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Fregio Robbiano "Alloggiare i Pellegrini" - Ospedale del Ceppo di Pistoia

21 novembre 2025

 

          PRATORSI-Rif. SEGAVECCHIA-           CORNO ALLE SCALE-PRATORSI

Lungo e faticoso anello nell’alto Appennino a cavallo tra Toscana ed Emilia. Stancante e impegnativa salita per la direttissima (sentiero Ruffo) sul Corno alle Scale dal rifugio Segavecchia. Un’escursione tra le più appaganti dell’Appennino Tosco-Emiliano, che unisce fascino paesaggistico ed impegno fisico.

Data: 19 Ottobre 2025

Partenza: Da Pratorsi, raggiungibile con la Sr 66, da Campotizzoro con la Sp. Lizzanese, quindi raggiunta Gavinana si prosegue con via di Pratorsi..  

Note: Il percorso è adatto ad escursionisti esperti. Per la lunghezza e per i notevoli dislivelli è necessario essere ben allenati.

Fonti: Nella prima parte dell’itinerario si trovano alcune fonti. Quella del Cacciatore, la prima che incontriamo, è quasi sempre asciutta. Dal rifugio Segavecchia fino alla fine del percorso non troviamo acqua. 

Sentieri: MPT, CAI 00, CAI 121, CAI119, CAI 129, CAI 00, CAI 220, MPT.

 

Itinerario: Al di là del percorso affascinante e impegnativo, rimane la bellezza di un itinerario che, metro dopo metro, passa dall’impenetrabile manto della faggeta, da cui ha inizio, al ripido pendio di alta quota. II quale si affaccia sulla valle del fiume Silla, in un ambiente severo, ripido e selvaggio. In un verde anfiteatro che si apre dalla cima del monte La Nuda al monte Gennaio. Il rientro, più dolce, scende attraverso i passi dello Strofinatoio e del Cancellino, chiudendo il percorso ad anello.

Lasciata l’auto in località Pratorsi a q. 1320, oltrepasso la sbarra per poi percorrere la vecchia pista da sci all’interno del bosco caratterizzato dai caldi colori autunnali. Al passo della Maceglia a q. 1430 (da cui sono passato anche in queste occasioni) seguo a sinistra, seguendo l’indicazione Portafranca. Arrivato al passo della Nevaia a q. 1635, dopo aver oltrepassato la fonte del Cacciatore a q. 1599 WP1 (quasi sempre asciutta) trovo un allegro gruppo di escursionisti di Imola intenti a fare colazione, alla quale mi invitano, con di tutto di più. Il rifugio di Portafranca è a 15 minuti seguendo il sentiero a destra, io continuo a dritto in salita fino alla sella del passo delle Ignude, per poi scendere alla fonte dell’Uccelliera a q. 1650 WP2. Proseguo seguendo lo stretto sentiero che a mezza costa giunge al passo del Cancellino a q. 1632. Continuo a destra con la ripida e ostica discesa, CAI 121, con il quale, dopo aver preso a sinistra ad un evidente bivio costeggio una sorgente a q. 1080 WP3, arrivando poco dopo al rifugio Segavecchia a q. 912 WP4. Punto più basso dell’escursione. Dopo una sosta riparto percorrendo il largo sentiero CAI 117–CAI 119, che inizia a destra prima del ponte. Poco dopo, in corrispondenza di un cippo il sentiero si divide, il CAI 117 continua a destra per monte La Nuda, io vado a sinistra attraversando il Rio Farine con il CAI 119 (sentiero alpinistico Giulio Ruffo). In breve incontro un’altro bivio con un grande cippo in sasso, a sinistra una variante del CAI 121 (il quale porta al Passo del Cancellino). Io a dritto attraversando di nuovo il Rio (Anche in questo caso una fune metallica può aiutare). Via via che avanzo la salita nella faggeta si fa sempre più ripida, riprendo fiato attraversando il grande canalone del Fosso di Mezzo a q. 1127. Percorrendo il Poggio di Mezzo, l’ampia dorsale che scende dalla vetta del Corno alle Scale, il sentiero torna a salire ripidamente, tanto che non di rado mi è utile utilizzare rami e alberi nella progressione. A quota 1638 esco dal bosco, e continuo tra prateria e alcune roccette lungo il ripido costolone; alla mia destra la grande Croce di Punta Sofia, q. 1939. La quale, pur non essendo il punto più alto del Corno alle Scale, è considerata la vera cima. Poco sotto la vetta, per superare alcuni balzi di roccia, il sentiero è attrezzato con un cavo d’acciaio, utile solo come corrimano nella ripida progressione. Adesso poche decine di metri mi separano da Punta Giorgina a q. 1945 m, cima più alta del Corno alle Scale. A destra il crinale che conduce alla vicina e grande Croce, di fronte poco sotto, la seggiovia e più lontano il Lago Scaffaiolo, con il rifugio Duca degli Abruzzi. Io seguo a sinistra con il CAI 129 con il quale arrivo al passo dello Strofinatoio a q. 1847, continuo a sinistra con il CAI 00, il quale scendo ai 1632 m del Passo del Cancellino. Adesso a destra con il CAI 220, con il quale, percorrendo praterie sommitali, arrivo al passo della Nevaia, intercettando il sentiero con la quale sono salito stamattina. Arrivo all’auto, alla fine dell’escursione mentre il cielo si tinge con i colori del tramonto. Ultreya.           

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27 giugno 2025

 

PRACCHIA – PONTE DELLA VENTURINA

L’itinerario si svolge lungo la solitaria dorsale a cavallo tra la valle del Reno e la valle della Limentra di Sambuca. Attraversando borghi e piccoli paesi incastonati in mezzo a boschi di castagni e faggi. Sulle tracce ancora evidenti della civiltà montanina che ha popolato questi luoghi fino al dopoguerra.

Data: 29 Maggio 2025

Partenza: Dal paese di Pracchia. Raggiungibile con la Sr 66, quindi con la Sp Traversa di Pracchia. Oppure con i mezzi pubblici, treno o bus.

Note: Il percorso non presenta difficoltà. Ma per la lunghezza e per i dislivelli è necessario essere ben allenati. Consigliata la traccia gps!

Fonti: Lungo il percorso si trovano numerose fonti. 

Sentieri: CAI 169, CAI 163.

 

Itinerario: Arrivo a Pracchia con il treno, attraverso il paese (dove riempio la borraccia a q. 612 WP1), alla cui fine in località Setteponti (in questa località sono partito per questa escursione) seguo a destra in discesa con il sentiero CAI 169, il quale inizia sotto i cartelli di confine regionale. Sottopasso la ferrovia Porrettana, attraverso il fiume Reno per poi continuare a sinistra sul sentiero che costeggia una costruzione, sede di un vecchio mulino. In salita su asfalto oltrepasso Frassignoni a q. 722 WP2, e ignorando le laterali arrivo alla fine della strada in località Case Rospi. Ignorando la bella e facile carrareccia in salita a destra, con attenzione mi inoltro nel bosco in leggera discesa. Dal piccolo spiazzo seguo a destra a q.768 WP3 oltrepassando alcuni alberi che ostruiscono il sentiero. Supero in sequenza una sorgente a q.733 WP4, i ruderi del Podirolo, testimonianza di un vecchio insediamento, e la Forra di Lagacci. Percorro in diagonale il piccolo campo sportivo prima di arrivare a Lagacci a q. 693 WP5, il paese dei proverbi scritti sui muri delle case. In paese è presente un piccolo esercizio commerciale. Attraversato il paese percorro la larga carrareccia, quindi con lo stretto sentiero proseguo in falsopiano tagliando il fianco del monte Pidocchina, dentro ad un fitto bosco di faggi. A Canal di Sasso, dove il sig. Piero facendomi accomodare nel suo giardino nel quale è presente una fresca sorgente a q. 706 WP6, mi riempie di consigli sul percorso che mi rimane da percorrere. Dalla piccola e intatta borgata comincia l’impegnativa salita che mi porterà al paese di Posola a q. 909 WP8, sul crinale che divide la valle del Reno, da quella della Limentra. Dando seguito ai consigli di Piero, evito di seguire a sinistra con il CAI 163, che proviene dalla Collina Pistoiese, e che ho percorso in questa occasione. Continuo su asfalto in discesa fino a ritrovare, in corrispondenza di un tornante a destra, il sentiero CAI 163 che seguo a sinistra. Oltrepassate le piccole borgate di Casale, Cà di Gamba e Serra dei Sarti arrivo a Sambuca Castello con la bella fontana a q. 703 WP9. Il paese è famoso per aver ospitato Selvaggia dé Vergiolesi dopo la fuga da Pistoia in seguito alla vittoria dei Guelfi di parte nera, e musa ispiratrice dei poemi di Cino da Pistoia. In paese è presente un ostello. Con la via Francesca della Sambuca, dopo aver costeggiato il borgo di Capanna a q. 696 WP10, arrivo a Pavana a q. 491 WP11, paese nel quale vive Francesco Guccini, il quale ha decritto luoghi e vita di persone del luogo e della valle. A causa della chiusura del sentiero che seguiva a sinistra della grande fontana, sono costretto a tornare indietro. Al bivio vado a destra seguendo sempre il CAI 163, con il quale uscendo dal bosco attraverso il borgo di Fondamento, per poi arrivare a Ponte della Venturina, alla fine del percorso. Attraverso il ponte e vado alla fermata del bus, con il quale torno a Pistoia. Ultreya.

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16 aprile 2025

 

 AULLA - SARZANA

Tappa n. 24 della via Francigena, dalla Toscana alla Liguria. Un percorso molto bello, per riscoprire la via di Sigerico attraverso i castelli e le fortezze sui colli della Lunigiana. Borghi medievali dalle lunghe tradizioni, ricchi di testimonianze storiche e immersi nella natura. Una strada antica piena di fascino e di suggestione.

Data: 6 Aprile 2025

Partenza: Da Aulla. Raggiungibile percorrendo l’autostrada A11 in direzione mare, quindi la A12 verso Genova e successivamente la A15, autostrada della Cisa.

Note: Il percorso non presenta difficoltà. 

Fonti: Lungo il percorso si trovano diverse fonti.  

Sentieri: Il percorso è segnalato molto bene con i segni bianco rossi della via Francigena.

 

Itinerario: Raggiunta Aulla, partiamo dall’Abbazia di S. Caprasio, dove troviamo i primi segni bianco rossi della via Francigena. Oltrepassato il Torrente Aulella, prendiamo a sinistra la strada asfaltata in salita. Percorrendo sentieri e carrarecce, arriviamo a prendere a destra in salita in corrispondenza di una Marginetta, seminascosta dalla vegetazione. Poco dopo arriviamo all’antico paese di Bibola a q. 353 WP1, primo luogo abitato che incontriamo. Caratteristico borgo medievale, caratterizzato dalle case in pietra, con gli antichi portali di arenaria ricchi di decori, dalle strette viuzze, dai resti del castello, dal quale si gode di grandi panorami e dalla giovialità degli abitanti. Con gentilezza ci viene aperta la duecentesca chiesa di S. Bartolomeo, al cui interno oltre alla bella fonte Battesimale e altre opere d’arte, c’è l’ossario di Margherita, moglie del Conte Ugolino. Ripreso il cammino, raggiungiamo poco dopo il paese di Vecchietto a q. 271 WP2, che attraversiamo WP3, per poi tornare a salire con la sterrata che costeggia una bella Marginetta. Raggiunto il quadrivio denominato Quattro Strade, confine tra Toscana e Liguria, cominciamo a scendere con la carrareccia dalla quale per la prima volta (per chi percorre la Francigena) vede il mare, prima di arrivare al paese di Ponzano Superiore a q. 298 WP4. Continuando a scendere costeggiamo l’ultima fontana WP5, per poi arrivare ai ruderi del castello della Brina. Un antico insediamento risalente all’età del ferro. Dopo una mezzoretta arriviamo a percorrere la piana di Sarzana costeggiando il bel canale Lunense. Quindi percorreremo una brutta strada asfaltata e con porta Parma entriamo nel centro storico, e quindi arriviamo alla Basilica di S.M. Assunta, alla fine del nostro itinerario. Ultreya.

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11 aprile 2025

 

MONTE MORELLO

Con i 934 m. di altitudine, il Monte Morello è l’unico rilievo assimilabile ad una montagna nell’ampia conca del territorio fiorentino. Molto particolare è la sua forma che presenta tre cime di diverse altitudine (Poggio all’Aia 934 m, Poggio Casaccia 921 m e Poggio Cornacchia 896 m). Da cui si godono splendide vedete sulla piana fiorentina, pratese e pistoiese, ma anche sul vicino Mugello e sull’Appennino Tosco-Emiliano.

Data: 2 Aprile 2025

Partenza: Da piazzale Leonardo da Vinci, che si raggiunge percorrendo la Sp 130 da Sesto Fiorentino. 

Note: Il percorso non presenta difficoltà. 

Fonti: Lungo il percorso si trova una sola fonte, poco dopo la partenza. Consiglio di partire con buona scorta d’acqua.

Sentieri: CAI 603, CAI 602B, CAI 00, CAI 600-CAI 611, CAI 600A.

Itinerario: Lasciata l’auto nel piccolo spiazzo che funge da parcheggio, ci inoltriamo sul CAI 603 che inizia sotto strada, dal quale si gode di un bel panorama su Firenze. I panorami saranno una costante per tutta la lunghezza dell’itinerario, anche se oggi la foschia non ci aiuta. Oltrepassata la Torre di Baracca a q. 530, una vecchia torre di avvistamento, torniamo sulla strada provinciale, che attraversiamo. Continuiamo oltre la sbarra con il CAI 602B, costeggiando la fonte dei Seppi a q. 600 WP1, posta poco sopra la carrareccia. Raggiunto un largo spiazzo seguiamo a sinistra, ancora in facile salita, oltrepassando un cippo posto in memoria dei partigiani morti in uno scontro con i soldati tedeschi. In salita più accentuata arriviamo dopo un po in località Selletta a q. 858, crocevia di alcuni sentieri. Seguiamo il CAI 600, con il quale in ripida salita, in breve arriviamo ai 934 m di Poggio all’Aia, terza punta del Monte Morello, una grande radura dove facciamo una sosta mangereccia. Tornati in località Selletta, proseguiamo a dritto sempre con il CAI 600 raggiungendo poco dopo Poggio Cornacchia a q. 892, seconda punta. Sempre in discesa arriviamo alla grande Croce di Poggio Casaccia a q. 921, prima punta del Monte Morello, da cui si gode di un magnifico panorama. Con attenzione scendiamo sullo sconnesso e a tratti ripido sentiero con il quale arriviamo a q. 637 m della Sella degli Scollini, incrociando il percorso di stamani mattina. Con la larga carrareccia che continua a sinistra in salita arriviamo ai 747 m di Poggio del Giro, con le grandi e brutte antenne piene di ripetitori. Continuiamo a scendere, per prendere a sinistra in corrispondenza di un’altra brutta antenna, arrivando poco dopo, con il panorama di Firenze davanti a noi, alla fine dell’escursione. Bellissimo itinerario, dal quale, nonostante la foschia si è potuto godere di panorami meravigliosi. Ultreya.

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3 aprile 2025

 

MONTE PRANA

Monte Prana, uno dei balconi più belli delle Alpi Apuane meridionali, a torto considerate minori. Itinerario ad anello sopra il Camaiorese, con vista sulle Apuane più famose, sull’Appennino innevato, sul litorale versiliese e sulle isole poste di fronte a questo tratto di costa.     

Data: 30 Marzo 2025

Partenza: Percorrendo l’autostrada A11 fino a Capannori, poi strade regionali fino a Marlia - Ponte a Moriano. Quindi seguiremo la via Ludovica fino a Decimo, da qui prenderemo a sinistra verso Pescaglia - Convalle e Passo Lucese.

Note: Il percorso non presenta difficoltà. 

Fonti: Lungo il percorso si trovano 2 fonti, una poco dopo la partenza (Casa del Maestro). L’altra nei pressi di Campo all’Orzo, quasi alla fine dell’escursione. Consiglio di partire con buona scorta d’acqua.

Sentieri: CAI 101, CAI 104, CAI 101.

Itinerario: Lasciata l’auto nel piccolo spiazzo che funge da parcheggio, ci inoltriamo, oltre la sbarra, sulla larga carrareccia, contrassegnata con il numero CAI 101. Poco dopo costeggiamo una bella Marginetta posta sotto un magnifico ed enorme Abete, per poi inoltrarsi nel bosco, con un sentiero lungo il quale alcuni cartelli ci raccontano una favola. Oltrepassato il rifugio Casa del Maestro a q. 889 m slm, dove possiamo fare rifornimento di acqua WP1, la salita si fa più ripida e faticosa. Sbucati sopra il bosco, lo sguardo si allarga sui prati sommitali, dove nel periodo estivo mandrie di animali vengono portati all’alpeggio. Giunti sulla cima del Monte Pedone godiamo di un panorama magnifico, e sarà una costante. Il sentiero continua in costante salita, attraversando spazi aperti meravigliosi, dove un Fagiano e poi un Capriolo, facendo bella mostra di se ci fanno capire che siamo fuori luogo. Dopo aver oltrepassato il Monte Prano a q. 1091 e una vecchia postazione militare risalente alla seconda guerra mondiale, arriviamo ai 1220 m. del Monte Prana, con la sua grande Croce. Aiutati anche dalla bellissima giornata, godiamo di panorami meravigliosi: delle vicine due cime del Monte Piglione, dalla foce del fiume Serchio fino a Portovenere, gran parte dell’arcipelago Toscano, la Corsica, le Apuane e l’Appennino innevato. E in lontananza con un po di attenzione si intravedono le Alpi Marittime. Bellissimo. Dopo una miriade di foto, un po di riposo condito da tanta allegria e un po di cibo, con calma cominciamo a scendere dalla parte opposta con il CAI 104. Con il quale arriviamo ai 912 m. della Focetta di S. Vincenzo, e poco dopo, costeggiata la seconda fonte WP2, giungiamo alla località Campo All’Orzo a q. 938 m. con la diroccata chiesa. Proseguiamo con il ritrovato CAI 101, il quale dopo aver sottopassato una teleferica, prosegue a destra in località Baita Verde, con il locale rifugio in ristrutturazione. Ancora in discesa usciamo dal bosco e ritroviamo la larga carrareccia della mattina, con la quale torniamo alle macchine. Ultreya.

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26 marzo 2025

 

  PISTOIA-CASTELLINA-SERRAVALLE P/SE-PISTOIA

Anello sulle prime colline Pistoiesi. Dolci saliscendi in mezzo al verde, scorci e panorami meravigliosi di paesi custodi di storia e di opere d’arte straordinarie. l’itinerario percorre una parte del cammino di S. Jacopo in Toscana.         

Data: 5 Marzo 2025

Partenza: Dal paese di Pontelungo, alle porte della città di Pistoia, lungo la Sr 435. Raggiungibile anche con il bus 63 di Autolinee Toscane.

Note: Il percorso non presenta difficoltà.  

Fonti: Lungo il percorso si trovano poche fonti, quindi è bene partire con buona scorta d’acqua. Si può riempire la borraccia al fontanello posto nel giardino dal quale partiamo.

Sentieri: Cammino S. Jacopo, CAI 231.

 

Itinerario: Insieme agli amici del gruppo Seniores del Cai di Pistoia partecipo alla bella escursione di oggi. Partiamo da Pontelungo percorrendo il Cammino di S. Jacopo in Toscana, per raggiungere il convento di Giaccherino, (risalente al XV secolo) percorrendo la Scala Santa, lungo la quale ci sono le (malmesse) stazioni della Via Crucis. Lasciato alle spalle il bel panorama di Pistoia proseguiamo per arrivare in brevi saliscendi alla Pieve di S. Michele a Groppoli, edificio romanico risalente al XII secolo, al cui interno conserva importanti opere d’arte. Poco dopo abbandoniamo il S.Jacopo (da me percorso nel 2018) che svolta a sinistra, per proseguire a dritto su larga carrareccia. Arrivati su asfalto seguiamo a sinistra in ripida salita, alla cui fine costeggiamo una colonica per poi prendere poco dopo, in corrispondenza di una sbarra, il sentiero a destra che si inoltra in salita nel bosco. Poco dopo arriviamo ai 380 m del paese di Castellina, dove facciamo una sosta davanti alla chiesa, situata nel punto più alto del paese. Con il CAI 231 attraversiamo la provinciale per proseguire a dritto con via Serrina Bassa. Con la quale in discesa dopo aver costeggiato alcuni recinti di animali, ben custoditi da un noto veterinario pistoiese, arriviamo alle medievali torri di Serravalle Pistoiese. Adesso una bella sosta mangereccia sotto un bellissimo sole WP1. Tornati di nuovo sul cammino di S. Jacopo in Toscana, visitiamo le chiese di S. Michele e S. Stefano, entrambe del XIII secolo, e arrivati alla fine del paese prendiamo a sinistra in discesa. Poco prima di arrivare alla strada provinciale seguiamo ancora a sinistra, per poi prendere a destra oltrepassando un piccolo cancello in corrispondenza di una abitazione. Tornati su asfalto continuiamo a sinistra per poi proseguire per poche decine di metri e prendere a destra in salita oltre un cancello. Dopo aver oltrepassato un campo di calcio arriviamo in fondo alla discesa e seguiamo a sinistra. Oltrepassato un ponticello a destra, costeggiamo una scuola per poi arrivare ad un fontanello WP2. Siamo in località Masotti dove si possono trovare alcuni servizi, compreso un bar. In sicurezza percorriamo un pezzetto della strada provinciale, prima della farmacia continuiamo a sinistra in via Dori. In corrispondenza di una chiesa seguiamo a destra i segni del S. Jacopo che in mezzo alle abitazioni sale alcuni gradini, per poi seguire a sinistra. Dopo una ampia curva a destra, entriamo nel bosco a sinistra in salita, al cui culmine attraversata una strada bianca continuiamo in discesa. Tornati su asfalto prendiamo a sinistra in leggera salita arrivando poco dopo alla bella fattoria di Groppoli, dove con gentilezza e cortesia ce la fanno visitare. Con il sentiero in mezzo alla verde campagna torniamo alla Pieve di S. Michele a Groppoli, tornando sul percorso di andata. Poco dopo arriviamo al convento di Giaccherino, e scesa la Scala Santa, con il bel panorama di Pistoia di fronte, in breve arriviamo al punto di partenza. Un percorso che conosco molto bene, ma che è sempre piacevole percorrere, tantissimo verde, scorci e panorami splendidi, specialmente in una bella giornata come questa. Ultreya.

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VINACCIANO

Vinacciano, piccolo gioiello medievale. Un giro ad anello sul Montalbano. Percorso molto bello e panoramico, che spazia sulla piana Pistoiese e sulla Valdinievole.

Data: 12 Gennaio 2025

Partenza: Dal paese di Bargi, che si raggiunge percorrendo la Sp Lucchese, quindi via di Bargi.

Note: Il percorso non presenta difficoltà.  

Fonti: Lungo il percorso non si trovano fonti.

Sentieri: Romea Strata, CAI 817, CAI 800, CAI 821.

Itinerario: Stamattina 48 persone si sono presentate alla prima uscita sezionale del CAI di Pistoia, vecchi e nuovi amici, con la voglia di stare insieme percorrendo i bei sentieri del Montalbano. Percorriamo la strada asfaltata con il ponte alle spalle, per poi prendere a destra sull’argine del Torrente Stella. Quindi a sinistra di nuovo su asfalto in via Tazzerina e Sardigna, superate alcune abitazioni prendiamo a destra su sterrato. Per poi seguire a sinistra in salita oltrepassando la bella chiesetta di S. Michele al Gabbiano, da cui si gode un bel panorama sulla piana pistoiese. I panorami saranno una costante per l’intero percorso. Proseguiamo ancora in salita su sterrato, con il quale entriamo nel bosco, alla cui uscita godiamo di una bella vista sul paese di Serravalle Pistoiese. Tornati su asfalto seguiamo a destra, e quindi ancora a destra in via di Vinacciano, in corrispondenza della bella villa di Montegattoli. Di qui ci sono passato con la via Nonantolana e via Francesca della Sambuca, adesso si chiama via Romea Strata. Poco dopo, raggiunto un bivio, proseguiamo a dritto ancora in salita su sterrato, per poi arrivare al convento delle Grazie, ormai ridotto ad un rudere, depredato di tutto e fagocitato dalla vegetazione. Al bivio lasciamo i segni CAI e la Romea Strata che salgono a destra, per proseguire a dritto in pari, usciti dal bosco costeggiamo dall’alto una bella abitazione e l’agriturismo I Papi. In corrispondenza del quale continuiamo a destra in salita raggiungendo un piccolo pianoro, dal quale si può ammirare il panorama della piana pistoiese da un lato e la piana della Valdinievole dall’altra. Proseguiamo a destra in salita, alla cui fine seguiamo a sinistra in pari su largo sentiero, poco dopo prendiamo seccamente a destra in salita su asfalto, che lasciamo in corrispondenza di un cancello. Proseguiamo su sterrato, al seguente bivio andiamo a destra ritrovando i segni CAI, ignorando le laterali proseguiamo sul largo sentiero di crinale, da cui si ha una bella vista sul colle di Monsummano Alto, raggiunte 2 costruzioni adebite a rimessa ci fermiamo per un veloce spuntino. Lasciamo la carrareccia per proseguire a destra su sentiero nel bosco, con il quale con attenzione arriviamo ad incrociare il sentiero di stamattina, poco sopra il paese di Vinacciano, a cui arriviamo poco dopo. Tornati all’inizio del paese proseguiamo a destra in discesa costeggiando i grossi Cipressi, raggiunta una abitazione si segue a sinistra per poi raggiungere una piccola borgata. Ancora in discesa in mezzo agli olivi fino a raggiungere alcune abitazioni e un maneggio in via della Cava. Quindi seguendo a sinistra e subito a destra torniamo sull’argine del Torrente Stella arrivando poco dopo a ritrovare la strada asfaltata di stamattina, con la quale seguendo a destra chiudiamo l’anello. Fine del bel percorso in una bella giornata, a parte il vento freddo. Ultreya.

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CIME DI ROMECCHIO

Sono stati due giorni immersi nella natura del Parco Regionale del Frignano fra alte abetaie, faggete, torrenti, cascate e crinali.  Che ci hanno fatto ammirare verso nord l’Appennino Modenese, e a sud-ovest la Garfagnana e le Alpi Apuane. Siamo partiti dal paese di S. Anna Pelago in località Cà Sega, raggiunto il crinale abbiamo seguito il sentiero 00, con il quale abbiamo raggiunto il paese di S.Pellegrino in Alpe a 1525 m slm, e successivamente il rifugio Burigone, dove abbiamo passato la notte. Dopo una buona colazione abbiamo ripreso il nostro cammino percorrendo sentieri e strade forestali con le quali abbiamo raggiunto di nuovo il sentiero 00. Il quale si sviluppa per la maggior parte con un susseguirsi di montagne dal largo crinale prativo. Fanno eccezione solo alcuni tratti nei quali il crinale si restringe facendosi aereo e scosceso. E’ il caso delle Cime di Romecchio, montagne minori, più basse e meno note dei vicini Giovo e Rondinaio, ma comunque molto suggestive. Questo giro ad anello, non difficile e non impegnativo (purchè allenati) è molto bello, esso percorre il tratto di crinale che separa la provincia di Lucca da quella di Modena.

Visualizza le singole escursioni:

Giorno 1: S.Anna Pelago – Rif. Burigone

Giorno 2: Rif.Burigone – S. Anna Pelago