consigliabile partire provvisti di acqua.
Sentieri: CAI 00 e CFS 11, CAI 495, CAI 493, CAI 447, CAI 00, CAI 495.


Itinerario: Parto dalla piazza di Abetone a cui arrivo con i mezzi pubblici. Una piazza deserta in una mattina autunnale, fresca ma non fredda. Con via dell'Uccelliera seguo a destra una forestale, CFS 11 e CAI 00, oltre al Cammino di S. Bartolomeo. La stessa che d'inverno diventa una pista da sci di fondo, con la quale arrivo ad una area di sosta attrezzata a q. 1453 WP1. Continuo a destra con lo stesso sentiero attraversando belle abetaie, in loc. La Verginetta a q. 1480 seguo a destra arrivando ad un grande spiazzo in corrispondenza della Casetta di Lapo. Continuo a sinistra a q. 1503 WP2 in discesa con il CAI 495 attraversando boschi di faggio, i quali passando dai colori caldi dell'autunno si stanno preparando ad accogliere la neve e il grande freddo. Arrivato ad un casotto in pietra prendo a destra a q. 1312 WP3 con il CAI 493 e seguendo a sinistra al bivio seguente a q. 1300 WP4 arrivo a guadare il rio Acquicciola. Comincio a risalire costeggiando un piccolo fosso per piegare poco dopo decisamente a destra e faticosamente arrivo ad una radura per seguire ancora a destra. Con il largo sentiero arrivo a prendere a sinistra a q. 1366 WP5 e poco dopo a destra a q. 1381 WP6, per arrivare successivamente a girare seccamente a sinistra a q. 1430 WP7 in salita sempre più ripida e faticosa. Seguo a destra a q. 1494 WP8, adesso il bosco lascia ampi spazi per vedere l'azzurro del cielo e in ripida e dritta salita arrivo a lasciarmi alle spalle la vegetazione a q. 1708 WP9. Dietro di me una corona di monti, distinguo la Selletta, il Gomito con l'arrivo degli impianti e la Croce poco più a destra, il Giovo, il Rondinaio e più dietro le Apuane. Dopo essermi riposato riparto sempre in ripida salita e poco sotto uno sperone roccioso seguo a sinistra lo stretto sentiero sempre con il CAI 493, che tagliando il costone della montagna arriva in facile salita alla sella sotto la vetta del Monte Lagoni a q. 1847 WP10. IL Cimone con l'osservatorio è vicinissimo, ma continuo in salita a destra ancora con il CAI 493 e per ampie praterie arrivo al grande omino di pietra posto sulla cima del Monte Lagoni a q. 1962. La brezza che mi rinfrescava all'uscita del bosco è diventata un forte e fastidioso vento, per cui riparto subito scendendo in direzione nord-est raggiungendo il bivio con il sentiero che va al Cimone. Seguo a destra il CAI 447 a q. 1946 WP11 che percorre il crinale, il quale dopo una breve discesa risale percorrendo un tratto roccioso, e che continuando arriva al Libro Aperto, l'anticima di 1932 m., che precede il Monte Rotondo (che comunemente chiamiamo Libro Aperto). Salgo le facili roccette, oltrepasso i 1932 m. della prima cima, percorro l'affilato e breve tratto di crinale e ancora per facili roccette (è presente una catena) arrivo ai 1936 m. del Libro Aperto (Monte Rotondo). A parte il vento oggi è una giornata bellissima, il cielo è azzurrissimo, non c'è una nuvola e non c'è la minima foschia, per cui la visibilità è ottima e corre sul filo di cresta che dal Libro Aperto arriva fino al Corno alla Scale. Scendo il ripido pendio arrivando alla sottostante sella che divide Monte Rotondo da Monte Belvedere, formando quelle che sembrano le pagine di un libro. Prendo a destra il CAI 495 a q. 1859 WP12 che inoltrandosi nel canalino centrale torna nel bosco e oltrepassando una presa d'acqua arriva alla Casetta di Lapo. Oltrepasso a dritto il sentiero da cui sono venuto, in loc. La Verginetta, ignoro il CAI 00 che sale al Monte Maiori e seguo a destra il largo sentiero con il quale in pari arrivo all'area attrezzata con fontana, dove faccio una sosta. Riparto percorrendo a ritroso la forestale di stamattina, ed in breve arrivo in piazza dell'Abetone felice della bella escursione.

17 ottobre 2017

S. MARCELLO - PORTAFRANCA - PRACCHIA


Da S. Marcello a q. 623 a Pracchia a q. 618, passando dal rifugio di Portafranca a q. 1580. Compiendo il giro del Monte Gennaio.

Data: 4 Ottobre 2017

Partenza: Da S. Marcello, che si raggiunge con la S.R. 66. Oppure come ho fatto io con i mezzi pubblici del COPIT.
Note: Itinerario lungo e faticoso, adatto a persone allenate. Dai ca. 600 m. della partenza e di arrivo, ai 1632 m. del Passo del Cancellino.
Fonti: Non ci sono problemi di acqua nella parte alta del percorso, mentre non ci sono fonti nella parte bassa.
Sentieri: CAI 2, CAI 00, CAI 20, CAI 00, CAI 35, CAI 00, CAI 3. CAI 33. 


Itinerario: Parto da piazza G. Matteotti nel centro di S. Marcello, raggiungo la piccola piazzetta D. Cini distante pochi metri e con la omonima viuzza, dove trovo il primo segno bianco rosso, raggiungo il parcheggio dell'ospedale. Il sentiero continua dalla parte opposta, in via Di Piè Zoppo che seguo a destra in salita su asfalto, supero una strada transitata a dritto e con via Serena e Via Calamandrei arrivo a prendere a sinistra in salita in corrispondenza di una cabina elettrica. Aggiro una bella colonica continuando su sterrato, con il quale supero a destra una prima sbarra, e superato un ripido tratto asfaltato, arrivo ad un bivio chiuso da sbarre. Seguo a sinistra in salita su sterrato su largo sentiero con il CAI 2, con il quale aggiro a sinistra un grosso serbatoio di cemento armato continuando su stretto sentiero. Poco dopo seguo a destra a q. 956 WP1 arrivando a Pian dei Termini dove ha sede l'Osservatorio Astronomico, vanto della Montagna Pistoiese. Intorno all'Osservatorio c'è un percorso didattico con cartelli e rappresentazioni del cielo e dei pianeti. Ma una cosa stupenda, almeno per me, ignorante della materia, è la rappresentazione della Via Lattea posta su alti pali. Torno un pochino indietro e quando la strada comincia a scendere prendo a destra in salita su ampia sterrata. Pochi metri e raggiunta una sbarra continuo a sinistra a q. 978 WP2 su sentiero con il quale raggiungo un punto panoramico a q. 1020, da cui è ben visibile il Libro Aperto, il Cimone, il Passo della Croce Arcana e il filo di cresta fino al Cupolino che domina il Lago Scaffaiolo. Continuo con il CAI 2 in ripida salita in un bosco di abeti e ritrovato il pari arrivo ad un bivio che prendo a destra a q. 1130 WP3 seguendo i segni bianco rossi del CAI e i segni arancio. Continuando con il CAI 2 supero il Monte Terminaccia a q. 1170, arrivando dopo un po' in loc. Monticelli, dove prendo a sinistra a q. 1437 WP4 e continuo con il CAI 00. Pochi metri e la salita finisce e in discesa, poi in piano percorro un bel sentiero in una faggeta che comincia a vestirsi con i colori caldi dell'autunno. Rinfrancato dal bel tratto in pari arrivo a prendere a destra il largo sentiero che sale da Pratorsi, arrivando al Passo della Maceglia a q. 1430 WP5. Continuo a sinistra in salita sempre con il CAI 00, ignoro il sentiero a destra per il rifugio del Montanaro e prendo a sinistra oltrepassando la fonte del Cacciatore a q. 1572 WP6 per arrivare in spazio aperto, fuori dal bosco al bivio con il CAI 20, poco sotto il Passo della Nevaia a q. 1589 WP7. Proseguo a sinistra con il CAI 20 che al di sopra della fine della vegetazione taglia a metà il costone del Monte Gennaio attraversando mirtillaie, alle quali i primi freddi hanno fatto assumere un bel colore rossastro e che senza tanta fatica mi porta al Passo del Cancellino a q. 1632 WP8, sotto l'imponente sagoma del Corno alle Scale la cui cima è nascosta dalla nebbia. Il sentiero dopo una breve salita continua stretto in pari a metà costone aggirando in senso orario il M. Gennaio arrivando alla fonte dell'Uccelliera a q. 1650, che a causa del gran caldo dell'estate è quasi prosciugata. Proseguo con il CAI 35, che giungendo al bel rifugio di Portafranca a q. 1580 WP9, finisce il giro del Gennaio. Con sorpresa lo trovo aperto, gli amici del CAI di Pistoia (che gestisce il rifugio) mi informano che ospitano una gita scolastica di 25 ragazzi e che nei giorni precedenti ne hanno già ospitata un'altra. Dopo uno spuntino riparto salendo con il sentiero a sinistra del rifugio e alla fine della breve salita seguo a sinistra in pari arrivando poco dopo al Passo della Nevaia a q. 1635. Continuo a dritto in salita oltrepassando il Poggio dei Malandrini a q. 1659 e sceso al Passo dei Malandrini a q. 1577 WP10 seguo a sinistra arrivando al rifugio del Montanaro a q. 1567. Adesso comincio a scendere di quota rapidamente e in breve con il CAI 3 arrivo in loc. Rombiciaio a q. 1362 WP11, proseguo a dritto con il CAI 33, con il quale in leggera salita oltrepasso una pista da sci dismessa da tanto tempo e attraversando una splendida faggeta arrivo a Pian della Trave a q. 1317 WP12. Ancora una corta e lieve salita e poi giù in discesa a tratti ripida, oltrepassando a dritto il bivio di Fontanelle a q. 1230, a sinistra il bivio del Ronco a q. 1110 arrivo in corrispondenza di un casotto in lamiera e seguo a destra a q. 795 WP13 arrivando al borgo di La Casa. Attraverso il piccolo borgo arrivando su asfalto che prendo a sinistra, pochi metri e vado a destra a q.780 WP14 tornando nel bosco, ancora pochi metri e seguo il sentiero di destra a q. 774 WP15 che termina poco dopo di fronte ad una abitazione. Seguo a sinistra e poi sempre a destra arrivando alla passerella sul Fiume Reno. La attraverso e dopo una sosta alla fontana posta nel piccolo parco di Pracchia, mi dirigo alla stazione dove il treno percorrendo la Porrettana mi riporta a Pistoia.




27 settembre 2017

Via Romea del Chianti






La Via Romea del Chianti, che unisce Firenze a Siena, attraversa la Toscana in uno dei paesaggi più belli d’Italia, il Chianti, ricco di storia, di cultura e di colori in ogni stagione dell’anno.
Nella città del Palio questa via incontra la più nota Via Francigena, la principale delle Vie Romee.
Il collegamento Firenze Siena permette di dare continuità al cammino di coloro che provengono dal nord con la Via degli Dei che collega Bologna a Firenze.








Si parte da Piazza della Signoria, si esce dalla città a Porta Romana e si raggiunge la Certosa del Galluzzo con le strade “murate”, caratteristiche dei dintorni di Firenze.
Percorrendo vie asfaltate con scarso traffico e sentieri immersi nel bosco si arriva a Chiesanuova e quindi per strade bianche e sentieri a Sant’Andrea in Percussina, dove si può visitare la Casa di Machiavelli, giungendo poi in breve a San Casciano Val di Pesa.
Adesso si può scegliere tra due percorsi: seguire il corso del Torrente Pesa che ci porterà fino a San Donato passando dal Ponte Romano della Sambuca, oppure per poggi e valli passare dalla Badia Vallombrosana di Passignano e fra boschi e vigne arrivare sempre a San Donato con paesaggi mozzafiato, ma allungando il percorso di circa 2.5 km.
Il percorso da San Donato in Poggio a Castellina in Chianti presenta carattere esclusivamente escursionistico con strade bianche, strade forestali e sentieri, dove la natura meravigliosa ricompenserà la nostra fatica.
Da Castellina fino a Siena è il Chianti più vero con ampie vallate coperte da immensi vigneti, che fanno da cornice a splendide fattorie e incantevoli Agriturismi.
Giunti a Siena si può continuare sulla Via Francigena e coronare il sogno di arrivare a Roma.

Lungo l’intero percorso si hanno testimonianze del passaggio di pellegrini attraverso la presenza di antichi spedali che nei tempi passati li hanno accolti come alla Certosa di Firenze, alla Chiesa di San Giorgio dopo San Donato, alla Magione ed a Uopini.


ACCOGLIENZA SULLA VIA ROMEA DEL CHIANTI

















Due ringraziamenti sono d'obbligo, il primo alla COMUNITA' DEL PELLEGRINO, per aver "riscoperto", curato e valorizzato questo cammino, e per averlo reso sicuro nel seguirlo con le numerose frecce arancio lungo l'itinerario.
Il secondo grazie va a Franco Alessandri, per la gentilezza con cui, oltre alle tracce GPS mi ha dato tante informazioni.


Visualizza i post delle singole tappe:
Tappa nr. 1: Firenze - Pieve di Campoli
Tappa nr. 2: Pieve di Campoli - Castellina in Chianti
Tappa nr. 3: Castellina in Chianti - Siena