PRATORSI-Rif. SEGAVECCHIA- CORNO ALLE SCALE-PRATORSI
Lungo e faticoso anello nell’alto Appennino a cavallo tra Toscana ed
Emilia. Stancante e impegnativa salita per la direttissima (sentiero Ruffo) sul
Corno alle Scale dal rifugio Segavecchia. Un’escursione tra le più appaganti
dell’Appennino Tosco-Emiliano, che unisce fascino paesaggistico ed impegno
fisico.
Data: 19 Ottobre 2025
Partenza: Da Pratorsi, raggiungibile con la Sr 66, da Campotizzoro con la Sp.
Lizzanese, quindi raggiunta Gavinana si prosegue con via di Pratorsi..
Note: Il percorso è adatto ad escursionisti esperti. Per la lunghezza e
per i notevoli dislivelli è necessario essere ben allenati.
Fonti: Nella prima parte dell’itinerario si trovano alcune fonti. Quella del Cacciatore, la prima che incontriamo, è quasi sempre asciutta. Dal rifugio Segavecchia fino alla fine del percorso non troviamo acqua.
Sentieri: MPT, CAI 00, CAI 121, CAI119, CAI 129, CAI 00, CAI 220, MPT.
Itinerario: Al di là del percorso affascinante e
impegnativo, rimane la bellezza di un itinerario che, metro dopo metro, passa
dall’impenetrabile manto della faggeta, da cui ha inizio, al ripido pendio di
alta quota. II quale si affaccia sulla valle del fiume Silla, in un ambiente
severo, ripido e selvaggio. In un verde anfiteatro che si apre dalla cima del
monte La Nuda al monte Gennaio. Il rientro, più dolce, scende attraverso i
passi dello Strofinatoio e del Cancellino, chiudendo il percorso ad anello.
Lasciata l’auto in località Pratorsi a q. 1320, oltrepasso la sbarra per
poi percorrere la vecchia pista da sci all’interno del bosco caratterizzato dai
caldi colori autunnali. Al passo della Maceglia a q. 1430 (da cui sono passato anche in queste occasioni) seguo a sinistra, seguendo l’indicazione
Portafranca. Arrivato al passo della Nevaia a q. 1635, dopo aver oltrepassato
la fonte del Cacciatore a q. 1599 WP1 (quasi sempre asciutta) trovo un allegro
gruppo di escursionisti di Imola intenti a fare colazione, alla quale mi
invitano, con di tutto di più. Il rifugio di Portafranca è a 15 minuti seguendo
il sentiero a destra, io continuo a dritto in salita fino alla sella del passo
delle Ignude, per poi scendere alla fonte dell’Uccelliera a q. 1650 WP2. Proseguo seguendo lo stretto sentiero che a mezza costa giunge al passo del Cancellino a q. 1632. Continuo a destra con la ripida e ostica discesa, CAI
121, con il quale, dopo aver preso a sinistra ad un evidente bivio costeggio
una sorgente a q. 1080 WP3, arrivando poco dopo al rifugio Segavecchia a q. 912 WP4. Punto più basso dell’escursione. Dopo
una sosta riparto percorrendo il largo sentiero CAI 117–CAI 119, che inizia a
destra prima del ponte. Poco dopo, in corrispondenza di un cippo il sentiero si
divide, il CAI 117 continua a destra per monte La Nuda, io vado a sinistra
attraversando il Rio Farine con il CAI 119 (sentiero alpinistico Giulio Ruffo).
In breve incontro un’altro bivio con un grande cippo in sasso, a sinistra una
variante del CAI 121 (il quale porta al Passo del Cancellino). Io a dritto
attraversando di nuovo il Rio (Anche in questo caso una fune metallica può
aiutare). Via via che avanzo la salita nella faggeta si fa sempre più ripida, riprendo
fiato attraversando il grande canalone del Fosso di Mezzo a q. 1127.
Percorrendo il Poggio di Mezzo, l’ampia dorsale che scende dalla vetta del
Corno alle Scale, il sentiero torna a salire ripidamente, tanto che non di rado
mi è utile utilizzare rami e alberi nella progressione. A quota 1638 esco dal
bosco, e continuo tra prateria e alcune roccette lungo il ripido costolone;
alla mia destra la grande Croce di Punta Sofia, q. 1939. La quale, pur non
essendo il punto più alto del Corno alle Scale, è considerata la vera cima. Poco
sotto la vetta, per superare alcuni balzi di roccia, il sentiero è attrezzato
con un cavo d’acciaio, utile solo come corrimano nella ripida progressione.
Adesso poche decine di metri mi separano da Punta Giorgina a q. 1945 m, cima
più alta del Corno alle Scale. A destra il crinale che conduce alla vicina e
grande Croce, di fronte poco sotto, la seggiovia e più lontano il Lago Scaffaiolo, con il rifugio Duca degli Abruzzi. Io seguo a sinistra con il CAI 129
con il quale arrivo al passo dello Strofinatoio a q. 1847, continuo a sinistra
con il CAI 00, il quale scendo ai 1632 m del Passo del Cancellino. Adesso a
destra con il CAI 220, con il quale, percorrendo praterie sommitali, arrivo al
passo della Nevaia, intercettando il sentiero con la quale sono salito
stamattina. Arrivo all’auto, alla fine dell’escursione mentre il cielo si tinge
con i colori del tramonto. Ultreya.
CAMINAR ES ATESORAR
I NEVER WALK ALONE


